Scheda del documento
Donazione, Instrumentum donationis
Nel testamento rogato il 15 gennaio 1558 Antonio del fu Giovanni «del Caligario» di Medeglia aveva lasciato a titolo di dote alle figlie Maria e Giovannina, mogli di Giovanni del fu Pietro Martella, e di Francesco del fu Domenico «Facini», tutti di Medeglia, rispettivamente 25 scudi d'oro e una lira di terzoli e 25 scudi d'oro, e aveva nominato suoi eredi universali la figlia Margherita e il marito Zane del fu Francesco «de Marufino» di Medeglia a condizione che essi abitassero nella casa paterna, e in caso contrario che ricevessero 25 scudi d'oro da quella sorella che volesse per sé la casa. Ora il detto Antonio dona tutti i suoi beni al nipote Donato, rappresentato dal padre Zane «de Marufino» e ai figli maschi che i detti Zane e Margherita potrebbero avere in futuro, riservandosene l'usufrutto finché vivrà. Qualora Margherita passasse a nuove nozze dopo la morte del marito, questa riceverà 25 scudi d'oro a titolo di dote e i beni saranno assegnati alle sue sorelle. L'atto è rogato davanti al capitano Camillo Borgo, luogotenente del cavaliere Iohannes Waser di Unterwalden, commissario e podestà di Bellinzona.
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Notai
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Tradizione e lingue
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Originale
Lat. |
Caratteristiche esteriori
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1080 mm x 225 mm, 137 righe.
L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. La pergamena presenta strappi lungo il margine destro e alcuni fori, uno dei quali, nella parte inferiore, cucito prima della stesura del testo. |
Segnatura
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ASTi, Comune di Medeglia 32
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