Le Cifre della parità online

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Demografia

Speranza di vita

Grafico



In Ticino la speranza di vita delle donne è più elevata rispetto a quella degli uomini. Questo dato spiega anche il motivo per cui le donne sono in maggioranza sul totale della popolazione.



Metadati

Speranza di vita: Numero medio di anni che restano da vivere a un neonato o a una persona che ha appena raggiunto una determinata età, calcolato in base alla mortalità osservata nell’anno considerato.



Piramide dell’età

Grafico



La piramide dell’età mostra che in Ticino vi è un numero simile di uomini e donne tra le fasce di età più giovani, mentre in quelle più anziane predominano le donne. Ciò è dovuto alla speranza di vita più elevata delle donne. Questa differenza spiega anche il motivo per cui le donne sono molto più numerose a essere vedove.



Metadati

Piramide dell’età: la piramide dell’età è una rappresentazione grafica della struttura per età della popolazione.Nell’asse verticale sono indicate le fasce d’età, sull’asse orizzontale il numero di persone per ogni età rappresentata.



Evoluzione demografica

Grafico



Stando agli scenari demografici stimati dall’Ustat, nei prossimi decenni la popolazione residente in Ticino continuerà ad aumentare. Le differenze tra uomini e donne, per contro, dovrebbero diminuire progressivamente, fino a stabilizzarsi. In effetti, se nel 2023 la quota di donne nella popolazione è del 51,3%, nel 2050 dovrebbe situarsi al 51,1%. Si assisterà inoltre a un costante aumento della quota di anziani nella popolazione, in particolare con l’invecchiamento della generazione dei nati tra l’inizio degli anni Sessanta e la metà degli anni Settanta, che oggi ha tra i 50 e i 65 anni.



Metadati

Scenari demografici: Serie di proiezioni demografiche che descrivono le possibili evoluzioni future della popolazione. Uno scenario demografico è la traduzione, in termini di effettivi di popolazione secondo il sesso e l’età, di ipotesi riguardanti l’evoluzione futura della fecondità, della mortalità e delle migrazioni.



Salute e benessere

Avvertenza: I dati dell’Indagine sulla Salute in Svizzera (ISS) sono basati su autodichiarazioni e non provengono quindi da fonti mediche.

Autovalutazione della propria salute

Grafico



Alla domanda “Come va la sua salute in generale?” uomini e donne rispondono in modo simile, malgrado le donne tendano a segnalare con frequenza leggermente maggiore le malattie croniche e i problemi di salute di lunga durata.



Metadato

I termini “croniche” o “lunga durata” si riferiscono a malattie o problemi di salute che durano da almeno 6 mesi o per le quali si prevede una durata di 6 mesi o più.



Comportamenti in materia di salute

Grafico



In materia di salute, fatta eccezione per l’attività fisica, gli uomini tendono ad assumere dei comportamenti meno virtuosi rispetto alle donne: prestano meno attenzione all’alimentazione, fumano di più, sono maggiormente dediti al consumo quotidiano di alcol e sono più numerosi a essere in sovrappeso.



Disturbi fisici e stati d’animo negativi

Grafico



I disturbi fisici come dolori, debolezza e difficoltà ad addormentarsi, così come alcuni stati d’animo negativi (sentirsi stanche/i, nervose/i e non serene/i) sono maggiormente evocati dalle donne.



Decessi secondo la causa di morte

Grafico



Nel 2022 il tasso di mortalità è maggiore tra gli uomini rispetto alle donne in quasi tutte le cause di morte, tranne che per i problemi mentali e del comportamento e nelle malattie osteo articolari, muscoli e tessuto connettivo.



Metadato

Per le cause di morte è stata usata la classificazione ICD-10 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Sono state selezionate otto cause di morte, mentre quelle restanti sono state raggruppate nella categoria “altre cause”. Le tabelle complete e dettagliate con tutte le cause sono consultabili sul sito dell’Ustat. È considerata come causa di morte principale la malattia che è all’origine dell’evoluzione morbosa.
 

Le malattie del sistema nervoso includono l’Alzheimer, il Parkinson, la meningite e altri disturbi che colpiscono il sistema nervoso. I problemi mentali e del comportamento includono la demenza, l’utilizzo di sostanze psicoattive, la schizofrenia, i disturbi dell’umore, ecc.



Rischi fisici sul luogo di lavoro

Grafico



Gli uomini sembrano essere maggiormente esposti a rischi fisici sul posto di lavoro, come il fatto di stare in piedi, di sollevare o spostare carichi pesanti, di lavorare a temperature estreme, di eseguire movimenti ripetitivi ed assumere posizioni dolorose, mentre il sollevamento e lo spostamento di persone riguarda più le donne che gli uomini.



Rischi psicosociali sul luogo di lavoro

Grafico



Per quanto concerne i rischi psicosociali sul posto di lavoro, sia uomini che donne citano con maggiore frequenza situazioni quali ritmi serrati, stress e difficoltà a conciliare lavoro e famiglia. Le donne citano più frequentemente degli uomini di nascondere i propri sentimenti, di subire discriminazione o violenza e di non sentirsi pienamente sfruttate nelle proprie capacità.



Formazione

Formazione secondo la classe d’età

Grafico



Analizzando la formazione più alta terminata nelle diverse fasce d’età adulte della popolazione, si osserva che tra i 25 e i 44 anni le donne sono più presenti degli uomini tra i diplomati di livello terziario. In passato non era così, come testimoniano le fasce d’età più anziane: tra le persone di 65 anni e più, in particolare, il 36,7% delle donne non proseguiva gli studi dopo la scuola dell’obbligo, e solo una piccola parte raggiungeva il livello terziario.



Metadato

Gradi del sistema scolastico: il sistema scolastico è suddiviso in gradi. Il grado primario comprende la scuola dell’infanzia e la scuola elementare. Il grado secondario I (o secondario inferiore) include invece la scuola media. Segue il grado secondario II (o secondario superiore), che comprende le scuole di formazione generale (scuole di maturità liceale e scuole specializzate) e la formazione professionale di base. Infine, nel grado terziario si trovano le formazioni professionali superiori e le scuole universitarie (accademiche, professionali e pedagogiche).



Scelte di allieve e allievi terminata la 4a media

Grafico



Le scelte scolastiche e professionali delle ragazze e dei ragazzi al termine della scuola dell’obbligo sono piuttosto diverse. Per l’anno scolastico 2024/2025, circa la metà delle ragazze si è orientata verso una scuola media superiore, contro poco più di un terzo dei ragazzi. Di conseguenza, le ragazze optano di meno per una formazione professionale e, quando lo fanno, prediligono una scuola a tempo pieno rispetto a un tirocinio in azienda, contrariamente ai ragazzi.



