Incontro informativo

La cartella sanitaria del 2000

Agno, Hotel La Perla, mercoledì 17 novembre 1999

Gentili signore, egregi signori

Vi siete presi il tempo di abbandonare mezza giornata i vostri istituti di cura per partecipare alla riflessione odierna sulla cartella sanitaria del 2000. Per questo impegno, ma anche per il lavoro che quotidianamente svolgete con discrezione e passione, vi ringrazio.
Vi era un tempo - in realtà non molti anni fa - in cui medici e infermieri accudivano amorevolmente il malato, e ciò bastava. La salute era percepita come un dono di Dio e ognuno pregava i Santi per non perderla. La sofferenza individuale era lenita quasi unicamente dal sostegno famigliare e comunitario: non per scelta, ma per necessità. Infatti l’ignoranza in campo medico e la grande povertà impedivano risposte più pertinenti.
La crescita economica del dopoguerra e il conseguente benessere materiale hanno creato le premesse per un incredibile sviluppo scientifico, medica, tecnologico, ma anche - e soprattutto - sociale. L’accoglimento della legge sull’AVS (1948), di quella sull’AI (1959), di quella sull’assicurazione infortuni (1981) e la modifica della LAMal (1994) rappresentano tappe fondamentali dell’organizzazione di uno Stato sociale moderno.
In definitiva abbiamo socializzato la risposta alla sofferenza individuale e permesso così di garantire a tutti cure efficaci e di alta qualità, indipendentemente dalla ricchezza, dall’età e dallo stato di salute. Abbiamo regalato anni alla vita di molte persone, siamo sempre più confrontati con la domanda: a questi anni in più abbiamo regalato vita?
L’amorevole dedizione del passato ha lasciato posto ad azioni tecniche performanti ed efficaci. Ma anche qui la questione è: sono sempre pertinenti, adeguate e umane?
I grandi avvenimenti che hanno caratterizzato quest’ultima decade del secolo (fine della guerra fredda, globalizzazione economica, informatizzazione) ci inducono a riflettere, anche in un piccolo lembo di terra come il nostro Cantone, su quanto fatto e su quanto dovremo fare per cogliere le nuove sfide.
Grazie a voi tutti - oggi qui presenti - circa 3'700 persone anziane beneficiano di un’assistenza di prim’ordine nei vostri istituti. Ma anche al loro domicilio gli anziani e gli invalidi sono maggiormente aiutati, grazie alla modifica del 1993 della Legge anziani. Oggi vi sono oltre 200 beneficiari di prestazioni a domicilio e questa spesa ha superato i 3 mio di franchi. Infine mancano "poche ore" all’entrata in vigore della nuova legge sull’assistenza e cura a domicilio, che rafforzerà ulteriormente l’intervento assistenziale a casa, per migliorare il confort delle cure e per ritardare/evitare il ricovero.
Qualcuno afferma che la nostra ricca società ha creato il "problema" degli anziani. Vorrei evitare di considerarlo un problema: le persone che oggi accudiamo sono le stesse che hanno creduto in un progetto di vita migliore, al riparo dagli stenti e dalle privazioni. Gli dobbiamo riconoscenza. E’ vero però che negli ultimi anni tutto è accaduto alla svelta, le incertezze sono cresciute e capita di sentirsi avvolti e travolti da una fitta nebbia che oscura gli orizzonti.
Oggi siamo qui a parlare di cartella sanitaria informatizzata: uno strumento per molti nuovo, destinato a sostituire la cartella medica e infermieristica scritta a mano. Non qualcosa in più, ma "in sostituzione a". Uno strumento che consente la raccolta ragionata dei classici dati clinici e amministrativi. Uno strumento che rientra in una strategia di promozione della qualità.
Uno strumento che deve soprattutto rispondere ai vostri bisogni, ma anche ai nostri, per permetterci un approccio di salute pubblica su basi solide, per permetterci di comprendere meglio il funzionamento della rete sanitaria. Una rete che sappia offrire alla sofferenza di ogni cittadino la miglior risposta al minor prezzo, così da consentire a tutti i cittadini di trarne beneficio. Una simile rete necessità di un alto grado di maturità sociale e di solidarietà: sono certa che incontri come quello odierno rappresentino importanti tasselli verso una simile evoluzione.
Qualità delle cure, accreditamento, "benchmarking", certificazione: tutti nuovi sostantivi entrati prepotentemente nel mondo sanitario. Non lasciatevi confondere da queste parole complesse: esse nascondono essenzialmente quanto ognuno di voi già oggi sta facendo con tenacia e passione. Disponiamo di un buon sistema sanitario e vi esorto a continuare, come finora, e con entusiasmo il vostro impegnativo lavoro. Il nuovo vocabolario vuole soltanto ricordare la necessità di curare bene, ma non solo: la necessità di fornire le cure giuste. Per esempio regalando vita agli anni, anche se questo lavoro si lascia difficilmente inserire in un computer.
Buon lavoro a tutti!
 

Patrizia. Pesenti
Consigliere di Stato
Dipartimento opere sociali