Scheda del documento

3-4 dicembre 1534, Losone
Patti ed elezione di procuratori, Instrumentum pactorum et sindicatus

I vicini del comune di Losone e Arcegno, riuniti in assemblea sulla piazza di San Lorenzo per ordine del console Bernardo di Augusto, da una parte, e Battista Appiani di Locarno, i fratelli Battista e Giovanni del fu Domenico «Martignoni» di Ronco nel Gambarogno, agenti per sé e a nome di Bernardo Franzoni di Cevio, dall'altra, addivengono ai seguenti patti. Il comune di Losone e Arcegno venderà a Battista Appiani, a Bernardo Franzoni e ai figli di Domenico «Martignoni», in ragione di un terzo ciascuno, il diritto di derivare acqua dal fiume Maggia e una striscia di terreno nel «Salegio Magno de Subtus» affinché essi vi possano scavare una roggia, della stessa larghezza di quella situata presso il ponte «de Viganale», per condurre acqua fino ai loro saleggi, un tempo proprietà dei conti Rusca, con facoltà di vuotarla se venisse ostruita dalle alluvioni. Il prezzo della vendita, stabilito da Bertramo del fu Giovanni «Gulielmuzii», Cristoforo del fu Ambrogio di Arcegno, Giacomo di Ambrosetto «de Biegnio» e Battista Brizio, periti eletti dalle parti, non è indicato. La vendita sarà ritenuta valida solo se la nuova roggia non sarà di pregiudizio a quella a suo tempo concessa ad Ascona; i proprietari dovranno costruirla e mantenerla a proprie spese, come pure costruire e mantenere delle saracinesche in luogo adatto a deviare l'acqua verso il saleggio del comune e agli uomini di Losone sarà concesso di aprirle per sfruttare l'acqua per il saleggio di loro proprietà dal sabato sera al suono dell'Ave Maria del lunedì mattina; al comune è concessa la facoltà di sfruttare l'acqua della roggia per seghe, mulini o altre macchine, purché dopo l'uso l'acqua venga immessa nuovamente nella roggia. Nel luogo dove l'acqua sarà derivata dal fiume Maggia non potranno essere costruiti manufatti tali da deviare l'acqua sui fondi comunali in caso di buzza pregiudicandone l'integrità; per la costruzione della roggia gli acquirenti potranno utilizzare tutto ciò che trovano nel saleggio, risparmiando tuttavia il prato del comune e gli alberi di noce; se infine mancasse l'acqua, i conduttori la potranno prendere altrove, sempre nel rispetto dei patti suddetti. Il giorno successivo i vicini del comune di Losone e Arcegno, riuniti in assemblea sulla piazza di San Lorenzo per ordine del console Bernardo «Augustini» di Losone, eleggono a loro procuratori Bernardo di Augusto e Antonio di Alberto «de Biegno», entrambi di Losone, e Guglielmo di Augusto, assegnando loro l'incarico di procedere alla vendita così come concordata con Battista Appiani, Battista e Giovanni del fu Domenico «Martignoni» e Bernardo del fu Filippo «Franzoni», al prezzo che avranno stabilito i quattro periti scelti.

Immagine del documento non disponibile

Notai
Tradizione e lingue
Originale estratto da imbreviature ((dopo il <...> febbraio 1537))
Lat.
Caratteristiche esteriori
670 mm x 440 mm, 71 righe.
Alcuni forellini risalenti alla lavorazione della pelle nella parte superiore; forti macchie marroni nella parte inferiore.

Segnatura
Archivio Patriziale Losone 62