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20 dicembre 1512, Bellinzona
Vendita, Instrumentum venditionis

Nicolao del fu Giovanni del fu Franzio Rusca di Giubiasco, minorenne, agente anche a nome dei suoi fratelli Agostino e Abbondio e con il consenso della madre Anna del fu Cristoforo Tatti di Bellinzona, curatrice testamentaria del detto Giovanni Rusca, vende ad Elisabetta del fu Giacomo Magoria, agente anche a nome del marito Bernardino del fu Giovanni Molo di Bellinzona, la terza parte del diritto di installare una peschiera nel fiume Ticino, a Bellinzona, «a Sasso Acuto quod est ultra dictum Ticinum et prope Muratam Salegii usque ad confinia Locarni» e di pescarvi e tenervi «pisses et torrentinas seu truitas», nonché la terza parte del diritto di riscuotere un pedaggio da chi conduce pali («cepatas») sul detto fiume. Tali diritti erano stati locati alla comunità di Bellinzona il 1. giugno 1500 dal detto Giovanni Rusca, per un terzo, dai fratelli Ramengo, Giovanni Antonio e Giovanni Pietro del fu Paolo Rusca di Giubiasco, per un altro terzo, e da Giovanni Giulio del fu Antonio Rusca di Bellinzona e da Giacomo del fu Pietro Magoria, per l'ultimo terzo, al canone annuo di 33 fiorini. Il prezzo della vendità è di 704 lire di terzoli. La vendita avviene alla presenza di Pietro Pedruzzi di Quinto, luogotenente del commissario e podestà di Bellinzona Hans Ochser di Altdorf.

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Tradizione e lingue
Originale
Lat.
Caratteristiche esteriori
1030 mm x 390 mm, 108 righe.
L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

Segnatura
ASTi, Pergamene, Pometta 222
Edizione
BSB I (1929), pp. 319-322.