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Ultimo aggiornamento: 07.10.2024, 08:44
© Ti-Press / Gabriele Putzu
Secondo gli ultimi dati raccolti dal KOF il settore bancario continua a mostrare un quadro positivo. Rimangono saldamente positivi, e segnano una leggera crescita, gli indicatori relativi alla domanda di servizi bancari, sia a livello di clientela privata che aziendale. Sottotraccia ci sono però alcune note meno positive: il calo dei margini d’interesse, sta ad esempio incidendo sulla situazione reddituale. Inoltre, una quota non trascurabile di istituti segnala dei livelli d’occupazione “eccessivi”. Valutazione che trova eco nell’indicatore inerente all’evoluzione degli impieghi nei prossimi tre mesi. Sul fronte dei volumi, il saldo dei capitali e delle negoziazioni per conto terzi sono positivi e in crescita, relativamente più stabili quelli inerenti ai nuovi crediti. In generale, osservando i risultati raccolti in Ticino, i dati riflettono tendenze simili, con alcune note più positive, come ad esempio nella valutazione della situazione degli affari, e altre meno, come l’indice relativo ai crediti, che ha registrato una flessione solo a livello cantonale.
In Ticino e in Svizzera
Secondo gli ultimi dati rilevati a settembre, l’andamento degli affari è giudicato nuovamente in modo positivo da una larga maggioranza degli attori del comparto delle banche. Inoltre, come ormai consuetudine da oltre un anno, il saldo rilevato a Sud delle Alpi è risultato maggiore a quello nazionale [F. 1].
Un po’ meno positivi, tanto in Ticino quanto in Svizzera, i dati rispetto alla valutazione degli affari negli ultimi tre mesi. In questo caso la curva ha mostrato un’importante flessione nella prima metà dell’anno, mentre i risultati degli ultimi mesi tornano in tendenza positiva. In ogni caso, pure questi indici appaiono saldamente positivi. Così come sono positivi gli indici relativi alle aspettative rispetto all’evoluzione degli affari nei prossimi sei mesi. In questo caso sorprende un po’ il continuo miglioramento del saldo rilevato a livello cantonale, più stabili e relativamente più prudenti le voci raccolte a livello nazionale.
Confronto tra le piazze finanziarie
Spostando il confronto verso le altre due principali piazze finanziarie: Zurigo e Ginevra, risulta evidente come la situazione è tuttora positiva, ma con toni diversi. A Ginevra il giudizio positivo rispetto alla situazione attuale è anche accompagnato da un giudizio complessivamente positivo rispetto all’evoluzione negli ultimi tre mesi. Diversamente, a Zurigo si nota come il saldo relativo all’andamento degli affari negli ultimi tre mesi si sia progressivamente affievolito. Nonostante ciò, il calo di questi mesi non ha finora intaccato il giudizio generale sull’andamento degli affari, la situazione attuale è infatti ancora valutata positivamente [F. 2].
Guardando nel dettaglio l’indice relativo alla valutazione attuale degli affari, è interessante notare come, sia a Zurigo sia a Ginevra, ci sia stata un’importante flessione nel mese di marzo, quando la Banca Nazionale Svizzera (BNS) ha corretto per la prima volta l’indice di riferimento al ribasso. Flessione che comunque è stata immediatamente seguita da una ripresa, recupero che sembra corroborare la tesi di una buona sintonia tra BNS e comparto bancario.
La lettura positiva della situazione degli affari trova supporto nei giudizi espressi rispetto all’evoluzione della domanda, che risultano pure positivi e in ripresa [F. 3]. A livello nazionale, l’indice relativo alla clientela privata era già il più positivo, risultando inoltre nuovamente in crescita negli ultimi rilevamenti. Quello relativo alla clientela aziendale dopo un periodo in flessione, mostra pure una chiara ripresa dall’indagine di luglio. Tendenze positive confermate anche dall’indice relativo alla domanda dall’estero, che fino a un anno fa risultava spesso negativo.
Interessante poi annotare come appaiano sempre piuttosto prudenti le attese rispetto all’evoluzione della domanda nei prossimi tre mesi. Nel caso della clientela estera, a fronte di un indice prospettico relativamente neutro, si misura un miglioramento del saldo rispetto alla domanda negli ultimi tre mesi; discrepanza che potrebbe essere spiegata dalle maggiori difficoltà di sbilanciarsi rispetto alla domanda estera, anche a causa delle forti incertezze internazionali.
Rispetto al biennio 2022-2023, quando la maggioranza degli istituti esprimeva un aumento dei margini d’interesse (differenza tra tasso applicato alle voci passive: depositi, conti risparmio… rispetto alle voci attive: crediti, ipoteche…). Da fine 2023 c’è stata un’inversione di tendenza [F. 4]. A dettare questo andamento ci sono state: da una parte le decisioni della BNS, che da inizio 2024 ha iniziato a correggere verso il basso il tasso di riferimento, dall’altra parte la pressione della concorrenza. Da notare che, salvo alcuni momenti topici, la curva del saldo ticinese ha seguito da vicino quella svizzera.
