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9 novembre 1471, Bellinzona
Vendita, Instrumentum narrationis et venditionis

Giovanni detto Longo del fu Zane «de Montelyono» di Monte Carasso, procuratore designato da Donato del fu Cristoforo Orelli di Moia nonché curatore dei fratelli Cristoforo e Guarino del fu Tognino, fratello del detto Donato Orelli, il 29 novembre 1463 aveva venduto a Pietro Magoria del fu Giovanni di Locarno, abitante a Bellinzona, un terreno situato nel territorio di Moia «in Roncho de Moyro», al prezzo di 147 lire e otto soldi di terzoli ed era stato investito di tale terreno per un canone annuo di tre congi di vino bianco e due polli, ma la vendita non risultava legale, poiché il terreno era stato venduto il 13 gennaio 1457 da Donato Orelli, agente anche a nome dei nipoti Cristoforo e Guarino, al prezzo di 100 lire di terzoli. Ora Giovanni Longo e Bontà di Zane «de Curte Nova», vedova di Cristoforo del fu Tognino Orelli di Moia, madre e tutrice di Tognino, Bernardino e Zane, minorenni, volendo garantire l'acquirente sui beni di Guarino e Cristoforo, assenti da Bellinzona, per il prezzo di 147 lire e otto soldi di terzoli relativo alla seconda vendita, come pure per le 51 lire e 13 soldi di terzoli per l'acquisto di sale e di altre merci date al detto Cristoforo, vendono a Pietro Magoria due terreni situati nel territorio di Moia «ad Ronchos de Moiro», nonché il plusvalore sul primo terreno. Il prezzo della vendita è di 200 lire di terzoli. La vendita avviene con il consenso di Borrino Colli, commissario ducale e podestà di Bellinzona. (Cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 47 e 72).

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Tradizione e lingue
Originale
Lat.
Caratteristiche esteriori
700 mm x 370 mm, 94 righe.
L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Alcune macchie e un piccolo foro nell'angolo superiore destro.

Segnatura
ASTi, Pergamene, Pometta 106