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Ultimo aggiornamento: 14.04.2025, 13:36
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Nel mese di marzo si è osservata una nuova lieve diminuzione della quota di istituti bancari che giudicano “buona” la situazione degli affari. Il peggioramento del clima nel settore bancario coinvolge le tre piazze finanziarie elvetiche, seppure in misura diversa: la piazza più negativa risultava quella di Zurigo, mentre apparivano relativamente più positive quella ginevrina e quella ticinese. Questi risultati riflettono un contesto economico nazionale e internazionale caratterizzato ancora da una crescita moderata, con un’inflazione tornata sotto controllo anche grazie all’ulteriore ritocco del tasso guida da parte della Banca nazionale svizzera. Tuttavia, la prima metà di aprile è stata caratterizzata dall’escalation della cosiddetta “guerra dei dazi”, che ha comportato importanti tensioni sui mercati finanziari. Di conseguenza, le previsioni espresse dagli attori del settore bancario prima di questi sviluppi risultano già superate e, con ogni probabilità, saranno riviste al ribasso nelle prossime indagini.
In Svizzera e in Ticino
Tra marzo 2024 e marzo 2025 la BNS ha corretto al ribasso per cinque volte di fila il tasso guida, fino a portarlo da 1,75% a 0,25%. Fino alla correzione di dicembre era ancora più evidente la correlazione tra ribasso del tasso guida e valutazione degli affari, mentre le ultime correzioni al ribasso sembrano essere state anticipate meglio dagli istituti bancari. O, perlomeno, sembrano aver avuto un impatto più lieve sulla valutazione degli affari.
Nel corso del 2024 il saldo relativo alla valutazione attuale degli affari sulla piazza finanziaria svizzera è progressivamente peggiorato, pur restando sempre nettamente positivo [F. 1]. A livello nazionale il punto più basso è stato toccato in ottobre, per poi risalire nelle indagini successive fino a riguadagnare stabilmente la soglia dei 40 punti. A livello cantonale l’evoluzione negli ultimi sei mesi è stata simile a quella nazionale: alla fase molto positiva dell’estate scorsa si è susseguita una flessione che ha portato i valori ad allinearsi nuovamente a quelli nazionali.
In Svizzera, il saldo relativo alla situazione degli affari negli ultimi tre mesi è oscillato tra i 20 punti e la parità, e conferma il trend al ribasso dell’indicatore precedente. A causa di un improvviso aumento di voci negative, il saldo di questo indice era sceso ampiamente in zona negativa tra ottobre e dicembre in Ticino, . Mentre, secondo le ultime indagini, anche a livello cantonale e le voci positive sono tornate in maggioranza e la situazione sembrerebbe allora essersi “normalizzata”.
Valutazioni degli affari che si rispecchiano nelle aspettative per i prossimi mesi: infatti i primi mesi del 2025 hanno portato nuovamente una relativa positività, in particolare a Sud delle Alpi. Queste previsioni sarà quasi certamente corrette al ribasso nei prossimi mesi, visto l’effetto dirompente della politica statunitense sui mercati finanziari.
Confronto tra le piazze finanziarie
Sulla piazza finanziaria ticinese si nota una certa ripresa del clima degli affari nel settore bancario da gennaio. Questo vale sia per la valutazione attuale della situazione degli affari, sia, e in maniera ancora più chiara, per le previsioni degli affari per i prossimi sei mesi [F. 2].
Fase positiva che non trova un riscontro sulle altre piazze finanziarie. A Zurigo, la principale piazza svizzera, in poco meno di dodici mesi le voci che esprimevano come “buona” la situazione attuale degli affari sono notevolmente diminuite, fino a scendere sotto la soglia del 10%. Così come è ormai appiattito attorno alla parità da diversi mesi, l’indice relativo alle previsioni degli affari per i prossimi sei mesi. Anche a Ginevra non si notano particolari cambiamenti di rilievo nelle ultime indagini, però, a differenza di quanto rilevato ai bordi della Limmat, nella città di Calvino i valori rimangono ancora ampiamente positivi sia in ottica di valutazione del presente sia in prospettiva.