Allieve e allievi in formazione

Grafico



Esaminando in dettaglio la formazione professionale di base, prendendo in considerazione i dieci ambiti professionali più scelti, si possono riscontrare delle differenze. I ragazzi sono infatti molto più numerosi nei settori dell’edilizia, della tecnica, dell’elettricità, della meccanica e dell’architettura, mentre le ragazze lo sono nelle cure infermieristiche e nel lavoro sociale. Vi è invece una situazione più equilibrata per quanto riguarda l’amministrazione e la vendita.



Principali diplomi rilasciati

Grafico



Nella formazione del secondario superiore, le ragazze sono più numerose tra i diplomati con maturità liceale, mentre l’attestato federale di capacità (AFC) viene conseguito maggiormente dai ragazzi. Le differenze di genere sono invece meno marcate tra chi ottiene un certificato di formazione professionale (CFP) o una maturità professionale, dove i ragazzi sono comunque leggermente più numerosi.



Studentesse e studenti ticinesi secondo l’ambito di studio

Grafico

Tra le persone ticinesi iscritte alle università e ai politecnici della Svizzera, le donne sono più numerose rispetto agli uomini. Esistono tuttavia delle differenze di genere nei diversi ambiti di studio: gli uomini sono in maggioranza nelle scienze tecniche, economiche, esatte e naturali, mentre le donne sono nettamente più presenti nelle scienze umane e sociali. Anche negli ambiti del diritto e della medicina e farmacia, in passato scelti in modo simile dalle ragazze e ragazzi, si registra oggi una leggera prevalenza femminile.



Metadato

Sono considerate/i studentesse/i ticinesi coloro che al momento dell’immatricolazione in una scuola universitaria erano domiciliati in Ticino.



Docenti nelle scuole pubbliche ticinesi

Grafico

Le donne sono complessivamente più numerose degli uomini a esercitare la professione di docente, ma si distribuiscono in modo differente a dipendenza dell’ordine scolastico. Le donne sono infatti nettamente maggioritarie nelle scuole dell’infanzia, nelle scuole elementari, nelle scuole speciali e nelle scuole medie. Nelle formazioni del post obbligo, invece, vi è un maggiore equilibrio tra i due sessi, con una lieve prevalenza di uomini soprattutto nelle scuole professionali di base a tempo parziale e nelle scuole specializzate superiori.



Metadato

Le/I docenti, misurate/i in unità fisiche, sono le persone effettivamente impiegate nella scuola come docenti, indipendentemente dal loro grado di occupazione.



Attività professionale: settori e posizioni dirigenziali

Persone occupate, secondo la professione

Grafico



Le differenti scelte di orientamento tra uomini e donne condizionano il loro inserimento lavorativo, dando origine alla cosiddetta “segregazione orizzontale”. Le donne sono più numerose nelle professioni legate alle attività commerciali e ai servizi, negli impieghi di ufficio (amministrativi) e nelle professioni non qualificate. Gli uomini sono invece molto più presenti tra gli operai qualificati dell’industria e dell’artigianato, tra gli operatori di impianti e macchinari al montaggio, e nel personale specializzato addetto all’agricoltura, alle foreste e alla pesca. In maniera meno netta gli uomini sono inoltre maggioritari nelle professioni intellettuali e scientifiche. Uomini e donne esercitano invece in misura simile professioni intermedie.



Persone occupate, secondo la posizione nella professione

Grafico



Le statistiche forniscono anche alcuni elementi sulla “segregazione verticale”, ovvero sulle differenze di carriera tra i generi. Una donna su sei esercita una funzione di responsabilità o è membro di direzione, mentre oltre un uomo su quattro occupa queste posizioni. Al contrario, le donne occupano più spesso degli uomini posti senza funzione di responsabilità e lavorano meno come indipendenti.



Attività professionale: persone attive e non attive

Tasso di attività, secondo la classe di età

Grafico

Fino ai 30 anni, i livelli di partecipazione al mercato del lavoro sono simili per donne e uomini, ma successivamente – complice anche l’arrivo di figlie e figli – si registra un calo nella partecipazione femminile, che resta sempre inferiore a quella maschile. Nello specifico, il tasso di attività femminile raggiunge il suo picco tra i 25 e i 34 anni, fascia d’età in cui si concentra la nascita della prima figlia o del primo figlio. Da quel momento, il tasso inizia a diminuire gradualmente, seppur lentamente. Per gli uomini, invece, la partecipazione al mercato del lavoro continua a crescere anche tra i 35 e i 44 anni. Solo a partire dai 45 anni si osserva un calo significativo del tasso di attività per entrambi i generi.



Metadato

Il tasso di attività è il rapporto (in percentuale) tra il numero di attive/i (occupate/i + disoccupate/i) sul totale della popolazione residente permanente (attive/i + inattive/i). Serve a valutare la partecipazione al mondo del lavoro in una popolazione.



Persone non attive secondo alcune caratteristiche

Grafico

L’analisi della composizione delle persone inattive evidenzia che la maggioranza di esse è costituita da persone pensionate (89.888 persone, il 68,2%), seguono quelle in formazione (21.017 persone, il 15,9%), le altre persone non attive (12.021 persone, il 9,1%) e le donne e gli uomini a casa (8.862 persone, il 6,7%). La distribuzione di donne e uomini all’interno di questi quattro gruppi è fortemente squilibrata nel gruppo “uomini e donne a casa”, con solamente il 7,1% di uomini contro il restante 92,9% di donne.



Metadato

Persone non attive: persone in età lavorativa (15 e più anni) che non sono né occupate né disoccupate. Le persone non attive si distinguono in persone in formazione, persone che si occupano dell’economia domestica e persone pensionate.



Donne che si occupano dell’economia domestica

Grafico

Delle 8.237 donne che nel 2024 si occupano esclusivamente dell’economia domestica quasi la metà ha una formazione di livello secondario superiore o post secondario superiore (il 48,6%), poco più di un terzo una formazione di livello terziario (il 36,8%) e il restante 14,7% di livello elementare e secondario inferiore.



Attività professionale: occupazione

Persone occupate, secondo il tempo di lavoro

Grafico


La maggior parte delle donne lavora a tempo parziale, mentre gli uomini sono in maggioranza occupati a tempo pieno. La percentuale di donne occupate a tempo parziale (sia lungo che breve) è superiore a quella degli uomini, ma è soprattutto nel tempo parziale lungo che vi sono le differenze più significative.



