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12 febbraio 1502, Golino
Inventario, Instrumentum inventarii seu repertori dicte ecclesie
Giacomo Albertoni del fu Albertoni di Golino e Guglielmolo del fu Zane «Mondina de Puteo» di Intragna, procuratori del comune di Golino e Intragna, consegnano nelle mani del prete Bartolomeo «Tromi», beneficiale e rettore della chiesa di S. Giorgio di Golino, e in presenza di Domenico detto «Manicha» di Golino, credenziario di detto comune, e del notaio rogatario, i beni mobili e immobili, i fitti, le decime, i libri, le suppellettili e i paramenti liturgici della chiesa di S. Giorgio di Golino. Seguono le modifiche relative ad alcuni fitti del 25 aprile 1518, 14 agosto 1526, 22 aprile 1527, 1512 (?) e 1528.
7 gennaio 1505, Golino
Vendita e dazione in pagamento, Instrumentum venditionis et dati[onis] in solutum
Giovanni del fu Lafranco «Tomaxii» di Intragna, agente a nome proprio e dei suoi fratelli Martinolo e Giacomo, aveva venduto a Franzino del fu Pietro Sasselli di Intragna, procuratore del comune di Intragna e Golino, un appezzamento di terreno prativo e silvato con alberi di castagne nel territorio di Intragna, al prezzo di 150 lire di denari nuovi, come contenuto in una vendita del 4 febbraio 1477 (v. Intragna 33). In seguito aveva venduto a Tognino del fu Tommaso detto Gaspare «de Carale» di Golino, procuratore di detto comune, un appezzamento di terreno a gerbido e a selva con castagni nel territorio di Intragna «ad Codigam in Spardis (?)», al prezzo di 50 lire di denari nuovi, come contenuto in una vendita dell'8 maggio 1489. Tognino, agente a nome della chiesa di S. Giorgio di Golino, aveva poi investito a titolo di locazione Giovanni dei detti beni al canone di 8 lire di denari nuovi, da consegnare per s. Martini alla chiesa. In seguito detto Giovanni «Tomaxii», da una parte, e Antonio del fu Maffeo «olim Domini Togni» di Golino, caneparo della chiesa, e mastro Giacomo del fu Albertone di Golino, procuratore del comune, avevano eletto stimatori Piero detto «Pezio» del fu Giacomo, console di Intragna, e Domenico detto «Manicha» di Golino, per stimare il valore delle migliorie sui beni, che ammontano a 70 lire di denari nuovi. Ora Giovanni del fu Lafranco vende a mastro Giacomo del fu Albertone di Golino, procuratore e agente a nome del comune, tutte le migliorie per un valore complessivo di 70 lire di denari nuovi, a completa soluzione dei debiti contratti verso la chiesa di S. Giorgio di Golino.
24 aprile 1506, Golino
Locazione, Instrumentum investiture hereditatis
Guglielmo del fu mastro Romerio di Golino, procuratore del comune di Golino, Intragna e Verdasio, investe a titolo di eredità perpetua Antonio del fu Maffeo Domenico Togni e ai suoi fratelli di Golino, agente a nome proprio e del fratello Giacomo, di un corte prativo con una casa con tetto in piode e con un'altra metà casa con tetto in piode e metà cancello nel territorio di Golino e Intragna «ad Revel», al canone annuo di 2 staia di mistura (segale e miglio per metà), da consegnare per s. Martino.
20 maggio 1511, Tegna
Vendita, Instrumentum venditionis
La vicinanza di Tegna di Pedemonte, convocata su richiesta di Petrolo di Zanoli «de Festis» di Tegna di Pedemonte, console di detto comune, vende a Giovanni del fu «Madicti de Madiis» di Intragna, console del comune di Golino, Intragna e Verdasio, Guglielmo del fu Romerio di Golino, procuratore di detto comune, e Agostino del fu Togneto «de Augustis» di Intragna e Antonio del fu Maffeo Domenico Togni di Golino, entrambi credenziari, ogni diritto di pascolo nel territorio di Intragna «in Ovega». Il prezzo della vendita è di 80 lire del nuovo conio.
5 luglio 1512, Golino
Vendita, Instrumentum venditionis
Lafranco del fu Giovanni «Thomaxi» di Intragna vende a Guglielmo del fu Romerio di Golino, console del comune di Golino e Intragna, agente a nome di detto comune, un appezzamento di terreno prativo e silvato con alberi di castagne nel territorio di Intragna «in sponda de la Codegha». Il prezzo della vendita è di 50 lire di terzoli.
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