Tra demografia, frontalieri e tempi parziali: I trend del mercato del lavoro

Ultimo aggiornamento: 13.10.2023, 10:57

Questo nuovo notiziario, pubblicato a cadenza trimestrale,vuole offrire una lettura d’insieme dei principali indicatori del mercato del lavoro cantonale. In questa prima edizione ci si concentra su dei trend di lunga durata che caratterizzano il mercato del lavoro ticinese (la manodopera frontaliera, la demografia e il lavoro a tempo parziale), mentre in futuro verranno toccati altri temi, quali ad esempio: l’ottica di genere, le dinamiche settoriali, i salari o il contesto transfrontaliero.

Nel primo trimestre del 2023, il mercato del lavoro ticinese segna ancora risultati relativamente positivi, in particolare considerato il periodo storico in cui ci troviamo. Rispetto a un anno fa migliorano i risultati in termini d’occupazione e posti di lavoro, mentre peggiorano leggermente i risultati della disoccupazione. Guardando invece al lungo periodo si evidenziano diversi trend importanti: il numero di lavoratori residenti continua a calare, così come sono sempre meno i giovani e gli immigrati. Considerate queste dinamiche demografiche e i saldi migratori recenti, i posti di lavoro liberati e creati sul mercato del lavoro ticinese sono stati occupati principalmente da frontalieri. Non va infine dimenticato il ruolo del lavoro a tempo parziale, fenomeno in costante aumento a differenza del lavoro a tempo pieno.

PER TUTTE LE CIFRE DI DETTAGLIO SI VEDA IL PANORAMA STATISTICO DEL MERCATO DEL LAVORO E I COMUNICATI STAMPA DELL’UFFICIO FEDERALE DI STATISTICA PER I RISULTATI NAZIONALI.

Occupati, disoccupati e inattivi

AI risultati del primo trimestre del 2023 relativi al mercato del lavoro ticinese mostrano una popolazione occupata (secondo il concetto interno) in aumento di oltre 6.400 unità rispetto a un anno prima. Questo grande dinamismo, che caratterizza il mercato del lavoro negli ultimi anni, concerne sia gli occupati residenti (+3,0%), sia i lavoratori frontalieri (+4,0%) [T. 1].

T. 1 Indicatori chiave* della manodopera sul mercato del lavoro, in Ticino, nel secondo trimestre del 2023
Variazioni assolute
Variazioni %
I trimestre 2023 Trimestrale Annuale Trimestrale Annuale
Occupati secondo il concetto interno 240.121 -7.857 6.361 -3,2 2,7
Occupati residenti (apprendisti inclusi) 163.502 -6.615 4.778 -3,9 3,0
Frontalieri 78.094 311 2.841 0,4 3,8
Disoccupati ILO 11.578 1.489 288 14,8 2,5
Disoccupati iscritti 4.623 224 -478 5,1 -9,4
Persone non attive 132.759 5.367 -2.936 4,2 -2,2
Persone non attive di 15-64 anni 55.453 2.916 -3.304 5,5 -5,6
*Le diverse fonti usate in questa tabella hanno definizioni e periodi di riferimento diversi, per questo le somme degli occupati residenti e dei frontalieri non coincidono con gli occupati secondo il concetto interno.
Fonte: SPO, RIFOS e STAF, UST; Seco

Il risultato di corto termine si discosta in parte da quello di medio e lungo periodo, in particolare per quanto riguarda la crescita degli occupati residenti, il cui numero risulta più stabile nell’ultimo decennio e in calo negli anni più recent [F. 2]. Nello specifico, negli ultimi 5 anni si segnala un calo del 3,9% di occupati residenti a fronte di un aumento del 16,6% di frontalieri [F. 5].

Per quanto concerne il numero di disoccupati, si registrano quasi 300 persone in più rispetto a un anno fa [T. 1]. Le quasi 11.600 persone disoccupate fanno registrare un tasso di disoccupazione del 6,6%. La disoccupazione, che segue dinamiche legate alla congiuntura economica, dopo un periodo di tassi elevati – complice la situazione pandemica e internazionale – si trova ora sui livelli degli anni precedenti [F. 3].

Infine, rimangono da considerare gli inattivi, che giocano un ruolo sempre più importante nelle dinamiche del mercato del lavoro: nell’ultimo anno sono calati di quasi 3.000 unità, attestandosi poco sotto le 132.800 persone [T. 1]. Questo calo puntuale si discosta in maniera importante dall’andamento di lungo periodo. Rispetto a soli cinque anni fa il numero di inattivi è aumentato del 7,7% (+9,2% rispetto a dieci anni fa) [F. 5]. La crescita costante della popolazione inattiva si traduce in un tasso d’attività standardizzato (relativo alla popolazione di almeno 15 anni) in calo nell’ultimo decennio: è passato dal 58,7% del primo trimestre 2013 al 56,9% dello stesso trimestre del 2023 [F. 1].

