19 luglio 1507, Bellinzona Rinuncia, Instrumentum renuntiationis
Galeazzo del fu Lancillotto Molo di Bellinzona, agente anche a nome dei fratelli Giovanni Agostino, Pietro e Giovanni Antonio, rinuncia nelle mani dei coniugi Bernardino di Giovanni Molo di Bellinzona ed Elisabetta, figlia ed erede di Giacomo Magoria di Bellinzona, ad ogni diritto sul canone livellare di dieci lire di terzoli e due polli versato annualmente da Domenico detto Tamela del fu Bertramo «de Trussonibus» di Roveredo, abitante a S. Antonino, e gravante su un terreno situato nel territorio di S. Antonino «ad Pontem Novum», che Lancillotto Molo del fu Giovanni Galeazzo di Bellinzona aveva venduto a Giacomo Magoria al prezzo di 250 lire di terzoli il 2 giugno 1486, ottenendo poi dal detto Giacomo la concessione di riacquistare tali beni al medesimo prezzo. Giovanni Pietro dichiara di avere ricevuto per tale rinuncia 50 lire di terzoli.
(Cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 156).