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15 febbraio 1474, Verscio
Locazione, Instrumentum hereditatis
La vicinanza di Cavigliano, Verscio e Auressio di Pedemonte, convocata su richiesta del console Zane «Buzari» di Cavigliano di Pedemonte, agente a nome della chiesa di S. Fedele di Verscio, investe a titolo di eredità perpetua Guglielmo detto «Serantinum» del fu Giacomo di Borgnone di Centovalli, abitante a Golino, e Togno «Caralis» del fu Gaspare di Golino, procuratori del comune di Golino, del diritto di pascolo con bestie grosse e minute nel territorio di Pedemonte «in Costis», da metà novembre alle calende di aprile e per i 2 giorni di agosto prima della vigilia di s. Bartolomeo (24 agosto), a condizione che i pastori, che custodiscono le bestie di quelli di Golino, non possano portare al pascolo qualche strumento da taglio («ferum») per esportare alcuna cosa da questo territorio e pascolo, eccetto la verga delle bestie per cacciarle, sotto la pena di 20 soldi di terzoli. Il canone annuo è di una mina di olio da consegnare per s. Martino alla chiesa di S. Fedele di Verscio.
17 marzo 1475, Locarno
Rinuncia, ricevuta e vendita, Instrumentum finis liberationis et pacti ac venditionis
Pietro del fu Guglielmo «quondam Romerii Tempi» di Intragna aveva venduto ai fratelli Giacomo e Guido del fu Ardizio «olim Iacobi» di Borgnone, abitante a Rasa nelle Centovalli, un appezzamento di terreno prativo con una casa con tetto in piode nel territorio di Intragna «ad Cadolonium», al prezzo di [5]00 denari nuovi, come contenuto in una vendita del 14 gennaio 1462 (v. Comune di Intragna 26). I detti fratelli Giacomo e Guido avevano retrovenduto il terreno a Pietro «Romerii». Ora detto Pietro rinuncia nelle mani di Antonio del fu Zanone de Curte Brunono di Intragna, abitante a Rasa di Centovalli, agente a nome di Giacomo Ardizio di Rasa e i suoi eredi, a ogni pretesa di diritto e miglioria dei beni menzionati nella vendita. Pietro dichiara di avere ricevuto da detto Antonio 50 lire di denari nuovi.
4 febbraio 1477, Golino
Vendita, Instrumentum venditionis, dati et cessionis
Giovanni del fu Lafranco «Tomaxii» di Intragna, agente a nome proprio e dei suoi fratelli Martinolo e Giacomo, vende a Franzino del fu Pietro «Sasseli» di Intragna, agente a nome proprio e del comune di Intragna e Golino, appezzamenti di terreno a prato e selva nel territorio di Intragna. Il prezzo della vendita è di 150 lire di denari nuovi.
1 agosto 1483, Golino
Locazione, Instrumentum investiture hereditatis perpetue
La vicinanza di Intragna e Golino, convocata su richiesta del console Romerio, investe a titolo di eredità perpetua i fratelli Riccardino e Antonio del fu Guglielmo «Gratelli» di Intragna di un <sedime> con «domibus fochi», solaio, canapa con tetto in piode con corte e vigna e un appezzamento di terreno arativo, prativo e vignato nel territorio di Intragna, un corte arativo e vignato con due case con tetto in piode «ad Calegium», un campo arativo «in Deyrano», un appezzamento di terreno prativo e silvato con alberi di castagne nel territorio di Intragna e Golino «in Planis del Ponte» e un appezzamento di terreno prativo e silvato «in Bechana», dei quali il padre era stato investito il 14 maggio 1440. Il canone annuo è di 2 staia di bianda (segale e miglio per metà), 2 staia di vino e 1 staio di castagne verdi e passate, da consegnare per Natale.
17 gennaio 1486, Intragna
Vendita, Instrumentum venditionis
Guglielmo del fu Giulio «olim Paroli de Malvaliis» di Golino vende a Tognino del fu Tommaso detto Gasparino «de Carale» di Golino, console del comune di Intragna, Golino e Verdasio, agente a nome dei vicini di detto comune, un corte prativo con una casa con tetto in piode e un'altra metà casa «a focho» con tetto in piode e con cancello sui monti di Intragna e Golino «ad Revellum». Il prezzo della vendita è di 53 lire di denari nuovi, che il comune ha ricevuto «pro pretio et mercato» di 2 staia di mistura (segale e miglio per metà) pagati a detto comune da Giovanni del fu Zane «olim Iacobi Marie» di Verscio di Pedemonte, come contenuto in una locazione del 17 gennaio 1475. Lo stesso giorno prima della presente vendita, il comune aveva venduto il detto fitto a Giovanni di Verscio al prezzo di 53 lire di denari nuovi. Sempre lo stesso giorno il comune investe detto Guglielmo (o Guglielmolo) «Paroli» del corte venduto, al canone di 2 staia di mistura (segale e miglio per metà), allo staio di Locarno.
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