I trend sul mercato del lavoro: la demografia

Quanto appena mostrato si inserisce in dinamiche demografiche più ampie che influenzano direttamente gli indicatori del mercato del lavoro. I dati della demografia (fonte: STATPOP, UST) di lungo periodo mostrano un aumento cospicuo di persone anziane a fronte di uno decisamente più contenuto di giovani: la popolazione che ha almeno 65 anni è cresciuta del 17,5% tra il 2011 e il 2021, mentre quella tra i 15 e 24 anni solo del 2,3%. Il numero di chi ha meno di 15 anni è invece calato del 2,3%. Questo ha indotto a uno squilibrio demografico che non permette di compensare le uscite dal mercato del lavoro con sufficienti entrate. Questo squilibrio è accentuato anche da altri fattori come l’allungamento dei percorsi formativi che porta i giovani a ritardare l’entrata nel mondo del lavoro, o l’avvento di percorsi professionali sempre meno lineari, che porta sempre più persone a uscire temporaneamente o definitivamente dal mercato del lavoro prima dell’età di pensionamento.

Risulta dunque importante distinguere i risultati tra le persone in età lavorativa e quelle oltre l’età di pensionamento. Nell’ultimo anno si registrano delle dinamiche importanti: sono calati gli inattivi in età lavorativa (-5,6%), tornando così ai livelli di dieci anni fa (+0,3%); in parallelo, nell’ultimo anno sono aumentati gli inattivi in età di pensionamento (+0,5%), categoria già in sensibile aumento rispetto a dieci anni fa (+16,6%) [T. 1] e [T. 3].

Le dinamiche demografiche – invecchiamento dal basso e dall’alto, ovvero a seguito di un calo del peso proporzionale dei giovani e dell’allungamento della speranza di vita – potrebbero spiegare il fenomeno sul lungo termine, mentre le dinamiche legate alla pandemia, che hanno portato per alcuni a posticipare l’età di pensionamento al fine di garantire il fabbisogno di manodopera in settori particolari come quello della salute, potrebbero spiegare almeno una parte del cambiamento – di controtendenza – osservato nell’ultimo anno. I prossimi rilevamenti trimestrali saranno centrali per valutare la portata di questa ipotesi legata alla pandemia.

T. 2 Impieghi e posti liberi, in Ticino, nel secondo trimestre del 2023
Variazioni assolute
Variazioni %
I trimestre 2023 Trimestrale Annuale Trimestrale Annuale
Impieghi 241.240 -1.220 3.152 -0,5 1,3
Impieghi ETP 197.886 -680 2.595 -0,3 1,3
Posti liberi 2.537 350 716 16,0 39,3
Fonte: STATIMP, UST

Gli impieghi

Per quanto riguarda gli impieghi (posti di lavoro), l’ultimo periodo mostra una ripresa. In un solo anno gli impieghi sono cresciuti dell’1,3% (+3.150 impieghi). Un segnale positivo confermato dalla marcata evoluzione dei posti vacanti che, pur rimanendo intorno all’1% dei posti di lavoro, corrispondono a poco più di 2.500 posti di lavoro, in aumento su base annua del 39,3% [T. 2]. Anche secondo l’analisi di lungo periodo, il numero di posti di lavoro si mostra in continua ascesa [F. 4].

I trend sul mercato del lavoro: il lavoro a tempo parziale

Nel lungo periodo, l’aumento degli impieghi è legato all’evoluzione dei tempi parziali e del numero di occupati con più impieghi, che nell’ultimo decennio hanno assunto un peso sempre più rilevante (anche se la pandemia ne ha parzialmente ridimensionato l’evoluzione). Negli ultimi dieci anni i posti di lavoro a tempo parziale sono aumentati del 43,6% (+26.000 unità), e solo nell’ultimo anno del 4,1% (+3.300 unità). In parallelo i posti di lavoro a tempo pieno sono pure aumentati, anche se in modo meno marcato: +2,7% (4.100 unità) nel decennio. Questo risultato sarebbe peraltro ancora più lontano dall’evoluzione dei tempi parziali se non fosse per l’aumento registrato nel 2022 (+3,4% rispetto al 2021), che ha in parte attenuato una tendenza osservata da tempo. Di conseguenza, il tasso di impieghi a tempo parziale è in aumento: è passato dal 28,2% del primo trimestre del 2013 al 35,5% dello stesso trimestre del 2023 [F. 6].

