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25 agosto 1329, Locarno
Arbitrato, Instrumentum arbitramentorum
<Guido> Orelli, arbitro designato dalle parti in causa per risolvere la lite tra il comune di Brissago, da una parte, e il comune di Centovalli, dall'altra, relativa alle terre e al bosco «de Termino et de Uriono usque ad valem <de Usina>» e all'alpe «<de Perrona>scha et territorii de valle», stabilisce le modalità di sfruttamento delle terre in questione. Lo stesso arbitro aggiunge poi altre specificazioni sul diritto di pascolo riconosciuto al comune di Centovalli, apportando un'aggiunta in data 25 aprile 1330.
17 settembre 1350, Golino
Testamento, Carta testamenti
Domenico «Ferini» del fu Amedeo di Intragna detta il suo testamento. Egli lascia 100 lire di denari nuovi da distribuire parte in sale e parte in denaro ai vicini di Intragna, Verdasio e Golino, che dovranno essere consegnati dai suoi fratelli Guglielmo e Pietro, all'elemosina della chiesa di S. Giorgio di Golino 3 staia di mistura (segale e miglio) di pane, da distribuire ogni anno per la festa di S. Stefano, garantendoli su tre appezzamenti di terreno a campo nella campagna di Golino «ad Ravacellum», «ad Pedem Campanee de Gullino» e «ad Canavalos», che sono lavorati dalla figlia Guglielma sua erede. Stabilisce inoltre che se la figlia dovesse morire, i campi diventeranno degli amministratori della chiesa di S. Giorgio. Lascia alla figlia Elenuccia 60 lire di denari nuovi, alla figlia Bertina 40 lire di denari nuovi, garantiti entrambi dalla figlia Guglielma. Ordina di celebrare 3 annovali, garantiti su 3 appezzamenti di terreni, il primo vignato nel territorio di Intragna «apud locum de Intragna», il secondo «in Campo» e il terzo «in Dayrono». Inoltre, se Guglielma dovesse morire senza eredi, lascia i suoi beni alla chiesa di S. Giorgio, all'elemosina 8 staia di mistura (segale e miglio per metà) di pane, da distribuire per S. Stefano, e ulteriori 100 lire di denari nuovi, consegnati dai fratelli Guglielmo e Pietro dai detti vicini, in memoria dell'anima del testatore. Nomina eredi universale Guglielma e stabilisce che detta Guglielma abiti nella sua casa e vi mantenga il fuoco.
17 settembre 1350, Golino
Testamento
Domenico «Ferini» del fu Amedeo di Intragna detta il suo testamento. Egli lascia 100 lire di denari nuovi da distribuire parte in sale e parte in denaro ai vicini di Intragna, Verdasio e Golino, che dovranno essere consegnati dai suoi fratelli Guglielmo e Pietro, all'elemosina della chiesa di S. Giorgio di Golino 3 staia di mistura (segale e miglio) di pane, da distribuire ogni anno per la festa di S. Stefano, garantendoli su tre appezzamenti di terreno a campo nella campagna di Golino «ad Ravacellum», «ad Pedem Campanee de Gullino» e «ad Canavalos», che sono lavorati dalla figlia Guglielma sua erede. Stabilisce inoltre che se la figlia dovesse morire, i campi diventeranno degli amministratori della chiesa di S. Giorgio. Lascia alla figlia Elenuccia 60 lire di denari nuovi, alla figlia Bertina 40 lire di denari nuovi, garantiti entrambi dalla figlia Guglielma. Ordina di celebrare 3 annovali, garantiti su 3 appezzamenti di terreni, il primo vignato nel territorio di Intragna «apud locum de Intragna», il secondo «in Campo» e il terzo «in Dayrono». Inoltre, se Guglielma dovesse morire senza eredi, lascia i suoi beni alla chiesa di S. Giorgio, all'elemosina 8 staia di mistura (segale e miglio per metà) di pane, da distribuire per S. Stefano, e ulteriori 100 lire di denari nuovi, consegnati dai fratelli Guglielmo e Pietro dai detti vicini, in memoria dell'anima del testatore. Nomina eredi universale Guglielma e stabilisce che detta Guglielma abiti nella sua casa e vi mantenga il fuoco.
5 gennaio 1351, Locarno
Conferma, Instrumentum aprobationis et confirmationis
Domenico Ferini del fu Amedeo di Intragna aveva dettato il suo testamento. Ora Elena figlia del fu Domenico, moglie di Giacomino Augusto «de Corbellus» di Intragna, con il consenso del marito, e Bertina figlia del fu Domenico, moglie di Giacomino «de Ferini» di Losone, con il consenso del marito, confermano il testamento del padre, in memoria della sua anima.
22 marzo 1360, Intragna
Testamento, Instrumentum testamenti
Madio del fu Bertramo «de Tempo» di Intragna detta il suo testamento e lascia ai poveri e ai vicini di Intragna e Golino due staia di biada di mistura (segale e miglio per metà) di pane, alla misura della pieve di Locarno, garantiti su un appezzamento di terreno a campo nella campagna di Golino «in Cruyzio», nonché due montoni. Stabilisce che vengano celebrati ogni anno nella chiesa di S. Giorgio di Golino due annovali, per i quali il sacerdote celebrante dovrà ricevere 12 imperiale e il sagrestano 3 imperiali per ogni annovale, in memoria della sua anima e dei suoi defunti. A garanzia di tali disposizione il testatore designa un appezzamento di terreno a prato con alberi nella campagna di Golino presso detta chiesa. Stabilisce inoltre che ogni anno vengano celebrati altri 2 annovali nella detta chiesa, per i quali il sacerdote celebrante dovrà ricevere 12 imperiale e il sagrestano 3 imperiali per ogni annovale e a garanzia di tali disposizione il testatore attribuisce un corte con case nel territorio di Intragna «ad Comunum», in memoria dell'anima dei defunti Madio «Sabate» di Intragna, suo suocere, e di Galizia, moglie del testatore. Nomina infine erede Lorenzo del fu Pietro «Groli» di Bosco, abitante a Intragna, e gli lascia la sua casa.
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