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31 luglio 1522, Bellinzona
Vendita, Instrumentum venditionis

Elisabetta del fu Giacomo Magoria di Bellinzona, con il consenso del fratello Rodolfo Magoria di Bellinzona, procuratore di Bernardino del fu Giovanni Molo, marito di Elisabetta, vende al sarto Zane del fu Martino Grandi di Bellinzona, agente anche a nome dei fratelli Taddeo, Pietro e Antonio del fu Giovanni «del Vilano» di Roveredo, il canone livellare di 14 staia di formentata di frumento e segale versato annualmente da Domenico Berta di Giubiasco e i beni sui grava il detto canone, nonché il canone livellare di due staia di formentata di frumento e segale versato annualmente da Tona «del Rubeo de la Frixa» di Castione e i beni sui grava il detto canone. Il prezzo della vendita è di 400 lire di terzoli, dovute ai fratelli «del Vilano» da Elisabetta a nome di Bernardino del fu Franceschino Ghiringhelli di Bellinzona, genero di Elisabetta e Bernardino, a pagamento parziale della dote di Camilla, loro figlia e moglie del detto Bernardino Ghiringhelli.

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Tradizione e lingue
Originale
Lat.
Caratteristiche esteriori
110 mm x 190 mm, 152 righe.
L'atto è costituito da due membrane cucite insieme, presenta qualche macchia e alcuni piccoli fori in parte risalenti alla lavorazione della pelle.

Segnatura
ASTi, Pergamene, Pometta 229