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23 novembre 1528, Locarno
Locazione, Instrumentum investiture hereditatis

I frati Protasio «de Porhis de Cumis», maestro di teologia, Paolo Barnaba Orelli, guardiano, Protasio Mazachi, Agostino «Blancheti», Giuseppe Nessi, Elia [di Ivrea], Giovanni Zanini, Giuseppe di Como e Bartolomeo «Zezime», del convento di S. Francesco, e Alessandro Orelli e Romerio di Russo, procuratori del convento, investono a titolo di eredità e enfiteusi Martino del fu Pietro «Martini Pizani» di Mergoscia, abitante a Minusio, di un appezzamento di terreno arativo e vignato «a rumpibus et vitibus» nel territorio e campagna di Minusio «in Tractu de Rompo», la cui investitura e miglioria è stata venduta a Martino da Lazzaro del fu Antonio Adamini di Minusio il giorno stesso. Il canone annuo è di 2 staia di mistura (segale e miglio in parti uguali) e di una mina frumento, da consegnare per s. Martino.

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Tradizione e lingue
Originale
Lat.
Caratteristiche esteriori
620 mm x 235 mm, 112 righe.
Diversi fori, risalenti alla lavorazione della pelle.

Segnatura
ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 117