Qualche spunto positivo in meno, più incertezza

Ultimo aggiornamento: 08.10.2025, 08:18

© Ti-Press / Benedetto Galli

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Il clima nel settore bancario torna leggermente a peggiorare secondo gli ultimi dati del KOF, con l’indice sull’evoluzione degli affari negli ultimi tre mesi che scivola nuovamente in territorio negativo. La piazza bancaria ticinese si distingue per degli indicatori prospettici ancora positivi, confermando, inaspettatamente, un moderato ottimismo. Risultano invece un po’ meno rassicuranti gli indici relativi agli impieghi: sebbene gli ultimi dati indichino un aumento dei livelli d’impiego, la maggior parte degli istituti giudica già “eccessivi” i livelli attuali e, inoltre, prevede una riduzione degli impieghi nei prossimi mesi. Questa inversione di tendenza trova delle prime spiegazioni nell’erosione dei margini operativi e nelle difficoltà di finanziamento, che coinvolgono una quota crescente di banche. Questa evoluzione si inserisce in un contesto particolare: la Banca nazionale svizzera ha appena deciso di mantenere invariato il tasso guida allo 0,0%, anche per trasmettere dei segnali di stabilità. Al contempo, il settore bancario – come altri comparti economici – rimane esposto a una congiuntura internazionale sempre più condizionata dall’incertezza.

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Situazione degli affari

In Svizzera e in Ticino

A giugno la Banca Nazionale Svizzera (BNS) aveva nuovamente corretto al ribasso il tasso guida di riferimento, portandolo dallo 0,25% allo 0,0%. Nella sessione di settembre ha invece deciso di non intervenire ulteriormente, giudicando sotto controllo l’obiettivo di mantenere sotto la soglia del 2% la crescita dei prezzi.

Gli istituti bancari attivi in Svizzera e in Ticino continuano a valutare positivamente la situazione attuale degli affari (+33 e + 41 rispettivamente) [F. 1]. Negli ultimi mesi si sono delineate due tendenze: una tendenza positiva tra aprile e luglio, quando l’indice è stato in crescita, mentre da agosto è emersa una leggera tendenza negativa che ha, almeno parzialmente, ridimensionato la ripresa misurata in precedenza. Questa evoluzione sembra suggerire una minore correlazione tra decisioni della BNS e andamento degli affari. In particolare, il calo avvertito negli ultimi mesi è probabilmente riconducibile alla situazione economica generale, contraddistinta da una forte incertezza.

Riguardo alla situazione degli affari negli ultimi tre mesi, i bancari riportano in maggioranza un’evoluzione piuttosto negativa: dopo la ripresa nei mesi estivi, l’indice di settembre è infatti sceso a -17 punti in Svizzera e a -7 punti in Ticino.

Le proiezioni a sei mesi dell’evoluzione degli affari sono invece in leggero miglioramento in Svizzera e rimangono positive in Ticino. Questa ventata di ottimismo verso il futuro risulta ancora più evidente sulla piazza bancaria ticinese, anche se, come vedremo nel resto dell’analisi, rimane piuttosto difficile trovare dei motivi oggettivi a questa tendenza.

Confronto tra le piazze finanziarie

Per comprendere meglio le dinamiche evidenziate, è anche utile osservare i risultati delle indagini KOF sulle diverse piazze finanziarie svizzere. I risultati rilevati in Ticino si caratterizzano per questo moderato ottimismo in proiezione verso i prossimi mesi. Queste previsioni hanno trovato delle conferme – almeno tendenzialmente – nei dati relativi all’andamento degli affari negli ultimi tre mesi, visto che il momento più negativo è stato registrato a fine 2024 [F. 2].

A Zurigo, gli ultimi dati in previsione appaiono nuovamente attorno alla parità, mentre i dati relativi all’andamento degli affari negli ultimi tre mesi tornano negativi. In questo caso proprio a luglio si era riscontrato un netto miglioramento dell’indice degli affari negli ultimi tre mesi, ma questa evoluzione positiva si è subito esaurita. Interessante annotare come in questi ultimi mesi né il miglioramento né il peggioramento dell’indice relativo all’andamento degli affari è stato preceduto da un cambiamento dell’indice previsionale, che ormai da un anno è stabile attorno alla parità, salvo un leggero rialzo tra giugno e luglio.

Infine, a Ginevra l’evoluzione potrebbe essere stata invece leggermente migliore di quanto previsto. L’indice previsionale era infatti sceso da 25 a -30 punti tra marzo e aprile, mentre l’indice inerente all’andamento degli affari negli ultimi tre mesi è sceso da 20 punti a -7 punti, ma nell’arco di quattro mesi (tra marzo e luglio). Inoltre negli ultimi mesi si nota un miglioramento di entrambi gli indici.

