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Ultimo aggiornamento: 13.01.2025, 14:23
© Ti-Press / Alessandro Crinari
Gli acquisti a ridosso delle festività continuano a rivestire un ruolo centrale per il commercio al dettaglio, sia in Ticino sia in Svizzera. Basti guardare l’indice relativo alle attese dell’evoluzione degli affari nei prossimi mesi, che, non a caso, tocca il suo culmine proprio nell’indagine di ottobre. Gli ultimi risultati del KOF, raccolti a dicembre, indicano però dei risultati generalmente inferiori alle attese. Divario rilevato in particolare: tra i negozi medio-grandi e in Ticino. Rispetto ai risultati raccolti a livello nazionale, a livello cantonale non si rilevano dei chiari cenni di ripresa. Inoltre, rispetto ad altri settori, il commercio al dettaglio sembra uscire da questi anni di rincaro con dei margini di guadagno più bassi. Infine, in termini di occupazione, emergono dei segnali poco rassicuranti, visto che da un paio di mesi cresce il numero di negozi medio-grandi che valutano come “eccessivi” i propri livelli d’impiego attuali.
L’indice relativo all’evoluzione della situazione degli affari nei prossimi mesi viene rilevato dal KOF solo a cadenza trimestrale, gli ultimi dati si riferiscono allora in questo caso alle sensazioni raccolte in ottobre. Questi risultati riportano quindi le attese dei commercianti rispetto al periodo natalizio e ai saldi di fine novembre e di gennaio. Anche quest’anno, i risultati positivi di ottobre dell’indagine KOF riflettono l’importanza di questa stagione e le forti aspettative rispetto agli acquisti di fine anno [F. 1]. Tesi che viene confermata dalle proiezioni distinte secondo la dimensione dei negozi [F. 2].
Nello specifico, tra i piccoli negozi i risultati tratteggiano una chiara tendenza positiva, che raggiunge proprio in ottobre il suo valore più alto. Tra i commerci medio-grandi le prospettive sono pure relativamente buone, ma in questo caso il saldo è leggermente inferiore rispetto alle aspettative espresse in aprile, orientate allora all’imminente stagione estiva e al turismo.
Passando dai risultati trimestrali a quelli mensili e, quindi, all’analisi dell’ultima indagine di dicembre, emerge un leggero peggioramento dell’indice relativo alla situazione attuale degli affari tra i commercianti attivi in Ticino. Al contrario, in Svizzera affiorano cenni di un ulteriore lieve miglioramento, che riporta il saldo in zona positiva. Specialmente i risultati raccolti in Ticino stridono con le attese positive e in crescita espresse solo qualche mese fa.
La tendenza negativa rilevata a sud delle Alpi, può essere distinta in due: tra i negozi medi e grandi i risultati erano in calo già da alcuni mesi e questo leggero peggioramento è un po’ una conferma; tra i piccoli commerci emergevano da diversi mesi dei flebili segnali di miglioramento, per cui qui la flessione è invece arrivata un po’ a sorpresa.
In generale, visti i frequenti cambi di tendenza, rimane la sensazione che i negozi piccoli siano più sensibili alla congiuntura, sia in positivo sia in negativo. Tra l’altro, anche i dati svizzeri confermano questa maggiore “reattività” dei piccoli commerci.
Anche la curva relativa alla valutazione degli affari negli ultimi tre mesi segnala un leggero peggioramento a dicembre, anche se, allargando l’orizzonte di qualche mese, si nota una tendenza in crescita. Curiosamente, in questo caso, la tendenza positiva di questo indicatore si nota maggiormente tra i negozi medi e grandi. Dai risultati dell’indagine sembrerebbe quasi che i commerci medio-grandi siano relativamente più critici nel valutare la situazione attuale rispetto a quando guardano i risultati sull’arco di tre mesi (risultato praticamente all’opposto tra i piccoli commerci).
Per ritrovare degli indizi, capaci di spiegare le tendenze che stanno distinguendo l’evoluzione cantonale rispetto a quella nazionale e quella dei piccoli negozi rispetto ai grandi, occorre analizzare altri indicatori, come: affluenza dei clienti, vendite e profitti.
In termini di affluenza di clienti è evidente il miglioramento in Svizzera, sia tra i piccoli sia tra i negozi medio-grandi. A livello nazionale non solo il saldo torna positivo, ma si conferma in chiaro miglioramento per due mesi consecutivi, cosa rara nel recente passato di questo indicatore. Anche in Ticino i commercianti sembrano riscontrare un aumento della clientela, infatti il saldo di dicembre è migliore di quello riscontrato in ottobre. Ma, a differenza del risultato nazionale, il risultato di dicembre è praticamente uguale a quello di novembre tra i negozi piccoli e addirittura più basso tra i negozi medio-grandi [F. 3].
È interessante annotare come in Svizzera al miglioramento dell’indice relativo all’affluenza di clienti corrisponda quello dei volumi di vendita [F. 4]. In Ticino, invece, il saldo delle vendite tra i piccoli commercianti è leggermente negativo da settembre, detto in altri termini: la differenza tra negozi che rilevano una diminuzione delle vendite rispetto a quelli che ne segnalano un aumento non cambia, e si conferma nuovamente una leggera maggioranza dei primi. Tra i negozi medio-grandi il saldo dell’indice delle vendite a livello cantonale è in miglioramento negli ultimi mesi, pur rimanendo negativo. Per cui, in questo caso si presume che alcuni negozi riscontrano un aumento delle vendite senza un particolare aumento rispetto all’affluenza di clienti.