Metadato

Sono considerate occupate a tempo pieno le persone occupate con un grado d’occupazione del 90% o più, mentre sono considerate occupate a tempo parziale le persone occupate con un grado d’occupazione inferiore al 90%.



Persone occupate a tempo parziale secondo la classe d’età

Grafico


La percentuale di donne che lavora a tempo parziale aumenta in maniera marcata tra le occupate con più di 34 anni, periodo in cui le responsabilità familiari, come la cura di figlie e figli, di cui le donne si fanno maggiormente carico, aumentano. Successivamente, questa percentuale rimane elevata fino all’avvicinarsi della pensione. Al contrario, si nota che per gli uomini, la percentuale di occupati a tempo parziale è più elevata fra i giovani (15-24 anni) e si riduce all’aumentare dell’età per poi crescere nuovamente all’avvicinarsi della pensione.



Persone occupate a tempo parziale, secondo il motivo per il quale non lavorano a tempo pieno

Grafico


I motivi che spingono uomini e donne a lavorare a tempo parziale sono molteplici e differenti. Tra quelli più citati alcuni sono segnalati sia dagli uomini sia dalle donne, altri piuttosto dagli uni o dalle altre. Si noti che solo le donne indicano tra le principali ragioni la cura delle figlie e figli. Il mancato interesse per il tempo pieno è menzionato da entrambi i sessi, mentre il non aver trovato un lavoro a tempo pieno è citato più sovente dagli uomini. L’opzione più indicata da questi ultimi sono “altre ragioni” non proposte dal questionario.



Metadato

Le possibilità di risposta a questa domanda erano le seguenti:

  • Studio;
  • Malattia/handicap;
  • Non ha trovato a tempo pieno;
  • Non interessato/a a un tempo pieno;
  • Cura di bambine e bambini;
  • Cura di persone adulte bisognose;
  • Attività secondaria;
  • Altra ragione;
  • Altre responsabilità famigliari;
  • Altre responsabilità personali.



Le persone intervistate avevano la possibilità di scegliere fino a due ragioni.



Persone occupate con più attività professionali a tempo parziale

Grafico


Alcune persone assommano più attività professionali a tempo parziale. Si tratta del 3,7% degli uomini e del 7,2% delle donne.



Tasso di disoccupazione secondo l’età

Grafico


Fra le persone attive, oltre alle persone occupate, si trovano anche le persone disoccupate. La disoccupazione tocca entrambi i generi in maniera diversa con un’incidenza regolarmente e lievemente superiore tra le donne: nel 2024 il tasso di disoccupazione era del 6,8% per le donne e del 6,4% per gli uomini. Le donne sono più toccate dalla disoccupazione dai 35 anni e fino ai 54 anni, in particolare tra i 35 e i 44 anni.



Metadato

Il tasso di disoccupazione ai sensi dell’ILO è il rapporto (in percentuale) tra il numero di disoccupate/i ai sensi dell’ILO sul totale della popolazione attiva. Le/I disoccupate/i ILO sono le persone di 15-74 anni che non erano occupate al momento dell’indagine, hanno cercato attivamente un posto di lavoro nelle quattro settimane precedenti ed erano disposte ad assumere immediatamente un’attività.



Salari

Salari mensili e differenza salariale

Grafico Ticino


Le donne nel settore privato risultano avere salari più bassi del 13,0% rispetto agli uomini, per un totale di circa 720 franchi in meno al mese. Nell’ambito pubblico i salari sono più alti e la differenza salariale in proporzione è minore rispetto a quello privato, ma nemmeno questo settore è risparmiato dal fenomeno. Infatti, la differenza tra i salari maschili e femminili è pur sempre del 7,7% e corrisponde a circa 577 franchi.

Grafico Svizzera


A livello nazionale, la dinamica appare simile, ma con alcune differenze. Nel 2022, senza distinguere per settore, gli uomini guadagnano 7.066 franchi, mentre le donne 6.397 franchi, con una differenza del 9,5%. Anche a livello nazionale nell’ambito pubblico i salari sono più alti e la differenza salariale in proporzione è minore rispetto a quello privato.



Metadato

La statistica sui salari considera unicamente le/i salariate/i delle aziende con almeno tre addette/i dei settori secondario e terziario. Sono quindi escluse/i dalla statistica le/gli indipendenti e il settore primario. I calcoli sono svolti sui salari mediani standardizzati di uomini e donne nel settore privato e in quello pubblico (Confederazione, cantoni, distretti, comuni, corporazioni). Al fine di confrontare i salari di chi lavora a tempo pieno con quelli di chi lavora a tempo parziale, si utilizza il salario mensile lordo standardizzato, secondo cui tutti i salari (anche quelli per posti a tempo parziale) sono convertiti in base a una durata normale di lavoro (tempo pieno), corrispondente a 40 ore settimanali per 4,33 settimane al mese.



Differenza salariale tra uomini e donne

Grafico

In Ticino, nel 2022, la differenza salariale tra uomini e donne non spiegata dai fattori scelti (vedi glossario) era pari all’11,1% del salario mediano maschile. In Ticino, la composizione della forza lavoro incide meno sul divario retributivo di genere rispetto al contesto nazionale, un segnale che riflette le specifiche complessità del mercato del lavoro locale, la cui analisi approfondita va oltre l’ambito di queste schede. Per ulteriori approfondimenti, si rimanda alla più recente pubblicazione dell’Ustat sulle differenze salariali di genere (Bigotta e Giancone, 2025).



Metadato

Differenze salariali: parte spiegata e parte non spiegata. Si scompone la differenza salariale tra uomini e donne in due parti: una spiegata dalla diversa struttura tra i due sessi, in termini di caratteristiche demografiche, professionali e settoriali, e una parte non spiegata, dovuta a fattori non osservabili come per esempio la capacità di contrattazione dei salari o anche fenomeni di discriminazione salariale. In particolare, le caratteristiche considerate nel modello che compongono la parte spiegata sono le seguenti: Grande Regione, settore pubblico e privato, posizione nella professione, formazione, età, residenza (residenti: svizzeri e stranieri oppure non residenti: frontalieri), tempo di lavoro (tempo pieno o parziale), dimensione dell’impresa e sezione economica. Per misurare la differenza salariale in maniera equa, è stato identificato un campione di uomini e donne con caratteristiche simili, chiamato supporto comune 1, che include oltre il 90% delle osservazioni iniziali.
 