Come già segnalato in passato, al di là delle scelte di politica monetaria della BNS, emerge in maniera sempre più evidente l’impatto diverso sulle tre piazze finanziarie del contesto economico internazionale, in cui prende sempre più spazio un forte clima di incertezza.

Domanda di servizi bancari

Per poter comprendere meglio la situazione emersa dagli indici inerenti la situazione degli affari, ci si concentra sull’evoluzione della domanda di servizi bancari. Negli ultimi tre mesi, in Svizzera si osserva ancora una buona tenuta della domanda nazionale, nonostante il lieve calo della clientela privata (residente) [F. 3]. La domanda dall’estero mostra invece una leggera crescita. In Ticino il quadro è invece improvvisamente peggiorato: tanto l’indice inerente alla domanda dei privati (residenti) quanto quello delle imprese è sceso alla parità in settembre, mentre quello inerente alla domanda della clientela estera risulta più stabile ma resta leggermente negativo.

Interessante annotare che da inizio anno oltre il 30% delle banche attive in Ticino lamenta una domanda insufficiente, mentre in Svizzera questa quota rimane stabilmente attorno al 15% [F. 6].

Le prospettive per i prossimi mesi indicano un probabile peggioramento, in questo caso in maniera più chiara a livello nazionale, con un indice ormai prossimo allo zero sia nel caso della domanda relativa ai privati (residenti) sia in quello riferito alle imprese. La domanda dall’estero mantiene invece aspettative appena positive. Ancora una volta i risultati in prospettiva raccolti in Ticino stupiscono in positivo: le attese relative alla domanda privata (residente) mantengono un saldo positivo, quello riferito alle imprese rimane attorno alla parità. Solo le prospettive inerenti alla clientela estera mostrano una chiara flessione in settembre, il saldo rimane positivo, ma evidenziando anche in questo caso una netta differenza tra valutazione dei risultati negli ultimi mesi e le aspettative.

La controtendenza tra l’andamento degli affari negli ultimi tre mesi e l’indice inerente all’evoluzione della domanda trova una prima risposta nell’evoluzione dei margini per gli istituti bancari che si sono gradualmente ridotti conseguentemente all’evoluzione del tasso guida di riferimento. Ma non va sottovalutato che l’evoluzione del tasso guida è solo una delle preoccupazioni con cui si stanno confrontando le banche in questi mesi.

Occupazione e altri ostacoli

Accanto all’evoluzione della domanda, la dinamica occupazionale offre altre indicazioni importanti sulla situazione e sulle prospettive nel settore bancario. Il dato di partenza appare positivo: tanto in Svizzera quanto in Ticino sono in leggera maggioranza le banche che negli ultimi tre mesi hanno visto un aumento degli impieghi [F. 4]. Questi risultati fanno da contraltare alla situazione evidenziata a marzo quando i valori sia a livello svizzero sia a livello cantonale erano negativi e in tendenza negativa.

Questa tendenza positiva appare però piuttosto fragile, prima di tutto si rileva in parallelo una crescita delle banche che giudicano i livelli attuali come “eccessivi”, evoluzione che appare relativamente chiara in Ticino. Inoltre l’indicatore in prospettiva è pure negativo. Per cui, anche se gli ultimi risultati sono positivi, si conferma il quadro già ipotizzato qualche mese fa, che immaginava una crescita degli impieghi da ricondurre a delle esigenze puntuali.

Evoluzione che è confermata dall’indicatore inerente alla quota di banche che dichiarano una difficoltà a reperire il personale necessario, quota che si mantiene attorno al 10% in Svizzera [F. 6]. Questa quota è inferiore al 30% rilevato nel 2023, quando il settore era in forte espansione, ma comunque ancora superiore ai valori pre-Covid. In Ticino questi valori si mantengono invece inferiori al 5% ma, rispetto a quanto rilevato a livello nazionale, sembrano ancora più distanti dai valori del 2023, quando anche in Ticino si misuravano dei tassi di banche in difficoltà nel reperire personale superiore al 30%. Questi dati sembrano indicare che in Svizzera, oltre alla crescita puntuale, prosegue anche un processo di trasformazione strutturale orientato a dei cambiamenti normativi e/o tecnologici, come ad esempio la transizione digitale. In Ticino questi processi di trasformazione potrebbero essere relativamente meno rilevanti, oppure incontrano un po’ meno difficoltà anche grazie a un bacino d’impiego molto ampio.

L’erosione dei margini operativi, segnalata dal calo dell’indice inerente all’evoluzione degli affari, avvalora l’ipotesi che probabilmente l’incremento di personale registrato negli ultimi mesi sia stato un fenomeno congiunturale, risultando invece già in linea rispetto alle previsioni di riduzione dei livelli d’impiego formulate dalla maggior parte degli istituti per i prossimi mesi.

