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Ultimo aggiornamento: 07.07.2025, 09:44
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Nel primo semestre 2025, il commercio al dettaglio in Ticino ha registrato valutazioni generalmente negative, con un parziale miglioramento osservato a maggio, ma già smentito a giugno. L’affluenza e i volumi di vendita hanno mostrato segnali di ripresa nel secondo trimestre, soprattutto tra i negozi medio-grandi, mentre gli utili giudicati fino ad aprile restano in calo, in particolare per i piccoli esercizi. Le previsioni sui prezzi di vendita si sono stabilizzate, sebbene nei punti vendita di dimensioni maggiori persiste il timore di riduzioni. L’occupazione appare nel complesso stabile, con timidi segnali di crescita tra i piccoli commercianti, ma le aspettative per i prossimi mesi restano caute. A livello nazionale, il saldo relativo alla situazione degli affari risulta leggermente più favorevole. Tuttavia, anche in Ticino, si rileva un clima di cauto ottimismo, lievemente superiore alla media svizzera, probabilmente sostenuto dalla stagione estiva e dall’attesa spinta dei saldi.
Nel primo semestre 2025, il saldo delle opinioni dei commercianti ticinesi è rimasto complessivamente negativo: in cinque mesi su sei le valutazioni sfavorevoli hanno superato quelle favorevoli. L’unica eccezione è stata a maggio, quando le due componenti si sono equilibrate, generando un saldo neutro. A livello svizzero, invece, le valutazioni sono risultate nel complesso più favorevoli, con saldi per lo più vicini allo zero o lievemente positivi, in particolare, nei mesi di gennaio, maggio e giugno [F. 1].
Lo scenario appare più incoraggiante se si osservano le prospettive per il semestre successivo, sia in Ticino sia in Svizzera. Nell’ultima indagine trimestrale (aprile 2025), due commercianti ticinesi su dieci si attendevano un miglioramento nei sei mesi successivi, mentre meno di uno su dieci prevedeva un peggioramento. Questo ottimismo si riflette in parte nei risultati appena mostrati relativi al mese di maggio, ma già a giugno i dati sembrano smentirlo. I prossimi mesi saranno quindi fondamentali per comprendere se l’ottimismo verso i mesi estivi verrà confermato.
Distinguendo per dimensione del punto vendita, le valutazioni sulla situazione degli affari dei piccoli negozi riflettono l’andamento complessivo cantonale, con i saldi negativi nella prima metà dell’anno, mentre quelle dei negozi medio-grandi mostrano un progressivo miglioramento: il saldo della situazione attuale, negativo negli ultimi quattro mesi del 2024, è tornato neutro nei primi mesi del 2025, con un picco positivo a maggio. Tuttavia questo slancio si è attenuato a giugno, che segnala un rallentamento della fiducia [F. 2].
Per quanto riguarda la valutazione degli affari negli ultimi tre mesi, le impressioni dei piccoli esercizi restano in linea con il quadro generale, con un alternarsi tra giudizi positivi e negativi durante tutto il primo semestre dell’anno, mentre nei punti vendita medio-grandi il secondo trimestre 2025 mostra una ripresa: la quota di chi segnala un miglioramento prevale su quella dei pessimisti. Le attese sul semestre successivo sono invece convergenti: tanto i piccoli quanto i medio-grandi commercianti esprimono un cauto ottimismo, sostenuto verosimilmente dalla stagione estiva e dal periodo dei saldi.
L’affluenza dei clienti nel settore del commercio è stata giudicata particolarmente negativa alla fine del primo trimestre 2025, con quattro imprenditori su dieci che segnalavano un calo. Nei mesi successivi, tuttavia, il saldo negativo si è progressivamente attenuato, risultando neutro al termine del secondo trimestre. Questo miglioramento dell’affluenza si riflette anche nei volumi di vendita: sebbene nel primo trimestre prevalgono giudizi di diminuzione, il secondo trimestre mostra segnali di ripresa. In particolare, nel mese di maggio si registra un saldo positivo che non si osservava da oltre un anno e mezzo [F. 3]. Ciononostante l’indice di fiducia dei consumatori della Segreteria di Stato dell’economia (SECO), resta negativo delineando un clima incerto per il comparto.
Il quadro è simile per i piccoli negozi, mentre tra i negozi medio-grandi i risultati sono decisamente più favorevoli. Per questi ultimi, il saldo sull’affluenza risulta stabilmente positivo da diversi mesi con un picco a giugno, quando poco meno della metà degli imprenditori ha dichiarato un aumento dei clienti. Anche per quanto riguarda i volumi di vendita, il 2025 ha mostrato un’evoluzione positiva: dopo un lieve calo all’inizio del secondo trimestre, il saldo di giugno torna nuovamente positivo.
L’ultima rilevazione disponibile (aprile) mostra che la maggior parte dei commercianti riteneva i propri utili in calo, specialmente nei piccoli punti vendita. Solo nei negozi medio-grandi le valutazioni risultano più stabili, con saldi per lo più neutri, in linea con una dinamica di vendita più favorevole [F. 4].
