Gentili signore, egregi signori
Vi siete presi il tempo di abbandonare
mezza giornata i vostri istituti di cura per partecipare alla riflessione
odierna sulla cartella sanitaria del 2000. Per questo impegno, ma anche
per il lavoro che quotidianamente svolgete con discrezione e passione,
vi ringrazio.
Vi era un tempo - in realtà
non molti anni fa - in cui medici e infermieri accudivano amorevolmente
il malato, e ciò bastava. La salute era percepita come un dono di
Dio e ognuno pregava i Santi per non perderla. La sofferenza individuale
era lenita quasi unicamente dal sostegno famigliare e comunitario: non
per scelta, ma per necessità. Infatti l’ignoranza in campo medico
e la grande povertà impedivano risposte più pertinenti.
La crescita economica del dopoguerra
e il conseguente benessere materiale hanno creato le premesse per un incredibile
sviluppo scientifico, medica, tecnologico, ma anche - e soprattutto - sociale.
L’accoglimento della legge sull’AVS (1948), di quella sull’AI (1959), di
quella sull’assicurazione infortuni (1981) e la modifica della LAMal (1994)
rappresentano tappe fondamentali dell’organizzazione di uno Stato sociale
moderno.
In definitiva abbiamo socializzato
la risposta alla sofferenza individuale e permesso così di garantire
a tutti cure efficaci e di alta qualità, indipendentemente dalla
ricchezza, dall’età e dallo stato di salute. Abbiamo regalato anni
alla vita di molte persone, siamo sempre più confrontati con la
domanda: a questi anni in più abbiamo regalato vita?
L’amorevole dedizione del passato
ha lasciato posto ad azioni tecniche performanti ed efficaci. Ma anche
qui la questione è: sono sempre pertinenti, adeguate e umane?
I grandi avvenimenti che hanno caratterizzato
quest’ultima decade del secolo (fine della guerra fredda, globalizzazione
economica, informatizzazione) ci inducono a riflettere, anche in un piccolo
lembo di terra come il nostro Cantone, su quanto fatto e su quanto dovremo
fare per cogliere le nuove sfide.
Grazie a voi tutti - oggi qui presenti - circa 3'700 persone anziane beneficiano di un’assistenza di prim’ordine
nei vostri istituti. Ma anche al loro domicilio gli anziani
e gli invalidi sono maggiormente aiutati, grazie alla modifica del 1993
della Legge anziani. Oggi vi sono oltre 200 beneficiari di prestazioni
a domicilio e questa spesa ha superato i 3 mio di franchi. Infine mancano
"poche ore" all’entrata in vigore della nuova legge sull’assistenza e cura
a domicilio, che rafforzerà ulteriormente l’intervento assistenziale
a casa, per migliorare il confort delle cure e per ritardare/evitare
il ricovero.
Qualcuno afferma che la nostra ricca
società ha creato il "problema" degli anziani. Vorrei evitare di
considerarlo un problema: le persone che oggi accudiamo sono le stesse
che hanno creduto in un progetto di vita migliore, al riparo dagli stenti
e dalle privazioni. Gli dobbiamo riconoscenza. E’ vero però che
negli ultimi anni tutto è accaduto alla svelta, le incertezze sono
cresciute e capita di sentirsi avvolti e travolti da una fitta nebbia che
oscura gli orizzonti.
Oggi siamo qui a parlare di cartella
sanitaria informatizzata: uno strumento per molti nuovo, destinato a sostituire
la cartella medica e infermieristica scritta a mano. Non qualcosa in più,
ma "in sostituzione a". Uno strumento che consente la raccolta ragionata
dei classici dati clinici e amministrativi. Uno strumento che rientra in
una strategia di promozione della qualità.
Uno strumento che deve soprattutto
rispondere ai vostri bisogni, ma anche ai nostri, per permetterci
un approccio di salute pubblica su basi solide, per permetterci di comprendere
meglio il funzionamento della rete sanitaria. Una rete che sappia
offrire alla sofferenza di ogni cittadino la miglior risposta al minor
prezzo, così da consentire a tutti i cittadini di trarne beneficio.
Una simile rete necessità di un alto grado di maturità sociale
e di solidarietà: sono certa che incontri come quello odierno rappresentino
importanti tasselli verso una simile evoluzione.
Qualità delle cure, accreditamento,
"benchmarking", certificazione: tutti nuovi sostantivi entrati prepotentemente
nel mondo sanitario. Non lasciatevi confondere da queste parole complesse:
esse nascondono essenzialmente quanto ognuno di voi già oggi sta
facendo con tenacia e passione. Disponiamo di un buon sistema sanitario
e vi esorto a continuare, come finora, e con entusiasmo il vostro impegnativo
lavoro. Il nuovo vocabolario vuole soltanto ricordare la necessità
di curare bene, ma non solo: la necessità di fornire le cure giuste.
Per esempio regalando vita agli anni, anche se questo lavoro si lascia
difficilmente inserire in un computer.
Buon lavoro a tutti!
Patrizia. Pesenti
Consigliere di Stato
Dipartimento opere
sociali