La curva relativa alla posizione concorrenziale sul mercato nazionale è stata relativamente simile, anche qui si nota infatti come gli ultimi dati siano più bassi rispetto a quelli riscontrati nel 2023, quando i margini d’interesse erano dati in crescita dalla maggior parte degli istituti bancari.
I dati di settembre indicano che una quota crescente di banche segnala dei livelli d’impiego “eccessivi”. In Svizzera si rileva una leggera tendenza al rialzo da inizio anno, mentre in Ticino erano osservati dei picchi sporadici già nelle inchieste scorse [F. 5].
Risultati che sembrano in controtendenza rispetto all’indice relativo all’evoluzione degli impieghi negli ultimi tre mesi, che mostra invece una maggioranza di istituti che ha aumentato i livelli d’impiego.Una possibile spiegazione di questa discrepanza potrebbe essere: in questi mesi le banche hanno assunto nuovo personale in posizioni specifiche, legate ad esempio alla digitalizzazione o a cambiamenti normativi. Un’altra possibile spiegazione potrebbe essere quella di riferirsi alla congiuntura attuale, che, come abbiamo sottolineato in precedenza, è in crescita da diverso tempo e quindi potrebbe aver determinato un fabbisogno imprevisto di manodopera.
La valutazione attuale di un eccesso di manodopera sembra allora trovare una migliore corrispondenza con gli obiettivi di impiego di medio termine, il saldo dell’indice prospettico è infatti in leggero calo sia a livello nazionale sia a livello cantonale.
In Ticino, come in Svizzera, rimane ampiamente positivo il saldo inerente ai volumi di capitali e quello inerente alle negoziazioni di titoli per conto terzi [F. 6].
A livello nazionale è pure ampiamente positivo quello inerente ai nuovi crediti, in questo caso si nota una netta flessione dell’indice a livello cantonale, evoluzione immutata anche secondo gli ultimi dati di luglio, quando il tasso di riferimento era già stato ritoccato al ribasso due volte di un quarto di punto (a marzo e a giugno). In Ticino sembrerebbero allora aver pesato maggiormente gli aumenti del tasso d’interesse di riferimento decisi dalla BNS tra il 2022 e il 2023.
Infine, vista la diminuzione dei margini d’interesse non sorprende ritrovare il saldo relativo alla situazione reddituale in calo e in zona negativa [F. 7]. Le attese per i prossimi tre mesi indicano da una parte un aumento delle spese e dall’altra una diminuzione dei ricavi. In questo caso i risultati raccolti a livello cantonale seguono, grossomodo, la traiettoria tratteggiata a livello nazionale.
A cura di Franco Citterio, Direttore Associazione Bancaria ticinese (ABT)
Nella prima parte dell’anno l’economia mondiale è cresciuta a un ritmo moderato e in numerosi paesi l’inflazione continua ad attestarsi su livelli superiori agli obiettivi delle banche centrali. Negli ultimi mesi essa è però scesa e di conseguenza diverse banche centrali hanno abbassato di nuovo i tassi di riferimento.
Anche la Banca nazionale svizzera ha abbassato recentemente il tasso guida di ulteriori 0,25 punti percentuali all’1,0%. Gli averi a vista detenuti dalle banche presso la BNS saranno remunerati fino a un determinato limite al tasso guida, quelli eccedenti tale limite a un tasso di interesse pari allo 0,5%. La Banca nazionale ha ribadito inoltre la propria disponibilità ad agire all’occorrenza sul mercato dei cambi per frenare il rafforzamento del franco svizzero.
Ovviamente la politica monetaria della BNS sta influenzando molto l’attività e i risultati del settore bancario. La diminuzione del tasso di riferimento erode i margini sulle operazioni d’interesse e quindi pesa significativamente sugli utili. D’altro canto, con tassi d’interesse bassi anche le attività commerciali e d’investimento dovrebbero rilanciarsi. E’ quindi lecito essere prudenti sull’evolversi della situazione sul fronte degli affari. In particolare, sul mercato immobiliare la dinamica negli ultimi trimestri ha rallentato ma, secondo la BNS, i punti critici soprattutto in alcune zone del Paese persistono.
Quasi tutte le domande delle indagini KOF sono di carattere qualitativo. Gli operatori esprimono un’opinione relativa all’evoluzione oppure allo stato di una variabile significativa dell’andamento dell’azienda nel proprio mercato, secondo in genere tre modalità di risposta (+, =, -).
Per l’analisi congiunturale è consuetudine utilizzare il saldo di opinione tra le due modalità estreme (+ e -), trascurando la modalità neutra (=).
Il saldo tende a descrivere sinteticamente il senso preponderante di variazione della variabile analizzata. Nel caso di un saldo significativamente positivo (o negativo) alla domanda circa la variazione della cifra d’affari, si potrà concludere che tale variabile nel trimestre di riferimento sia verosimilmente aumentata (o diminuita).
È fondamentale, comunque, considerare che questa conclusione sarà tanto più robusta quanto maggiore risulterà il saldo, in quanto esso e le sue variazioni sono sempre da intendere quali indicatori di tendenza e non quali variabili quantitative discrete.
Ufficio di statistica del Cantone Ticino (Ustat)
Maurizio Bigotta
Settore Economia, Ufficio di statistica
Tel: +41 (0)91 814 50 34
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