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24 gennaio 1575, Lottigna
Vendita, Instrumento di vendita

Giacomo «del Nigro» detto «<lo S>lochetta» di Dangio di Aquila, curatore degli eredi minorenni del fu mastro Giovanni Giacomo Bruno di Dangio, abitanti a Bellinzona, e Aloisio «di Galbi», pure curatore dei detti eredi (come confermato dal luogotenente Nicolao Cislaghi di Bellinzona), vendono a Giovanni Domenico Cima del fu Andrea di Dangio, luogotenente di Val Blenio, gli interessi su ogni campo, stalla, rascana e «eiritia» sul monte Toma nel territorio di Largario e Aquila, ereditati dalla nonna. Il prezzo di vendita è di 690 lire «de mezano» e i curatori dichiarano aver consegnato a mastro Giovanni Giacomo Iudice, console di Ponto Valentino, la somma di 540 lire «di mezano» per il debito dei minori, e la restante somma per altri debiti e le spese sostenute dai curatori. I beni sono stimati da Alberto «Schotto», servitore di Aquila, e Pietro «olim Varencio Iacobo Domenigha» di Ponto Vallentino e messi all'incanto tra il 6 e il 20 gennaio. La vendita è confermata da Jost Zorn di Svitto, vicario di Val Blenio, e da mastro Giacomo Ghiringhelli di Bellinzona, altro curatore degli eredi.

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Notai
Sigilli
Deperdito, aderente sotto carta: Jost Zorn. Nessuna traccia del sigillo di Jost Zorn, vicario di Val Blenio, rimangono visibili soltanto i fori praticati nella pergamena per fissarlo.
Tradizione e lingue
Originale
It.
Caratteristiche esteriori
470 mm x 280 mm, 64 righe.
Piccoli fori lungo la piegatura verticale sinistra e nel margine inferiore dovuti a rosicatura

Segnatura
ASTi, Cima 40