Il modello considera alcuni dei fattori ritenuti più importanti in termini di salari. Non risulta possibile considerare tutti i fattori che definiscono il livello salariale, che quindi non sono presenti o più semplicemente non sono misurabili. Vale comunque la pena ricordare che anche in quelle che sono state definite “differenze spiegate” possono esserci dei fattori riconducibili ad altri tipi di discriminazione come la segregazione professionale (Es. l’accesso alla formazione che per anni ha visto svantaggiate le donne) altrettanto importanti nell’analisi delle disparità di genere.

  1 Per i dettagli metodologici e le definizioni si veda: https://www3.ti.ch/DFE/DR/USTAT/allegati/volume/ed_2022-05.pdf



Salari mensili nel settore privato e differenza salariale, secondo la posizione

Grafico


Analizzando nel dettaglio le differenze salariali nel settore privato, si può notare che i salari femminili sono inferiori a quelli maschili indipendentemente dalla posizione nella professione. Risulta tuttavia evidente che la differenza maggiore si verifica al livello dei quadri superiori o medi, dove raggiunge il 18,7%.



Metadato

La statistica sui salari considera unicamente le/i salariate/i delle aziende con almeno tre addette/i dei settori secondario e terziario. Sono quindi escluse/i dalla statistica le/gli indipendenti e il settore primario. I calcoli sono svolti sui salari mediani standardizzati di uomini e donne nel settore privato e in quello pubblico (Confederazione, cantoni, distretti, comuni, corporazioni). Al fine di confrontare i salari di chi lavora a tempo pieno con quelli di chi lavora a tempo parziale, si utilizza il salario mensile lordo standardizzato, secondo cui tutti i salari (anche quelli per posti a tempo parziale) sono convertiti in base a una durata normale di lavoro (tempo pieno), corrispondente a 40 ore settimanali per 4,33 settimane al mese.



Salari mensili nel settore privato e differenza salariale, secondo la formazione

Grafico


Analizzando nel dettaglio le differenze salariali nel settore privato, si può notare che i salari femminili sono inferiori a quelli maschili indipendentemente dal livello di formazione. La differenza maggiore si verifica tuttavia per il terziario, dove raggiunge i 1.316 franchi (il 18,0%).



Metadato

La statistica sui salari considera unicamente le/i salariate/i delle aziende con almeno tre addette/i dei settori secondario e terziario. Sono quindi esclusi dalla statistica le/gli indipendenti e il settore primario. I calcoli sono svolti sui salari mediani standardizzati di uomini e donne nel settore privato e in quello pubblico (Confederazione, cantoni, distretti, comuni, corporazioni). Al fine di confrontare i salari di chi lavora a tempo pieno con quelli di chi lavora a tempo parziale, si utilizza il salario mensile lordo standardizzato, secondo cui tutti i salari (anche quelli per posti a tempo parziale) sono convertiti in base a una durata normale di lavoro (tempo pieno), corrispondente a 40 ore settimanali per 4,33 settimane al mese.



Salari mensili nel settore privato e differenza salariale, secondo l’età

Grafico


L’analisi per classe d’età evidenzia che il divario salariale cresce con l’avanzare dell’età. Tra le persone più giovani (15-24 anni), la differenza è del 5,7% (4.075 franchi per le donne contro 4.321 per gli uomini). Nelle fasce 25-34 e 35-49 anni, il divario si attesta attorno al 10%: gli uomini tra i 25-34 anni guadagnano una mediana di 4.943 franchi, contro i 4.476 franchi delle donne; tra i 35 e i 49 anni, il salario mediano maschile è di 5.587 franchi, quello femminile di 5.000. Nella fascia di età più anziana (50 anni e più), la disparità raggiunge il livello più elevato: 14,7%, pari a una differenza di 898 franchi, con salari mediani di 6.118 franchi per gli uomini e 5.220 per le donne.



Metadato

La statistica sui salari considera unicamente le/i salariate/i delle aziende con almeno tre addette/i dei settori secondario e terziario. Sono quindi esclusi dalla statistica le/gli indipendenti e il settore primario. I calcoli sono svolti sui salari mediani standardizzati di uomini e donne nel settore privato e in quello pubblico (Confederazione, cantoni, distretti, comuni, corporazioni). Al fine di confrontare i salari di chi lavora a tempo pieno con quelli di chi lavora a tempo parziale, si utilizza il salario mensile lordo standardizzato, secondo cui tutti i salari (anche quelli per posti a tempo parziale) sono convertiti in base a una durata normale di lavoro (tempo pieno), corrispondente a 40 ore settimanali per 4,33 settimane al mese.



Reddito

Contributo al reddito da lavoro dell’economia domestica

Grafico


In Svizzera, nel 2022, nelle economie domestiche composte da una coppia (con o senza figlie e figli) le donne contribuiscono in media ad un terzo del reddito da lavoro annuale complessivo, mentre gli uomini nella misura di quasi due terzi. L’Ufficio federale di statistica (UST) sottolinea che i contributi individuali dell’uomo e della donna al reddito da lavoro dell’economia domestica dipendono dai loro diversi tassi d’attività professionale e dal livello salariale (per maggiori informazioni v. le schede: Attività professionale e Salari). La presenza di figlie e figli all’interno dell’economia domestica fa variare questa proporzione: nelle coppie senza figlie e figli la donna contribuisce maggiormente al reddito da lavoro complessivo che nelle coppie con uno o più figlie e figli.

Metadato

Reddito da lavoro di tutti i membri dell’economia domestica senza assegni familiari né indennità giornaliere (disoccupazione, malattia, altre). Sono considerate “figlie” e “figli” tutte le persone di età compresa dai 0 ai 24 anni che vivono con almeno uno dei due genitori.



Gap pensionistico

Grafico


A livello svizzero, se per il primo pilastro (AVS) non è possibile affermare con certezza la presenza di differenze tra i due sessi, queste sono invece evidenti nella previdenza professionale: tra chi percepisce il secondo pilastro, nel 2022 le donne ricevono in media 23.054 franchi all’anno, contro i 40.788 franchi degli uomini. Questa differenza risulta in un divario a livello di previdenza professionale del 43,5%.



Metadato

Le persone beneficiarie sono le persone di 65 anni e più che ricevono almeno una rendita da uno dei tre pilastri del sistema svizzero della previdenza per la vecchiaia o dall’estero. Le persone che vivono in una casa per anziani non fanno parte della popolazione di riferimento.



Prestazioni complementari AVS

Grafico


Dall’analisi delle prestazioni complementari all’AVS, emerge che le donne percepiscono più spesso questa prestazione rispetto agli uomini (19,4% a fronte del 14,1% in Ticino nel 2023).

