Descrizione | Questa serie di fotografie che riporducono documenti conservati nella Casa nera dei fascisti di Lugano, proviene dal fondo del giornale Libera Stampa, che tra gli anni 1920 e 1940 fu il punto di riferimento dell’antifascismo ticinese. Esso fu un importante strumento di mobilitazione e propaganda antifascista, nonché luogo di rifugio per molti esuli e attivisti come Angelo Tonello e Randolfo Pacciardi. Primo quotidiano antifascista di lingua italiana pubblicato in Europa, messo al bando dal regime di Mussolini già dal 1923, motivo di grave imbarazzo per il Consiglio Federale a causa dei suoi articoli e per la difesa pubblica del volo di Giovanni Bassanesi. Libera Stampa riuscì a essere estremamente efficace proprio perché fu luogo di convergenza tra la militanza antifascista dei socialisti di Guglielmo Canevascini e l’attivismo degli esuli e dei fuoriusciti italiani.
Fu proprio un redattore di Libera Stampa, Vinicio Salati, a far parte del gruppo clandestino di controspionaggio, organizzato dal consigliere di Stato Canevascini, assieme a Gigi Gasparini, con un certo Bernasconi (in qualità “portinaio infiltrato”). L’azione di cui si rese protagonista questo gruppo, presumibilmente nel 1930, è all’origine di questa serie di fotografie di documenti sul covo fascista di Lugano (la “casa nera”).
Secondo il racconto di Salati, il gruppo, armato di pistole e macchina fotografica Leika, fece irruzione nella sede dei fascisti grazie al portinaio infiltrato, fotografando e sottraendo gran parte dei documenti. Inoltre, grazie alla complicità di un postino, il gruppo poté disporre di un calco della chiave della cassetta postale della casa nera e intercettare direttamente la posta dall’Italia e dalla Svizzera (Salati cita addirittura documenti appartenenti ad Arthur Fonjallaz). Libera Stampa arrivò così a pubblicare le informazioni raccolte durante queste operazioni di spionaggio ancor prima che gli stessi fascisti potessero replicare o semplicemente rendersi conto. Fu il caso delle “liste nere”, l’elenco dei nominativi di falsi fuoriusciti italiani in Ticino al servizio del Duce. O, ancora, la notizia relativa al rientro in Italia di Assunto Zamboni e il suo sciagurato passaggio tra le fila del Regime
|