La legge ticinese sull'assistenza
sociopsichiatrica, ormai nota anche fuori cantone con la sigla di LASP,
è stata considerata, fino dalla sua approvazione nel 1983, come
una novità assoluta in Svizzera e probabilmente anche a livello
europeo. Essa costituisce tuttora un modello per le normative sull'assistenza
e la privazione della libertà dei malati psichiatrici di altri Cantoni
e credo di altri Stati.
Ricordo che formalmente la LASP nasce
dalla necessità di dare esecuzione all'art. 5 della Convenzione
europea sui diritti dell'uomo (CEDU) ed alla Legge federale sulla privazione
della libertà a scopo di assistenza.
Quest'ultima normativa aveva modificato
gli art. 397 ss. del Codice civile, a partire dal 1980 introducendo in
sostanza il requisito di una base legale formale per i provvedimenti di
internamento in istituto di malati psichiatrici.
Provvedimenti che in precedenza
anche nel nostro cantone potevano essere decretati dall'autorità
amministrativa senza garanzie formali particolari (istruttoria e rimedi
di diritto).
Però dal profilo del contenuto
la LASP va ben oltre la semplice applicazione dei principi di tutela della
persona e delle libertà individuali garantiti dalla CEDU.
Per inquadrare anche storicamente la portata e l'importanza degli aspetti innovativi contenuti nella prima LASP, occorre tenere presente che essa nacque e fu elaborata, verso la fine degli anni '70.
L'emanazione formale della legge
era stata preceduta da una ricerca già coordinata dal prof. Borghi
sulla situazione dell' allora ONC e sulla condizione dei malati psichiatrici
nel cantone. La ricerca rifletteva positivamente il momento culturalmente
propositivo del periodo, di poco successivo al '68. Si avvertiva l'influenza
delle nuove concezioni che si andavano affermando nella moderna psichiatria,
di cui in Italia si era fatto portavoce soprattutto il prof. Basaglia dell'Università
di Trieste e che si erano rapidamente diffuse anche nel nostro Cantone.
La ricerca, pubblicata in occasione
del 80mo. anniversario della fondazione dell'Ospedale psichiatrico di Casvegno
aveva provocato un ampio e interessante dibattito nell'opinione pubblica
cantonale.
In seguito, su mandato del Dipartimento
delle opere sociali e del Consiglio di Stato, un gruppo di lavoro composto
da psichiatri, sociologi e giuristi, guidati dal prof. Marco Borghi aveva
elaborato il progetto di legge, successivamente discusso e approvato dal
Gran Consiglio e messo in vigore nel 1985.
Dal punto di vista dei contenuti, la LASP presentava la principale novità di non limitarsi, come previsto dalla legge federale sulla privazione della libertà a scopo di assistenza, a stabilire i principi ed a porre le garanzie formali per i collocamenti coercitivi dei malati psichiatrici negli istituti.
Oltre questo aspetto, che costituisce
un obiettivo minimo, la LASP prevedeva infatti una larga varietà
di norme di contenuto positivo che avevano la funzione di garantire a tutti
cittadini e alle rispettive famiglie confrontate con i problemi causati
dalla malattia psichiatrica il diritto e i contenuti dell'assistenza medica
e sociale adeguata alle loro condizioni.
In particolare, realizzando concretamente
i nuovi modelli di intervento, proposti dalla moderna psichiatria, la LASP
prevedeva di affrontare le problematiche del malato psichiatrico non più
solo all'interno dell'ospedale ma soprattutto mobilitando le risorse presenti
nel suo ambiente familiare e sociale. Veniva privilegiato l'intervento
preventivo sulla famiglia e sul contesto sociale. Veniva sancito il principio
della sussidiarietà del collocamento in istituto. Veniva attuato
l'intervento psichiatrico su base territoriale (il settore) e sancita la
continuità fra le cure dispensate sul territorio e quelle più
intense offerte nelle cliniche.
L'entrata in vigore della LASP e
la sua applicazione hanno segnato l'inizio della sociopsichiatria e hanno
profondamente modificato l'organizzazione e gli interventi della psichiatria
pubblica nel Cantone Ticino.
Come tutte le grosse novità,
dopo un primo periodo di esperienza, essa ha richiesto qualche ripensamento
e qualche aggiustamento. Inoltre, l'evoluzione della giurisprudenza del
Tribunale Federale in materia di privazione della libertà a scopo
di assistenza, particolarmente intensa e feconda nell'ultimo decennio,
impone a sua volta alcuni cambiamenti ed alcune completazioni.
Per questi motivi, in concomitanza
con l'anniversario dei 100 anni dalla fondazione dell'ospedale psichiatrico
di Mendrisio, la LASP è stata sottoposta a revisione conclusasi
con l'approvazione di un nuovo testo da parte del Gran Consiglio alla fine
dello scorso mese di febbraio. Vorremmo metterla in vigore per l'inizio
dell'anno 2000, non appena sarà disponibile il relativo regolamento
di applicazione.
Anche in quest'occasione il progetto
di revisione è stato elaborato da un gruppo di lavoro incaricato
del Consiglio di Stato e guidato dal prof. Borghi.
La prossima relazione sarà tenuta dal professor Borghi che meritatamente ed unanimemente viene riconosciuto come il padre della LASP, per il ruolo determinante avuto nel suo studio e nella sua elaborazione.
Patrizia Pesenti
Consigliere di Stato
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