Metadato

Le persone che beneficiano di prestazioni complementari AVS sono persone le cui rendite vecchiaia o altre entrate non sono sufficienti a coprire il sostentamento e richiedono e ricevono un aiuto supplementare. Il tasso di beneficiarie e beneficiari di prestazioni complementari all’AVS misura la quota percentuale di persone beneficiarie della prestazione sul totale di persone che ricevono una rendita dell’assicurazione vecchiaia e superstiti (primo pilastro). Il periodo di riferimento è il mese di dicembre.



Conciliazione tra sfera lavorativa e familiare

Tasso di attività secondo la tipologia di economia domestica

Grafico


L’arrivo di una figlia o figlio comporta dei cambiamenti nella divisione del lavoro e dei compiti all’interno delle coppie, che spesso portano a una diminuzione del grado d’occupazione o a un’interruzione dell’attività lavorativa delle donne. Il loro tasso di attività si situa all’86,6% circa quando vivono in una coppia senza figlie e figli, e scende al 75,5% quando ne hanno (diversa è la situazione se sono donne sole). La percentuale di uomini attivi invece non scende mai sotto la soglia dell’87,7% e, contrariamente a quanto avviene per le donne, aumenta quando vivono in coppia con o senza figlie e figli.



Metadato

Il tasso di attività è il rapporto (in percentuale) tra il numero di attive/i (occupate/i + disoccupate/i) sul totale della popolazione residente permanente (attive/i + inattive/i). Serve a valutare la partecipazione al mondo del lavoro in una popolazione.



Affermazioni riguardanti il lavoro e la famiglia

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Più uomini che donne sono d’accordo con l’affermazione “un bambino in età prescolastica soffre quando la madre lavora”. L’opinione che un bambino soffra quando il padre è troppo preso dal lavoro trova ampi consensi tra donne e uomini di tutte le fasce d’età. Si noti tuttavia la differenza di formulazione tra le due domande, con il rafforzativo “troppo” utilizzato solo per il padre.



Modello occupazionale delle coppie

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Le coppie con figlie e figli adottano in maggioranza una suddivisione del lavoro remunerato in cui l’uomo lavora a tempo pieno e la donna a tempo parziale, seguito dal modello “tradizionale” che vede occupato professionalmente unicamente l’uomo. Quest’ultimo è più presente per le coppie con figlie e figli piccoli e diminuisce gradualmente con l’avanzare della loro età. Tra le coppie senza figlie e figli invece, in quasi la metà dei casi lavorano sia la donna sia l’uomo a tempo pieno.



Metadato

Sono considerate occupate a tempo pieno le persone occupate con un grado d’occupazione del 90% o più, mentre sono considerate occupate a tempo parziale le persone occupate con un grado d’occupazione inferiore al 90%.



Aiuto esterno per la cura dei figli

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Servizi come gli asili nido, potenziati negli ultimi anni, aiutano le famiglie nella conciliazione tra sfera lavorativa e familiare. La quota di coppie che ricorre a un aiuto esterno (formale, presso nidi o famiglie diurne, ma anche informale, per esempio da parte dei nonni) per la custodia dei bambini in età prescolastica è infatti cresciuta nel corso del tempo.



Lavoro non retribuito

Opinioni sulla divisione dei compiti tra uomini e donne

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La maggior parte dei residenti in Ticino pensa che uomini e donne debbano occuparsi allo stesso modo del sostentamento della famiglia e delle faccende domestiche. In questo caso le opinioni non variano molto in base al sesso, mentre l’età continua a giocare un ruolo importante. Tutti sono d’accordo sul fatto che uomini e donne debbano occuparsi delle faccende domestiche in ugual misura, anche se nel caso delle persone con più di 65 anni questa percentuale diminuisce mentre è più elevata quella che ritiene che sia piuttosto un’esclusiva femminile.



Tempo dedicato al lavoro (non) remunerato, secondo la tipologia di economia domestica

Grafico


Quando uomini e donne decidono di vivere in coppia, i loro equilibri e le loro abitudini cambiano. Nelle economie domestiche composte da persone sole infatti, uomini e donne dedicano un numero medio di ore al lavoro remunerato e non remunerato molto simile. Tra le coppie, invece, le donne dedicano meno ore al lavoro retribuito e più a quello non retribuito. Quando nella coppia sono presenti delle figlie e figli, in particolare piccoli, le differenze tra i partner sono ancora più marcate.



Metadato

Il lavoro non remunerato si suddivide in tre categorie:

  1. il lavoro domestico all’interno dell’economia domestica, che comprende per esempio la preparazione dei pasti, il riordino e la pulizia della casa, il bucato, i lavori manuali e amministrativi, ecc.;

  2. il lavoro di cura dei bambini e di altre persone bisognose all’interno dell’economia domestica, che comprende attività come nutrire e lavare i bambini, aiutarli nei compiti, giocare con loro, ecc.;

  3. il volontariato fuori dall’economia domestica, che include il lavoro prestato in associazioni sportive, religiose, caritative e/o culturali, in associazioni di difesa di interessi o partiti politici (in questo caso si tratta di volontariato formale o organizzato) e le prestazioni fornite ad altre economie domestiche, come la cura di bambini o di persone bisognose, i lavori domestici, il trasporto o il giardinaggio (volontariato informale).



Lavori domestici

Grafico



Nelle coppie con figlie e figli è interessante notare che i lavori domestici restano una prerogativa femminile indipendentemente dal modello occupazionale della coppia. Infatti, le donne si occupano in maggioranza di queste faccende anche quando nella coppia nessuno è attivo. Persino quando esse sono attive e i partner non lo sono, la proporzione di lavori domestici svolti dalle donne è superiore a quella di entrambi i partner.



Tempo dedicato al lavoro non remunerato

Grafico


Le donne riservano mediamente più tempo al lavoro non remunerato sia all’interno che all’esterno dell’economia domestica. Per quanto riguarda il lavoro all’interno dell’economia domestica, le donne dedicano un numero medio di ore settimanali decisamente superiore a quello degli uomini, soprattutto in attività come la preparazione dei pasti, le pulizie o il bucato. I lavori amministrativi e la cura di animali, piante e giardinaggio vedono coinvolti uomini e donne in misura molto simile, mentre gli uomini sono più partecipi nelle attività manuali. Le donne dedicano inoltre più tempo alla cura di figlie e figli.



