Descrizione | Lo sciopero degli spedizionieri di Chiasso durò soltanto un fine-settimana: proclamato la sera di venerdì 27 giugno 1936 divenne effettivo il mattino successivo; trovato un accordo con la controparte la domenica sera a tarda notte, il lavoro riprese il mattino presto di lunedì 29 giugno. Esso tuttavia suscitò una grossa impressione per diversi motivi: la compattezza dei circa 500 scioperanti, la presenza in piazza, la partecipazione di associazioni di impiegati, il coinvolgimento di molte donne.
Non era la prima volta che scoppiava un’agitazione nel settore terziario ticinese (pochi giorni prima avevano sospeso il lavoro gli impiegati del comune di Lugano), però mai si era mossa una categoria d’importanza decisiva per l’economia di una regione come quella della cittadina di Chiasso, importante stazione ferroviaria internazionale al confine italo-svizzero.
L’agitazione era sorta poiché in seguito alla diminuzione dei traffici al confine – dovuta alle sanzioni decretate dalla Società delle Nazioni contro l’Italia fascista per l’aggressione all’Etiopia – il padronato aveva ridotto i salari e aumentato le ore lavorative. Per contrastare questa forma di dumping salariale, gli scioperanti e i loro rappresentanti sindacali, con la mediazione del governo ticinese, ottennero la firma del primo contratto collettivo di lavoro nel settore delle spedizioni. |