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2 giugno 1475, Bellinzona
Testamento, Instrumentum testamenti

Pietro Magoria del fu Giovanni Magoria di Locarno, abitante a Bellinzona, detta il suo testamento designando esecutori il frate Deodato «de Laude», priore del convento di S. Giovanni Battista del Dragonato e il prete Giovanni Cusa, canonico di S. Pietro di Bellinzona. Egli assegna a titolo di dote alla cappella di S. Agostino, situata nella detta chiesa di S. Giovanni Battista e da lui stesso fondata, alcune proprietà e sei congi di vino su tutti i suoi beni per la celebrazione di tre messe ogni settimana e due annuali di dodici messe ciascuno. Assegna alla fabbrica del convento 200 lire di terzoli e alla chiesa di S. Maria Maggiore di Milano un ducato d'oro. Nomina la moglie Giovannina del fu Pietro Cusa usufruttuaria di tutti i suoi beni, lascia alla figlia Margherita, moglie di Lancillotto Molo, 400 fiorini in contanti o in titoli di credito e agli eredi maschi di suo fratello Antonio Magoria, o in subordine ai discendenti maschi della linea più vicina tra i parenti del testatore, un sedime situato a Bellinzona, nella contrada di Nosetto. Egli condona al nipote Giovanni detto Fra, figlio di suo fratello Donato, un debito di 36 fiorini, assegna in dote alla nipote Margherita del fu Giovanni di Carate e della fu Maddalena Magoria, sua sorella, 200 lire di terzoli, e nomina suo erede universale il figlio Giacomino o la figlia Margherita, se Giacomino morisse senza figli. Il testatore ordina di essere seppellito nella chiesa di S. Giovanni Battista presso la cappella di S. Agostino.

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Tradizione e lingue
Originale estratto da imbreviature (1492 novembre 19)
Lat.
Caratteristiche esteriori
1700 mm x 210 mm, 245 righe.
L'atto è costituito da quattro membrane cucite insieme.

Segnatura
ASTi, Pergamene, Pometta 123
Edizione
BSB VI (1944), pp. 158-163.
Regesto
BSB V (1942), p. 25.