In estrema sintesi, al di là delle scelte di politica monetaria della BNS, emerge l’impatto diverso sulle tre piazze finanziare del contesto economico nazionale e internazionale, in cui prende sempre più spazio tanto l’evidente rallentamento della crescita quanto il crescente clima di incertezza.
Guardando i risultati raccolti a livello nazionale, il peggioramento rilevato in termini di valutazione della situazione degli affari si trasforma anche in segnali di rallentamento negli indici relativi alla domanda di servizi bancari, ma con forme e intensità diverse [F. 3]. Il saldo inerente alla domanda privata, da parte della clientela residente, è quello che, pur restando il più positivo, segnala il calo più importante. Per tanti mesi il saldo era rimasto relativamente stabile, tra i 20 e i 30 punti, grazie a un’ampia quota di consensi positivi che segnalavano una domanda in crescita, mentre questa quota è diminuita a marzo e, contemporaneamente, è aumentata quella degli istituti che segnalano un calo della domanda.
Sembra fare sempre più fatica a rimanere positivo il saldo relativo alla domanda da parte delle imprese, per le quali ci si poteva aspettare una risalita a marzo, soprattutto in considerazione della probabile decisione della BNS di abbassare nuovamente i tassi.
A livello di domanda da parte della clientela estera si nota un progressivo calo da ormai diversi mesi, con un saldo che risulta negativo dalla fine del 2024. Finora il clima d’incertezza internazionale non sembra favorire la piazza finanziaria elvetica.
Infine, interessante notare come per gli indicatori relativi alla clientela nazionale (privata e imprese) emerga un quadro in lieve miglioramento quando si guardano le prospettive per i prossimi mesi. Mentre, per quanto riguarda la clientela estera invece le previsioni restano relativamente negative.
Rispetto al biennio 2022-2023, quando la maggioranza degli istituti esprimeva un aumento dei margini d’interesse nei successivi tre mesi (differenza tra i tassi applicati alle voci passive: depositi, conti risparmio… rispetto alle voci attive: crediti, ipoteche…), da fine 2023 a oggi c’è stata un’inversione di tendenza [F. 4]. A dettare questo andamento c’è sicuramente l’impatto del tasso guida indicato dalla BNS, che da inizio 2024 è stato ripetutamente corretto al ribasso. In Svizzera, il saldo relativo ai margini d’interesse ha raggiunto un valore minimo a gennaio, mentre nei mesi successivi le voci negative sono calate leggermente; in Ticino, invece, il punto minimo è stato raggiunto a marzo.
Nonostante il netto peggioramento del saldo inerente ai margini d’interesse, in Svizzera l’indice relativo alla posizione concorrenziale rimane positivo e relativamente stabile. Anche in questo caso il Ticino è un’eccezione, se fino a luglio questo indice si muoveva in maniera simile all’indice svizzero, le ultime indagini evidenziano maggiori difficoltà a migliorare o, perlomeno, a mantenere la propria posizione concorrenziale.
A livello cantonale, nonostante un lieve calo nei primi mesi del 2025, continua a essere chiara la maggioranza di istituti che valutano come “eccessivi” i livelli d’impiego attuali. Anche in Svizzera l’indicazione è la stessa, ma con toni evidentemente più contenuti [F. 5]. Dietro ai livelli più bassi dell’indice nazionale si cela la presenza di un numero rilevante di voci, che esprime dei livelli d’impiego “insufficienti”. In altri termini, a livello nazionale si raccolgono tanti voci che esprimono un bisogno di andare verso una riduzione degli impieghi, mentre tante altre vorrebbero una strategia opposta, vedono ancora tante lacune, in termini di impieghi, da colmare.
Anche le indicazioni che emergono dall’indice relativo alla quota di aziende confermano realtà diverse tra Ticino e Svizzera. A livello nazionale le banche che vedono la scarsità di manodopera come un ostacolo alla loro attività sono circa il 20%, mentre a livello cantonale, dove comunque ci sono alcune banche che lamentano dei livelli d’impiego insufficienti, non se ne registrano.
