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24 marzo 1526, Bellinzona
Vendita con convenzione, Instrumentum venditionis

Elisabetta del fu Giacomo Magoria di Bellinzona, col consenso del marito Bernardino del fu Giovanni Molo, vende a Lazzaro del fu Zanetto di Soazza e a Martino Bonalini del fu Guglielmo di Mesocco otto terreni situati nel territorio di Monte Carasso «ad Gazium», di Bellinzona «ad Ronchum del Gazio» e «ad Pozarancham de Monte Carassio», e di Sementina «in la Monda», locati il 16 gennaio 1523 ai fratelli Cristoforo e Giovanni del fu Igmino del fu Cristoforo di Piemoretti di Monte Carasso abitanti «ad la Zotam», nel territorio di Bellinzona, e a Domenico loro nipote, figlio del fu Bernardo «de Iacmalo» di Monte Carasso, per un canone annuo di dieci congi di vino bianco, tre staia di castagne pestate e due polli. Il prezzo della vendita è di 714 lire di terzoli. La detta Elisabetta e i suoi eredi si impegnano a pagare in perpetuo le taglie imposte dal comune di Bellinzona sui beni venduti. (Cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 230).

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Notai
Tradizione e lingue
Originale
Lat.
Caratteristiche esteriori
495 mm x 340 mm, 56 righe.
Macchie nella parte iniziale e numerosi fori di piccole e medie dimensioni, in gran parte risalenti alla lavorazione della pelle.

Segnatura
ASTi, Pergamene, Pometta 234