Metadato

Il lavoro non remunerato si suddivide in tre categorie:

  1. il lavoro domestico all’interno dell’economia domestica, che comprende per esempio la preparazione dei pasti, il riordino e la pulizia della casa, il bucato, i lavori manuali e amministrativi, ecc.;

  2. il lavoro di cura di bambine e bambini e di altre persone bisognose all’interno dell’economia domestica, che comprende attività come nutrire e lavare bambini/e, aiutarli nei compiti, giocare con loro, ecc.;

  3. il volontariato fuori dall’economia domestica, che include il lavoro prestato in associazioni sportive, religiose, caritative e/o culturali, in associazioni di difesa di interessi o partiti politici (in questo caso si tratta di volontariato formale o organizzato) e le prestazioni fornite ad altre economie domestiche, come la cura di bambini/e o di persone bisognose, i lavori domestici, il trasporto o il giardinaggio (volontariato informale).



Politica

Membri del Gran Consiglio ticinese

Grafico



Nel 1969 le donne ticinesi ottennero il diritto di partecipare attivamente alla vita politica, grazie al quale poterono candidarsi al Gran Consiglio a partire dalle elezioni del 1971. Se negli anni il loro numero è stato altalenante, ma sempre nettamente minoritario (tra i 7 e i 14 seggi), dalle elezioni del 2015 si registra un recupero. Nel 2019 la quota di donne supera un terzo, mentre è scesa leggermente al di sotto (32,2%) nel 2023, in seguito alla “perdita” di due seggi.



Tasso di successo per candidate e candidati al Gran Consiglio ticinese

Grafico


Nel corso del tempo, la percentuale di successo per le candidate al Gran Consiglio è sempre stata inferiore a quella dei candidati. Si è tuttavia osservato un miglioramento in occasione delle tre elezioni più recenti. Va tuttavia segnalato che se nel 2019 il tasso di successo è stato quasi identico per uomini e donne, nel 2023 i due dati si sono di nuovo distanziati, in favore degli uomini.



Metadato

Il tasso di successo per le candidature al Gran Consiglio risulta dal rapporto (in termini percentuali) tra il numero di candidate/i nelle liste elettorali e il numero di deputate/i elette/i.



Donne elette nel Gran Consiglio ticinese, secondo il partito

Grafico


Analizzando l’appartenenza politica delle deputate, si può notare che fino al 2015 le percentuali più alte di donne elette si riscontravano tra i Verdi e il PS. Dal 2019, ossia dall’elezione in cui le donne hanno ottenuto circa un terzo dei seggi, è possibile notare una buona presenza di donne anche in partiti non di governo.



Metadato

La percentuale di donne elette in Gran Consiglio secondo il partito risulta dal rapporto (in termini percentuali) tra il numero di deputate elette e il numero totale di seggi del loro partito di appartenenza.

Significato delle sigle dei partiti:

  • Destra: La Destra (UDC, UDF, Area liberale)
  • MPS: Movimento per il socialismo
  • PC: Partito comunista
  • PLR: Partito liberale radicale
  • PPD: Partito popolare democratico (dal 2023 Il Centro)
  • PS: Partito socialista
  • UDC: Unione democratica di centro
  • PVL: Partito dei verdi liberali
  • Avanti/TiLav: Avanti con Ticino Lavoro



Membri delle istituzioni politiche

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Per quanto riguarda i Municipi, i Consigli comunali, il Gran Consiglio e la deputazione ticinese all’Assemblea federale, le percentuali di donne variano tra il 21% e il 34,4%. Nel 2023, dopo due legislature in cui il Consiglio di Stato è stato composto esclusivamente da uomini, una donna è tornata anche nell’esecutivo cantonale.



Partecipazione alle elezioni cantonali

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Per quel che concerne la partecipazione al voto, la situazione appare complessivamente egualitaria, nonostante persistano alcune differenze. Infatti, la partecipazione femminile nelle elezioni cantonali del 2023 è stata leggermente più elevata di quella maschile fino alla classe di età 40-49. Dai 50 anni di età, le differenze si fanno invece sempre più marcate, a favore degli uomini. Per approfondimenti storico-statistici su questo tema si veda Stanga 2025 .



Violenza

Persone imputate e vittime di violenza domestica

Grafico


A livello svizzero, nel 70% dei casi le vittime di violenza domestica sono donne. Tale rapporto si inverte quando ci si interessa agli/alle imputati/e: in quasi tre casi su quattro si tratta di uomini.



Metadato

Per “violenza domestica” si intende la minaccia o l’uso della violenza tra due persone che sono o sono state legate da un rapporto matrimoniale o di partenariato, tra genitori (inclusi patrigno, matrigna e genitori affidatari) e figli o tra persone unite da un altro legame di parentela.



Interventi per violenza domestica

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A livello cantonale il numero di interventi di polizia per violenza domestica si attestava fino al 2016 attorno alle 800 unità. Tra il 2017 e il 2020 sono stati superati i 1.000 casi all’anno, attestandosi negli anni seguenti attorno alle 1.000 unità ((952 nel 2024). All’interno di questi interventi, 162 circa riguardano i reati perseguiti d’ufficio (sempre nel 2024). In questi casi l’autorità interviene indipendentemente dal fatto che ci sia la denuncia o l’accordo da parte della vittima.



Metadato

Per “violenza domestica” si intende la minaccia o l’uso della violenza tra due persone che sono o sono state legate da un rapporto matrimoniale o di partenariato, tra genitori (inclusi patrigno, matrigna e genitori affidatari) e figli/e o tra persone unite da un altro legame di parentela.

Il numero di interventi non corrisponde per forza al numero di persone coinvolte come autrici o vittime di violenza domestica: le stesse persone possono essere implicate in molteplici casi registrati dalla Polizia.



Allontanamenti per violenza domestica

Grafico


f10.3-1 L’analisi della composizione delle persone inattive evidenzia che la maggioranza di esse è costituita da persone pensionate (89.888 persone, il 68,2%), seguono quelle in formazione (21.017 persone, il 15,9%), le altre persone non attive (12.021 persone, il 9,1%) e le donne e gli uomini a casa (8.862 persone, il 6,7%). La distribuzione di donne e uomini all’interno di questi quattro gruppi è fortemente squilibrata nel gruppo “uomini e donne a casa”, con solamente il 7,1% di uomini contro il restante 92,9% di donne. Un dato interessante a livello ticinese è costituito dagli allontanamenti ordinati per violenza domestica. Dal 2008 è infatti in vigore la misura dell’allontanamento dal nucleo familiare della persona responsabile della violenza per la durata di dieci giorni. Il numero di questi allontanamenti varia ampiamente da un anno all’altro (si passa dai 36 casi del 2015 ai 105 del 2010), a rimanere immutato è invece il fatto che le persone allontanate sono quasi esclusivamente uomini. Nel 2024 se ne contano 51.



