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10 novembre 146<6>, Bellinzona
Deposito di canoni, Instrumentum depositi

Giovanni Rusconi del fu Marcolo Rusca, agente a nome suo e dei suoi fratelli Giorgio e Antonio, aveva investito a titolo di eredità perpetua Zane del fu Giovannotto «de Roncho» di Lumino, ora defunto, di alcuni beni, al canone annuo di un congio di vino da consegnare al tempo della vendemmia e 10 lire di terzoli, 2 staia di mistura (segale e miglio in parti uguali) e 4 pollastri da consegnare per s. Martino, il 25 agosto 1416. Inoltre i detti fratelli Giorgio e Antonio avevano investito a titolo di eredità perpetua Gianazio figlio di Giovannotto «de Roncho» di Lumino, ora defunto, di alcuni beni, al canone annuo di 2 staia di mistura (segale e miglio in parti uguali) e 5 lire di terzoli da consegnare per s. Martino e un congio di vino o mosto da consegnare al tempo della vendemmia, il 16 maggio 1420 (?). In seguito detto Giorgio, ora defunto, aveva venduto i canoni delle due locazioni a Bartolomeo Muggiasca del fu Ambrogio, il 17 febbraio 146[1]. Ora i fratelli Giacomo, Tognino e Giovanni detto Motta, figli di Zane di Giovannotto «de Roncho», debitori nei confronti di detto Bartolomeo per il canone di 2 anni (1465 e 146<6>), non avendo trovato i fitti nella casa di Bartolomeo, dopo aver interrogato anche alcuni vicini, davanti a Simone del fu Giacomo «Blegnioni» detto «Bachare» di Lumino, abitante a Bellinzona, consegnano su un carro 4 congi di vino, 8 staia di mistura, 30 lire di terzoli e 8 pollastri.

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Tradizione e lingue
Originale
Lat.
Caratteristiche esteriori
445 mm x 340 mm, 77 righe.
Lacune, lacerazioni e fori, lungo i margini e le piegature, dovuti a consunzione e rosicatura.

Segnatura
ASTi, Pergamene, Bellinzonese 12