Le previsioni sui prezzi di vendita in Ticino hanno evidenziato andamenti contrastanti nel primo semestre 2025. A gennaio prevaleva l’intenzione di aumentare i listini, mentre ad aprile la maggioranza dei negozianti prevedeva una diminuzione dei prezzi. Negli ultimi mesi le attese si sono stabilizzate, orientandosi verso la neutralità [F. 5].
I piccoli esercizi restano sostanzialmente allineati con l’andamento complessivo cantonale. Nei negozi medio-grandi, invece, una quota maggiore di imprenditori si attende ancora un calo dei prezzi, confermato anche dall’ultima rilevazione. Tale orientamento potrebbe essere riconducibile a una giacenza di prodotti in magazzino ritenuta eccessiva da una maggioranza relativa di esercenti di media e grande dimensione.
A livello svizzero il quadro è più uniforme: si registra una lieve tendenza al ribasso dei prezzi al dettaglio. A differenza di quanto avviene in Ticino, quelli allineati al risultato complessivo nazionale sono i negozi medio-grandi. Mentre sono i piccoli commercianti svizzeri a manifestare attese al rialzo, in particolare a inizio 2025. Attese queste ultime che poi si sono attenuate nei mesi successivi pur rimanendo lievemente positive. L’ultima indagine evidenzia una sostanziale stabilità dei listini, risultato allineato con quello dell’indice dei prezzi al consumo che registra un rallentamento dell’inflazione.
L’indicatore relativo all’occupazione non mostra variazioni significative. Tuttavia, nel secondo trimestre 2025 si osserva una timida tendenza all’aumento dei livelli occupazionali attuali, visibile anche tra i piccoli esercenti, che mostrano così un’inversione rispetto al passato. Al contrario, tra i commercianti medio-grandi i giudizi precedentemente più ottimistici si sono progressivamente attenuati, stabilizzandosi nelle rilevazioni più recenti [F. 6].
Per quanto riguarda le aspettative future, i pareri appaiono generalmente più pessimisti. In particolare, tra i piccoli esercenti, una maggioranza relativa ha dichiarato – nelle indagini trimestrali di gennaio e aprile – l’intenzione di ridurre il personale nei tre mesi successivi. Un clima di crescente incertezza si registra anche tra i negozi medio-grandi, dove le aspettative di crescita occupazionale espresse nel 2024 si sono gradualmente affievolite, fino a toccare un saldo negativo nell’indagine di aprile. Queste previsioni trovano riscontro nei dati della statistica dell’impiego, che indicano una contrazione del numero di impieghi nel commercio al dettaglio durante il primo trimestre 2025.
A cura di Lorenza Sommaruga, Presidente Federcommercio
Confermo che l’inizio dell’anno si è rivelato particolarmente difficile. Tuttavia, il mese di giugno ha mostrato un andamento stabile e positivo, con segnali incoraggianti che si auspica possano proseguire anche nel mese di luglio.
La situazione occupazionale all’interno delle attività risulta attualmente stabile, sebbene tra le piccole e medie imprese non si registrino indicazioni di nuove assunzioni. In alcuni casi, inoltre, i collaboratori il cui carico di lavoro era stato precedentemente ridotto continuano a operare con percentuali inferiori rispetto al passato.
Si è notato, ancora una volta, un eccesso di promozioni e un avvio anticipato del periodo dei saldi, fenomeno che evidenzia con chiarezza l’esigenza, da parte di molti operatori, di liberare stock stagionali accumulati e di ricostituire liquidità. Questo comportamento conferma indirettamente che le vendite nei mesi precedenti non sono state soddisfacenti.
Per i prossimi mesi, mantengo un atteggiamento prudente: l’esperienza degli ultimi anni ha dimostrato che le condizioni favorevoli legate al turismo non sempre si traducono in un effettivo incremento delle vendite al dettaglio. È certamente possibile migliorare l’affluenza e il volume degli acquisti nei periodi di alta frequentazione turistica, ma ciò richiede un contesto stabile e una fiducia dei consumatori ancora da riconquistare pienamente.
Quasi tutte le domande delle indagini KOF sono di carattere qualitativo. Gli operatori esprimono un’opinione relativa all’evoluzione oppure allo stato di una variabile significativa dell’andamento dell’azienda nel proprio mercato, secondo in genere tre modalità di risposta (+, =, -).
Per l’analisi congiunturale è consuetudine utilizzare il saldo di opinione tra le due modalità estreme (+ e -), trascurando la modalità neutra (=).
Il saldo tende a descrivere sinteticamente il senso preponderante di variazione della variabile analizzata. Nel caso di un saldo significativamente positivo (o negativo) alla domanda circa la variazione della cifra d’affari, si potrà concludere che tale variabile nel trimestre di riferimento sia verosimilmente aumentata (o diminuita).
È fondamentale, comunque, considerare che questa conclusione sarà tanto più robusta quanto maggiore risulterà il saldo, in quanto esso e le sue variazioni sono sempre da intendere quali indicatori di tendenza e non quali variabili quantitative discrete.
Ufficio di statistica del Cantone Ticino (Ustat)
Vincenza Giancone
Settore Economia, Ufficio di statistica
Tel: +41 (0)91 814 50 48
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