Volumi

L’analisi si completa con gli indici riferiti ai volumi, che sono raccolti ogni tre mesi, quindi gli ultimi dati disponibili si riferiscono a luglio. In Ticino e in Svizzera rimane ampiamente positivo il saldo inerente ai volumi di capitali gestiti e quello inerente alle negoziazioni di titoli per conto terzi [F. 5].

A livello nazionale rimane ancora ampiamente positivo anche l’indice inerente ai nuovi crediti. In questo caso si conferma l’eccezione negativa a livello cantonale. Evoluzione negativa, che è sempre più in contrasto rispetto alla riduzione del tasso guida indicato dalla BNS. Per cui si conferma l’ipotesi che in Ticino le difficoltà in termini di domande di credito siano più profonde e non solo legate all’andamento dei tassi. Questa evoluzione può essere spiegata sia in termini di domanda relativamente scarsa, sia, come si è visto in precedenza, in termini di offerta che fa sempre più fatica a reperire o garantire le capacità di finanziamento necessarie.

Infatti, sempre secondo i dati di luglio le banche sembrano essere confrontate sempre di più anche a ostacoli di tipo finanziario, soprattutto in Ticino. A livello cantonale quasi quattro banche su cinque segnalano dei problemi di finanziamento [F. 6], due anni fa questa quota era appena di una su due. Anche in Svizzera si nota un aumento di queste difficoltà, ma in termini più contenuti: a luglio due banche su cinque ammettono di avere difficoltà di finanziamento.

L’opinione

A cura di Franco Citterio, Direttore Associazione Bancaria Ticinese (ABT)


Il primo semestre di quest’anno è stato contraddistinto da una situazione geopolitica complessa che ha determinato un quadro economico nuovamente molto instabile. Le attività bancarie risentono inevitabilmente di queste tensioni e le risposte date al presente sondaggio riflettono le preoccupazioni degli operatori. La situazione degli affari è tutto sommata ancora positiva ma si nota una grande insicurezza per quel che riguarda le previsioni a breve termine. La domanda di servizi bancari e finanziari tende a calare anche se le variabili di mercato (tassi d’interesse, indici di borsa ecc.) non sembrano per ora delineare scenari catastrofici. Gli istituti bancari segnalano anche alcune restrizioni che ostacolano l’operatività. In particolare, le norme sempre più severe di BNS e FINMA in tema di fondi propri e di liquidità tendono a rendere più difficoltosa e onerosa la ricerca di nuovi affari. A ciò si aggiunge la scarsa reperibilità di capitali a risparmio attratti verso forme d’investimento più remunerative. Ciò complica il finanziamento di operazioni bancarie e quindi non sempre le richieste di credito possono essere soddisfatte.

Per quel che riguarda i livelli d’impiego notiamo una lenta ripresa dell’occupazione ma spesso determinata da una ricerca di profili differenti rispetto al passato. Con il ricambio generazionale e con la crescente digitalizzazione le funzioni più preziose riguardano lo sviluppo e il controllo dei processi operazionali e quindi la necessità di nuovi profili professionali. Concludendo, la parola d’ordine rimane “cautela”, determinata dall’incertezza che stanno vivendo le economie di mezzo mondo. Per la Svizzera annotiamo anche il nodo dei dazi imposti dagli Stati Uniti che sta mettendo a dura prova l’industria d’esportazione e che sta già provocando danni alla bilancia commerciale elvetica e una correzione al ribasso delle stime di crescita economica.

Fonti

Fonte statistica

Quasi tutte le domande delle indagini KOF sono di carattere qualitativo. Gli operatori esprimono un’opinione relativa all’evoluzione oppure allo stato di una variabile significativa dell’andamento dell’azienda nel proprio mercato, secondo in genere tre modalità di risposta (+, =, -).

Per l’analisi congiunturale è consuetudine utilizzare il saldo di opinione tra le due modalità estreme (+ e -), trascurando la modalità neutra (=).

Il saldo tende a descrivere sinteticamente il senso preponderante di variazione della variabile analizzata. Nel caso di un saldo significativamente positivo (o negativo) alla domanda circa la variazione della cifra d’affari, si potrà concludere che tale variabile nel trimestre di riferimento sia verosimilmente aumentata (o diminuita).

È fondamentale, comunque, considerare che questa conclusione sarà tanto più robusta quanto maggiore risulterà il saldo, in quanto esso e le sue variazioni sono sempre da intendere quali indicatori di tendenza e non quali variabili quantitative discrete.

Commenti e grafici

Ufficio di statistica del Cantone Ticino (Ustat)

Informazioni

Eric Stephani
Settore Economia, Ufficio di statistica
Tel: +41 (0)91 814 50 35