Infine, l’indice relativo alla situazione reddituale degli ultimi tre mesi (anche qui si tratta di una serie trimestrale, per cui l’ultimo dato rilevato è quello di ottobre) segnala un’unica eccezione positiva: quella dei negozi piccoli a livello nazionale, il cui indice sale verso la parità [F. 5]. Tutti gli altri indici sono relativamente stabili su valori piuttosto negativi.
L’aumento degli utili tra i piccoli negozi riscontrato a livello nazionale e, in generale, il riscontro di un miglioramento degli affari potrebbero essere da correlare alle possibilità di questi commerci di correggere i prezzi di vendita verso l’alto, più che alla crescita dei clienti o delle vendite. Infatti, anche l’indice relativo ai prezzi di vendita per i prossimi tre mesi mostra il caso atipico dei negozi piccoli a livello svizzero che riportano un saldo positivo grazie alla maggioranza relativa di commercianti pronti ad aumentare i prezzi [F. 6]. Mentre tutti gli altri indici sono stabili o, addirittura, in calo nel caso dei negozi medio-grandi.
Paradossalmente, sembrano essere i negozi più grandi a non riuscire a correggere i prezzi al rialzo, vedendo così erodersi lentamente i margini di guadagno. A differenza di altri servizi, basti pensare, ad esempio, alle assicurazioni o ai servizi di comunicazione, è difficile per i commercianti sostenere una nuova correzione al rialzo dei prezzi. Soprattutto in un momento in cui l’affluenza di clientela non dà ancora particolari segni di stabilità né di continuità. A conferma di questa fiacca congiunturale si trovano anche i risultati dell’indice della fiducia dei consumatori (raccolto dalla Seco), che sono in leggera risalita, ma continuano a rimanere relativamente bassi.
Se si guardano gli ultimi dati prospettici relativi ai livelli d’impiego (serie trimestrale, per cui l’ultimo dato si riferisce a ottobre), si attendeva un aumento della manodopera, in particolare tra i negozi medio-grandi [F. 7].
Queste anticipazioni non trovano una piena conferma nei risultati relativi al giudizio rispetto ai livelli attuali, anzi tra i negozi medio-grandi si segnalano dei livelli d’impiego “eccessivi” negli ultimi mesi del 2024. Tra i piccoli negozi le previsioni di crescita riflettono una migliore coerenza rispetto alla maggioranza minima, ma non irrilevante, di negozi che esprimevano una carenza di manodopera.
A cura di Lorenza Sommaruga, Presidente Federcommercio
L’ultimo trimestre dell’anno ha apportato solo lievi miglioramenti alla situazione generale. Mentre alcuni commercianti hanno registrato un calo nelle vendite, altri hanno vissuto un periodo complessivamente positivo. L’intero anno è stato segnato da sfide continue, con grandi aspettative riposte in dicembre, tradizionalmente un mese chiave per il bilancio aziendale. Nonostante le difficoltà, il periodo natalizio ha visto un buon afflusso di clienti nei centri urbani e nei negozi, contribuendo a mantenere vivo lo spirito delle festività e a sostenere le vendite.
Tuttavia, il quadro delle vendite è rimasto disomogeneo, con alcuni settori che hanno subito cali significativi. Tra i fattori che hanno inciso su questa situazione vi sono i rincari legati al contesto economico internazionale, che hanno pesato sui bilanci familiari. Sebbene l’inflazione continui a rappresentare una variabile importante, il consumo complessivo nell’ultimo trimestre è risultato inferiore rispetto all’anno precedente.
Un elemento costante è l’apprezzamento del franco svizzero, che ha spinto molti ticinesi a fare acquisti oltre confine. E la tendenza ad effettuare gli acquisti online non cessa di creare difficoltà ai negozi di ogni genere. I primi mesi del prossimo anno, notoriamente impegnativi, potrebbero portare nuove difficoltà. Qualora la situazione dovesse peggiorare, non si esclude la necessità di rivedere l’organico aziendale. Tuttavia, resta viva la speranza che la situazione possa stabilizzarsi, anche se gli eventi recenti hanno dimostrato quanto rapidamente le condizioni possano mutare.
Quasi tutte le domande delle indagini KOF sono di carattere qualitativo. Gli operatori esprimono un’opinione relativa all’evoluzione oppure allo stato di una variabile significativa dell’andamento dell’azienda nel proprio mercato, secondo in genere tre modalità di risposta (+, =, -).
Per l’analisi congiunturale è consuetudine utilizzare il saldo di opinione tra le due modalità estreme (+ e -), trascurando la modalità neutra (=).
Il saldo tende a descrivere sinteticamente il senso preponderante di variazione della variabile analizzata. Nel caso di un saldo significativamente positivo (o negativo) alla domanda circa la variazione della cifra d’affari, si potrà concludere che tale variabile nel trimestre di riferimento sia verosimilmente aumentata (o diminuita).
È fondamentale, comunque, considerare che questa conclusione sarà tanto più robusta quanto maggiore risulterà il saldo, in quanto esso e le sue variazioni sono sempre da intendere quali indicatori di tendenza e non quali variabili quantitative discrete.
Ufficio di statistica del Cantone Ticino (Ustat)
Eric Stephani
Settore Economia, Ufficio di statistica
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