<...> <...> 1590, Sementina Vendita, Instrumentum venditionis
L'assemblea dei vicini di Piancalardo, convocata per ordine del console Alessio del fu Giovanni «de Gianatio», vende a cinque uomini di Monte Carasso, abitanti a Sementina e agenti a nome di tutti quelli di Monte Carasso che abitano a Sementina, un canone di 50 lire di terzoli che i detti acquirenti dovevano versare annualmente al comune di Piancalardo in base ad un arbitrato pronunciato da Antonio Ghiringhelli di Bellinzona l' 11 maggio 1532. Il prezzo della vendita è di 1000 lire di terzoli, delle quali 700 devono essere consegnate a Francesco Cusa del fu Giovanni Pietro di Bellinzona come stabilito in un riconoscimento di debito, 100 ad Antonio sarto del fu Martino Righini per un debito contratto nei suoi confronti dal comune di Piancalardo e le restanti 200 da versare nelle mani dei rappresentanti del detto comune.
840 mm x 290 mm, 96 righe. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Numerosi fori, macchie e diffuse sbiaditure su tutto il documento, ma in particolare nella parte iniziale.