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6 novembre 1509, Lugano
Sentenza, Instrumentum sententie

Giacomo «de Roncho», vicario e luogotenente del capitano di Lugano Antonio Castiglioni, pronuncia la propria sentenza nella causa tra i fratelli Giovanni Giacomo, Giovanni Antonio, Marco, Giovanni Leonardo, Giovanni Stefano e Giovanni Aloisio Somazzi di Lugano del fu Nicola e Giovannina loro madre, tutrice e curatrice, da una parte, e Giovanni Rusca di Magliaso, abitante a Como, rappresentato dal suo procuratore Stefano Brocchi, dall'altra, relativa ad un'investitura enfiteutica di alcuni beni situati nel territorio di Suvigliana e di Viganello, fatta il 1. febbraio 1501 dai detti Somazzi a Giovanni del fu Bartolomeo Canevali di Lugano, al canone annuo di 9 ducati d'oro larghi. Il detto Giovanni locatario aveva promesso il 22 gennaio 1494 di pagare a Nicola Somazzi 700 lire di terzoli per un deposito; in seguito il detto Nicola era morto e lo stesso Giovanni era rimasto debitore anche di 58 ducati larghi d'oro per canoni d'affitto trascorsi. Il vicario dichiara che i beni in questione debbano rimanere ipotecati agli eredi Somazzi per la somma di ducati 45 d'oro per canoni livellari non corrisposti negli anni dal 1502 al 1506, e condanna il Rusca a lasciare i beni ai Somazzi finché essi potranno conseguire quanto dovuto da Giovanni Carnevali.

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Tradizione e lingue
Originale
Lat.
Caratteristiche esteriori
655 mm x 400 mm, 77 righe.
Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

Segnatura
ASTi, Pergamene, Poggi 50
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