Metadato

Per “violenza domestica” si intende la minaccia o l’uso della violenza tra due persone che sono o sono state legate da un rapporto matrimoniale o di partenariato, tra genitori (inclusi patrigno, matrigna e genitori affidatari) e figli/e o tra persone unite da un altro legame di parentela.



Imputate e imputati per reati violenti

Grafico


f10.4-1 Delle 8.237 donne che nel 2024 si occupano esclusivamente dell’economia domestica quasi la metà ha una formazione di livello secondario superiore o post secondario superiore (il 48,6%), poco più di un terzo una formazione di livello terziario (il 36,8%) e il restante 14,7% di livello elementare e secondario inferiore. Per quanto riguarda gli imputati per reati violenti, si osserva che nell’80% circa dei casi si tratta di uomini. Per i reati gravi, questa proporzione raggiunge addirittura il 96%.



Metadato

Per “reati violenti” si intendono tutte le fattispecie penali caratterizzate dalla minaccia o dall’impiego intenzionale della violenza contro altre persone. Sono esclusi dalla nozione gli atti violenti contro le cose. Il totale dei reati violenti non corrisponde alla somma delle tre tipologie di reati (reati gravi compiuti, reati di poca entità compiuti e reati di poca entità sotto forma di minacce) perché un/a imputato/a indipendentemente dal numero di reati contestati è contato una sola volta nel totale.



Vittime di reati violenti

Grafico


Tra le vittime di reati violenti vi è complessivamente una proporzione simile di uomini e donne. Dato che le donne sono maggiormente vittime di violenza domestica, si può supporre che gli uomini subiscano più violenza in ambito pubblico piuttosto che privato.



Metadato

Per “reati violenti” si intendono tutte le fattispecie penali caratterizzate dalla minaccia o dall’impiego intenzionale della violenza contro altre persone. Sono esclusi dalla nozione gli atti violenti contro le cose. Il totale dei reati violenti non corrisponde alla somma delle tre tipologie di reati (reati gravi compiuti, reati di poca entità compiuti e reati di poca entità sotto forma di minacce) perché un/a imputato/a indipendentemente dal numero di reati contestati è contato una sola volta nel totale.



Consulenze a vittime di reati

Grafico



Nonostante anche gli uomini possano essere vittime di reati e di violenza, sono soprattutto le donne a usufruire delle consulenze presso i centri di aiuto alle vittime di reati.



Confronto Svizzera Ticino

Speranza di vita

Donne Uomini
Svizzera: a 65anni 22,6 20,0
Svizzera: alla nascita 85,6 81,9
Ticino: a 65anni 23,4 20,4
Ticino: alla nascita 86,4 82,5
Fonte: BEVNAT e STATPOP, UST



Formazione più alta conclusa

Donne Uomini
Svizzera: Secondario I 10,7 11,4
Svizzera: Secondario II 36,9 38,8
Svizzera: Terziario 52,4 49,8
Ticino: Secondario I 9,1 10,8
Ticino: Secondario II 39,4 44,1
Ticino: Terziario 51,5 45,1
Avvertenza: sono considerate le persone tra i 25 e i 44 anni
Fonte: RS, UST



Tasso di attività

Donne Uomini
Svizzera 62,9 72,2
Ticino 51,4 64,1
Fonte: RIFOS, UST



Tasso di disoccupazione

Donne Uomini
Svizzera 4,6 4,1
Ticino 6,4 6,8
Fonte: RIFOS, UST



Salari

Salari mensili lordi standardizzati - totale
Donne Uomini
Svizzera (mediana in fr.) 6.397 7.066
Ticino (mediana in fr.) 5.272 5.755
Fonte: RSS, UST
Differenza salariale totale (in % del salario maschile)
in % in fr.
Svizzera 9,5 669
Ticino 8,4 483
Fonte: RSS, UST
Salari mensili lordi standardizzati nel settore pubblico
Donne Uomini
Svizzera (mediana in fr.) nel settore pubblico 7.723 8.559
Ticino (mediana in fr.) nel settore pubblico 6.952 7.529
Fonte: RSS, UST
Differenza salariale nel settore pubblico (in % del salario maschile)
in % in fr.
Svizzera 9,8 836
Ticino 7,7 577
Fonte: RSS, UST



Modello occupazionale delle coppie

In Ticino
nessuna figlia e figlio figlia e figlio più giovane 0-5 anni figlia e figlio più giovane 6-14 anni figlia e figlio più giovane 15-24 anni
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0
Donna non occupata, uomo occupato a tempo pieno 12,1 26,5 23,1 22,5
Donna occupata a tempo parziale, uomo occupato a tempo pieno 21,2 39,3 43,0 31,5
Donna e uomo occupati a tempo pieno 49,8 16,7 17,4 20,8
Donna e uomo occupati a tempo parziale 3,3 4,2 3,5 2,4
Altra combinazione 13,7 13,2 12,6 22,8
Avvertenza: l’età dei partner delle coppie senza figli è compresa tra i 25 ed i 55 anni
Fonte: RS, UST
In Svizzera
nessuna figlia e figlio figlia e figlio più giovane 0-5 anni figlia e figlio più giovane 6-14 anni figlia e figlio più giovane 15-24 anni
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0
Donna non occupata, uomo occupato a tempo pieno 8,8 21,4 15,6 14,2
Donna occupata a tempo parziale, uomo occupato a tempo pieno 19,3 43,6 49,3 41,7
Donna e uomo occupati a tempo pieno 56,5 14,7 17,8 23,0
Donna e uomo occupati a tempo parziale 4,0 10,2 6,4 4,1
Altra combinazione 11,4 9,8 10,8 16,8
Avvertenza: l’età dei partner delle coppie senza figli è compresa tra i 25 ed i 55 anni
Fonte: RS, UST



Sigle, fonti, simboli e avvertenze



Sigle
DECS Dipartimento dell’Educazione, della Cultura e dello Sport
DI Dipartimento delle Istituzioni
DSS Dipartimento della Sanità e della Socialità
UST Ufficio federale di statistica
Ustat Ufficio di statistica del Cantone Ticino