Viste le diverse curve riscontrate in Svizzera e in Ticino, è probabile che sui due livelli abbiano pesi diversi i bisogni strutturali, come: digitalizzazione e cambiamenti normativi. Infatti, in prospettiva, a livello nazionale dovrebbe proseguire anche nei prossimi mesi la crescita degli impieghi, mentre a livello cantonale, nella migliore delle ipotesi la situazione dovrebbe perlomeno stabilizzarsi, e sarà interessante osservare se rientrerà o meno l’indicazione relativa ai dei livelli attuali “eccessivi”.
I dati relativi ai volumi sono raccolti solo ogni tre mesi e quindi gli ultimi dati disponibili si riferiscono a gennaio. In Ticino e in Svizzera rimane ampiamente positivo il saldo inerente ai volumi di capitali gestiti e quello inerente alle negoziazioni di titoli per conto terzi [F. 6].
A livello nazionale è pure ampiamente positivo quello inerente ai nuovi crediti. In questo caso si conferma l’eccezione negativa a livello cantonale. Evoluzione che rimane negativa, nonostante il tasso guida indicato dalla BNS fosse già stato ritoccato allo 0,5% a dicembre. Per cui si conferma l’ipotesi che a Sud delle Alpi le difficoltà in termini di domande di credito siano più profonde e non solo legate all’andamento dei tassi.
La recente guerra sui dazi commerciali con gli USA ha colpito tutti i Paesi industrializzati e le conseguenze non sono quantificabili nel momento in cui sono state stese queste note né tanto meno hanno potuto essere tenute in considerazione nelle opinioni espresse dalle banche nell’ambito della presente indagine del KOF.
Questi avvenimenti in provenienza da oltre Oceano hanno scatenato un’ondata di panico che ha invaso le Borse di mezzo mondo. Ancora una volta ci troviamo di fronte ad un clima di incertezza generalizzata che tende a spostare gli investimenti finanziari verso beni rifugio quali l’oro, salito a quotazioni mai viste, e il franco svizzero “vittima” del proprio successo.
Di fatto un riposizionamento degli investimenti finanziari ha già avuto luogo nel 2. semestre 2024, complice un raffreddamento della congiuntura internazionale. Nel frattempo, i mercati azionari hanno spinto molto sull’acceleratore e adesso la frenata appare ancora più dolorosa.
Sul fronte creditizio interno è da mettere in conto che accanto ad una diminuzione dei tassi d’interesse, che continua a favorire l’indebitamento, la FINMA raccomanda una verifica accurata delle condizioni prima di concedere un prestito commerciale o ipotecario. Infatti, i timori di una bolla immobiliare sono sempre dietro l’angolo e quindi la prudenza da parte degli istituti bancari è d’obbligo per evitare pericolose derive in caso di un aumento improvviso dei tassi d’interesse.
In conclusione, la domanda di servizi bancari è stabile dopo la situazione eccezionale registrata nel periodo dopo-COVID ma i margini di guadagno ne risentono. Tuttavia, sulla scorta dei risultati annuali presentati dagli istituti bancari in queste settimane, il quadro complessivo rimane soddisfacente seppur denso di incognite provocate dai recenti avvenimenti evocati sopra.
Quasi tutte le domande delle indagini KOF sono di carattere qualitativo. Gli operatori esprimono un’opinione relativa all’evoluzione oppure allo stato di una variabile significativa dell’andamento dell’azienda nel proprio mercato, secondo in genere tre modalità di risposta (+, =, -).
Per l’analisi congiunturale è consuetudine utilizzare il saldo di opinione tra le due modalità estreme (+ e -), trascurando la modalità neutra (=).
Il saldo tende a descrivere sinteticamente il senso preponderante di variazione della variabile analizzata. Nel caso di un saldo significativamente positivo (o negativo) alla domanda circa la variazione della cifra d’affari, si potrà concludere che tale variabile nel trimestre di riferimento sia verosimilmente aumentata (o diminuita).
È fondamentale, comunque, considerare che questa conclusione sarà tanto più robusta quanto maggiore risulterà il saldo, in quanto esso e le sue variazioni sono sempre da intendere quali indicatori di tendenza e non quali variabili quantitative discrete.
Ufficio di statistica del Cantone Ticino (Ustat)
Eric Stephani
Settore Economia, Ufficio di statistica
Tel: +41 (0)91 814 50 35
eric.stephani@ti.ch