T. 3 Indicatori aggiuntivi del mercato del lavoro, in Ticino, nel secondo trimestre del 2023
Variazioni assolute
Variazioni %
I trimestre 2023 Trimestrale Annuale Trimestrale Annuale
Occupati di 65 e più anni (5.914) (-2.541) (509) (-30,1) (9,4)
Persone non attive di 65 e più anni 77.305 2.452 368 3,3 0,5
Persone non attive: pensionate/con rendite 89.997 2.861 -1.305 3,3 -1,4
Fonte: RIFOS, UST

Il lavoro a tempo parziale è un fenomeno che riguarda maggiormente il settore terziario, dove il 41,0% degli impieghi è a tempo parziale (rispetto al 15,3% del secondario) e le donne per le quali il tasso di tempi parziali equivale al 54,9% (contro il 20,7% degli uomini). Nei prossimi bollettini trimestrali sarà quindi interessante approfondire l’evoluzione del mercato del lavoro ticinese in ottica di genere e settoriale.

Definizioni

Glossario

Persone attive:
persone che compongono l’insieme degli occupati e dei disoccupati. Le persone attive costituiscono l’offerta di lavoro.

Persone non attive (oinattive):
persone in età lavorativa (15 e più anni) che non sono né occupate né disoccupate.

Tasso di attività standardizzato:
rapporto tra le persone attive e la popolazione di 15 e più anni.

Tasso d’attività netto:
rapporto tra le persone attive tra i 15 e i 64 anni rispetto al totale della popolazione in questa fascia di età.

Occupati secondo il concetto interno (ai sensi della SPO):
tutte le persone occupate che esercitano un’attività professionale per almeno un’ora alla settimana o che lavorano presso un’azienda familiare senza ricevere una remunerazione. Sono inclusi in questa definizione i dipendenti, gli indipendenti, i familiari coadiuvanti in un’azienda di famiglia, gli apprendisti, le reclute, i sottoufficiali e gli ufficiali che durante la scuola reclute o corso d’avanzamento conservano il posto di lavoro, gli allievi e gli studenti che esercitano un’attività lavorativa parallelamente agli studi e i pensionati che continuano a lavorare. La definizione si fonda sul concetto interno, ossia la popolazione economicamente attiva in Svizzera indipendentemente dal luogo di residenza (somma tra occupati residenti e non residenti che operano nelle aziende localizzate in Svizzera), per cui oltre agli svizzeri e agli stranieri domiciliati e dimoranti, conteggia pure i frontalieri, gli stranieri assunti da un datore di lavoro svizzero per meno di 90 giorni (assunzioni d’impiego) e gli svizzeri residenti all’estero.

Frontalieri di nazionalità straniera (ai sensi della STAF):
stranieri (detentori di un permesso di lavoro G) residenti in uno Stato estero che lavorano in Svizzera e che devono rientrare giornalmente o settimanalmente al proprio luogo di domicilio.

Disoccupati ai sensi dell’ILO:
Persone in età dai 15 ai 74 anni che rispondono contemporaneamente alle seguenti condizioni:
- non erano occupate nel corso della settimana di riferimento,
- hanno cercato attivamente un posto di lavoro nelle quattro settimane precedenti e
- erano disposte a iniziare un’attività.

Tasso di disoccupazione ILO:
rapporto tra le persone disoccupate ai sensi ILO e le persone attive di 15 e più anni.

Disoccupati iscritti (SECO):
persone registrate presso gli uffici regionali di collocamento, senza un impiego e immediatamente collocabili. È irrilevante sapere se esse percepiscono o meno un’indennità di disoccupazione.

Impieghi/Impieghi ETP:
persone impiegate in Svizzera con un reddito, sottoposto ai contributi AVS, di almeno 2.300 franchi annui, in aziende dei settori secondario e terziario.
Gli impieghi equivalenti al tempo pieno – ETP (ai sensi della STATIMP) risultano dalla conversione del volume di lavoro (misurato in termini di impieghi o di ore di lavoro) in impieghi a tempo pieno.

Posti liberi:
numero di posti liberi alla fine del trimestre in esame. Un posto è considerato libero se l’impresa ha già intrapreso o sta per intraprendere le pratiche per il reclutamento di un nuovo addetto.

Informazioni

Maurizio Bigotta
Settore Economia, Ufficio di statistica
Tel: +41 (0)91 814 50 34

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