Fonte Descrizione url
BEVNAT Statistica del movimento naturale della popolazione (BEVNAT), Ufficio federale di statistica, Neuch https://www3.ti.ch/DFE/DR/USTAT/index.php?fuseaction=temi.dettaglioMeta&metId=25&p1=33&p2=72&p3=74&proId=73&t=1
CAN Servizio dei diritti politici (CAN), Bellinzona e Ustat, Giubiasco https://www4.ti.ch/generale/diritti-politici/home
CFP Il Censimento federale della popolazione (CFP), Ufficio federale di statistica, Neuch https://www3.ti.ch/DFE/DR/USTAT/index.php?fuseaction=definizioni.fonti&tema=33&id=23&proID=64
DOCENTI Censimento dei docenti, Ufficio federale di statistica, Neuch https://www3.ti.ch/DFE/DR/USTAT/index.php?fuseaction=definizioni.fonti&tema=36&id=1101&proID=465
eCOD Statistica delle cause di morte e di mortinatalità (eCOD), Ufficio federale di statistica, Neuch https://www3.ti.ch/DFE/DR/USTAT/index.php?fuseaction=definizioni.fonti&tema=54&id=199&proID=130
ESPOP Statistica della popolazione e delle economie domestiche (ESPOP), Ufficio federale di statistica, Neuch https://www3.ti.ch/DFE/DR/USTAT/index.php?fuseaction=definizioni.fonti&tema=33&id=24&proID=64
IAS Istituto delle assicurazioni sociali (IAS), Ufficio federale di statistica, Neuch https://www4.ti.ch/dss/ias/ias
IFG Indagine sulle famiglie e sulle generazioni (IFG), Ufficio federale di statistica, Neuch https://www.bfs.admin.ch/bfs/it/home/statistiche/popolazione/rilevazioni/efg.html
ISS Indagine sulla salute in Svizzera (ISS), Ufficio federale di statistica, Neuch https://www3.ti.ch/DFE/DR/USTAT/index.php?fuseaction=definizioni.fonti&tema=54&id=681&proID=123
OHS Statistica dell’aiuto alle vittime (OHS), Ufficio federale di statistica, Neuch https://www3.ti.ch/DFE/DR/USTAT/index.php?fuseaction=definizioni.fonti&tema=47&id=322&proID=321
POL Polizia cantonale (POL), Bellinzona https://www4.ti.ch/di/pol/polizia-cantonale/
RIFOS Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera (RIFOS), Ufficio federale di statistica, Neuch https://www3.ti.ch/DFE/DR/USTAT/index.php?fuseaction=definizioni.fonti&tema=35&id=51&proID=155
RS Rilevazione strutturale (RS), Ufficio federale di statistica, Neuch https://www3.ti.ch/DFE/DR/USTAT/index.php?fuseaction=definizioni.fonti&tema=33&id=821&proID=82
RSS Rilevazione della struttura dei salari (RSS), Ufficio federale di statistica, Neuch https://www3.ti.ch/DFE/DR/USTAT/index.php?fuseaction=definizioni.fonti&tema=35&id=64&proID=178
SBA Statistica dei diplomi (SBA), Ufficio federale di statistica, Neuch https://www3.ti.ch/DFE/DR/USTAT/index.php?fuseaction=definizioni.fonti&tema=36&id=1101&proID=465
SCP Statistica criminale di polizia (SCP), Ufficio federale di statistica, Neuch https://www3.ti.ch/DFE/DR/USTAT/index.php?fuseaction=definizioni.fonti&tema=47&id=601&proID=310
SFPI Statistica della formazione professionale di base (SBG-SFPI), Ufficio federale di statistica, Neuch https://www3.ti.ch/DFE/DR/USTAT/index.php?fuseaction=definizioni.fonti&tema=36&id=1081&proID=151
SILC Indagine sui redditi e sulle condizioni di vita (SILC), Ufficio federale di statistica, Neuch https://www3.ti.ch/DFE/DR/USTAT/index.php?fuseaction=definizioni.fonti&tema=49&id=261&proID=337
SIUS Studenti ed esami delle scuole universitarie (SHIS-studex), Ufficio federale di statistica, Neuch https://www3.ti.ch/DFE/DR/USTAT/index.php?fuseaction=definizioni.fonti&tema=36&id=944&proID=153
STATPOP Statistica della popolazione e delle economie domestiche (STATPOP), Ufficio federale di statistica, Neuch https://www3.ti.ch/DFE/DR/USTAT/index.php?fuseaction=definizioni.fonti&tema=33&id=241&proID=64
UFAS Prestazioni complementari AVS / AI, Ufficio federale di statistica, Neuch https://www.bsv.admin.ch/bsv/it/home/pubblicazioni-e-servizi/statistiken.html
UOSP Scelte scolastiche e professionali degli allievi di scuola media (4a classe) (UOSP), Ufficio federale di statistica, Neuch https://www3.ti.ch/DFE/DR/USTAT/index.php?fuseaction=definizioni.fonti&tema=36&id=185&proID=463


Segni, simboli e abbreviazioni
Segni, simboli, abbreviazioni, sigle e concetti statistici





Bibliografia



Pubblicazione collegamento
Bigotta, Maurizio e Giancone, Vincenza. (2020). Struttura ed evoluzione dei salari in Ticino. Extra Dati 1, Ufficio di Statistica, Bellinzona. vai alla pubblicazione
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Borioli, Matteo. (2017). Le famiglie in Ticino. Un ritratto statistico dei nuclei familiari con figli. Ed. 2017. Giubiasco: Ustat. vai alla pubblicazione
Bruno, Danilo. (2017). Scenari demografici per il Cantone Ticino e le sue regioni, 2016-2040. Giubiasco: Ustat. (Documenti, 8). vai alla pubblicazione
Giudici, Francesco e Origoni, Pau. (2014). Tra fornelli e pannolini. Il tempo dedicato da uomini e donne al lavoro domestico e alla cura dei figli. Dati, 2, 43-49. vai alla pubblicazione
Giudici, Francesco et al. (a cura di). (2016). La transizione all’età adulta: generazioni a confronto. Giubiasco: Ustat. (Documenti, 7). vai alla pubblicazione
Petrillo, Sandro e Gonzalez, Oscar. (2018), Scomposizione delle differenze salariali tra due gruppi. Documenti, Ufficio di Statistica, Bellinzona. vai alla pubblicazione
Stanga, Mauro. (2014). “Come va la vita?” L’indagine tematica sulla salute 2012: alcuni risultati per la Svizzera e la Svizzera italiana. Dati, 1, 107-115 vai alla pubblicazione
Stanga, Mauro. (2016). Opinioni sulla famiglia, in Svizzera e in Ticino. Risultati dell’indagine sulle famiglie e sulle generazioni 2013. Dati, 1, 59-67. vai alla pubblicazione
Stanga, Mauro. (2025). La partecipazione al voto delle donne in Ticino. 55 anni dopo la prima volta, a che punto siamo? Extra Dati 4, Ufficio di statistica, Bellinzona vai alla pubblicazione



Impressum

Ustat
Giubiasco
URL breve: www.ti.ch/ustat-schede-parita
Data di pubblicazione: 12.06.2025
Ultimo aggiornamento: 11.06.2025









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