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18 febbraio 1493, Golino
Locazione, Instrumentum investiture hereditatis
I defunti fratelli Madio e Giacomo, figli del fu Maffeo «de Loro» di Intragna, erano tenuti a consegnare al comune di Intragna e Golino un canone di 4 staia di mistura (segale e miglio per metà), 2 staia di castagne verdi e passate e 4 staia di vino, da distribuire ogni anno ai poveri di detto comune, come contenuto in una locazione del 2 febbraio 1376. In seguito il comune aveva investito i fratelli Riccardo e Antonio, figli del fu Guglielmo «Grateli» di Intragna, di metà dei beni, come contenuto in una locazione del 1 agosto 1483 (v. Comune di Intragna 34). L'altra metà era stata venduta dai discendenti di Madio e Giacomo e metà elemosina era stata estinta. Il comune, volendo mantenere l'elemosina, aveva proceduto contro i detentori dei beni. Infine Maffeo del fu Francesco «olim Madii Cassonini» di Golino, discendente di Madio e di Giacomo, fratello del primo investitore Maffeo «de Loro», si era accordato con il comune e aveva assegnato diversi beni in cambio di quelli venduti, a cauzione del fitto, cioè un «cortauro» con 3 case con tetto in piode e un «camaneto», un corte, un porcile e un pergolato a Golino, nonché un terreno recintato, prativo, silvato e murato nel territorio di Golino «ad Silvam de Intragna», nel quale si trovano 2 piante di castagne della chiesa di S. Giorgio di Golino. Ora la vicinanza di Golino, Intragna e Verdasio, convocata dal console Tognino «Caralis» del fu Gaspare di Golino, conferma e investe Maffeo dei detti beni, al canone annuo di 2 staia di mistura (segale e miglio per metà), 2 staia di vino e 1 staio di castagne verdi e passate, allo staio e alla brenta di Locarno, da consegnare per la festa di s. Martino ai poveri del comune. Inoltre Maffeo e i suoi eredi sono tenuti a consegnare entro 9 anni 150 lire di denari nuovi.
18 febbraio 1493, Golino
Locazione, Instrumentum liberationis et hereditatis
I defunti fratelli Madio e Giacomo, figli del fu Maffeo «de Loro» di Intragna, erano tenuti a consegnare al comune di Intragna e Golino un canone di 4 staia di mistura (segale e miglio per metà), 2 staia di castagne verdi e passate e 4 staia di vino, da distribuire ogni anno ai poveri di detto comune, come contenuto in una locazione del 2 febbraio 1376. In seguito il comune aveva investito i fratelli Riccardo e Antonio, figli del fu Guglielmo «Grateli» di Intragna, di metà dei beni, come contenuto in una locazione del 1 agosto 1483 (v. Comune di Intragna 34). L'altra metà era stata venduta dai discendenti di Madio e Giacomo e metà elemosina era stata estinta. Il comune volendo mantenere l'elemosina, avevano proceduto contro i detentori dei beni. Infine Maffeo del fu Francesco «olim Madii Cassonini» di Golino, discendente di Madio e di Giacomo, fratello del primo investitore del fu Maffeo «de Loro», si era accordato con il comune e aveva assegnato diversi beni in cambio di quelli venduti, a cauzione del fitto, cioè un «cortauro» con 3 case con tetto in piode e un «camaneto», un corte, un porcile e un pergolato a Golino, nonché un terreno recintato, prativo, silvato e murato nel territorio di Golino «ad Silvam de Intragna», nel quale si trovano 2 piante di castagne della chiesa di S. Giorgio di Golino. Ora la vicinanza di Golino, Intragna e Verdasio, convocata dal console Tognino «Caralis» del fu Gaspare di Golino, conferma e investe Maffeo dei detti beni, al canone annuo di 2 staia di mistura (segale e miglio per metà), 2 staia di vino e 1 staio di castagne verdi e passate, allo staio e alla brenta di Locarno, da consegnare per la festa di s. Martino ai poveri del comune. Inoltre Maffeo e i suoi eredi sono tenuti a consegnare entro 9 anni 150 lire di denari nuovi.
26 agosto 1497, Locarno
Vendita, Intrumentum venditionis, dati et cessionis
Giovanni «Alegranzolle» del fu Nazario di Golino vende a Giacomo del fu Franzino Sasselli di Intragna e Guglielmo del fu mastro Romerio di Intragna, abitante a Golino, agenti a nome del comune di Intragna, Golino e Verdasio, un corte prativo con una casa con il tetto in piode nel territorio di Golino «in Salegio». Il prezzo di vendita è di 100 lire di denari nuovi, impiegate a soluzione del debito contratto da Giacomo e Guglielmo per detto Giovanni nei confronti di Gabriele del fu Giovanni Pietro «de Buris» Orelli di Locarno, agente a nome suo e del fratello Pietro Antonio, che sono parte della completa soluzione di 200 lire di terzoli come contenuto in una ricevuta e vendita fatta poco prima.
3 aprile 1500, <Mendrisio>
Vendita e dazione in pagamento, <Instrumentum venditionis et in solutum dationis>
Giacomino «Ruschonzellus» di Stabio del fu Andrea vende a Guido della Torre del fu Marco, abitante a Mendrisio, un appezzamento di terreno arativo nel territorio di Stabio «in Prato Mayno». <Il prezzo di vendita è di> 80 lire di terzoli. La vendita avviene a saldo di <un debito>.
3 aprile 1500, Mendrisio
Locazione con patto di riscatto, Instrumentum livelli et pactorum
Guido della Torre del fu Marco, abitante a Mendrisio, investe a titolo di locazione per 29 anni rinnovabili Giacomino «Ruschonzellum» di Stabio del fu Andrea di un appezzamento di terreno arativo nel territorio di Stabio «in Prato Maygno» venduto in giorno stesso per 80 lire di terzoli. Il canone è di un pollastro. Il detto Giacomino potrà riscattare il terreno in questione se verserà al detto Guido 80 liredi terzoli.
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