25° dell’Associazione consumatrici della Svizzera italiana (ACSI)

Giubiasco, 21 novembre 1999


Gentili signore, egregi signori,

ho il piacere di portare a questa vostra manifestazione il saluto del Consiglio di Stato.
I consumatori possono e vogliono contribuire a una maggior qualità di vita e a una ripartizione più giusta delle risorse naturali.
Le nuove Costituzioni federale e ticinese contengono il principio della responsabilità nei confronti delle future generazioni, in altre parole il concetto di sviluppo sostenibile.
Uno sviluppo dove la crescita economica rafforza la solidarietà sociale e la qualità dell’ambiente.
Uno sviluppo che risponda ai bisogni del presente senza compromettere le capacità delle generazioni future di soddisfare i loro bisogni.
La Confederazione, con la partecipazione alla Conferenza di Rio sull’ambiente e lo sviluppo (1992), ha accolto il principio dello sviluppo sostenibile e sta elaborando una strategia di applicazione coinvolgendo cantoni e comuni.
Il Ticino, nelle linee direttive per la legislatura appena iniziata, ha tradotto in obiettivo politico un enunciato costituzionale.
Siamo pertanto tutti chiamati a tradurlo in realtà.
Poiché le scelte individuali si sommano e diventano collettive.
Sviluppo sostenibile, a dimensioni locali e globali: non possiamo oggi pretendere di agire efficacemente standocene ripiegati nei nostri piccoli confini.
L’ecocompatibilità e la sociocompatibilità non hanno confini.
Fra pochi giorni l’Organizzazione mondiale del commercio (OMC, erede del GATT) terrà un vertice a Seattle per un nuovo ciclo di negoziati per la liberalizzazione degli scambi economici, commerciali e finanziari.
Queste scelte, dettate dai grandi interessi, condizionano e condizioneranno la vita quotidiana di tutti gli abitanti del pianeta, al Nord ma soprattutto al Sud.
A Seattle si vorrebbe accelerare il processo di deregolamentazione sociale e di mondializzazione finanziaria, moltiplicando le disuguaglianze sociali, precarizzando ed escludendo uomini e donne, smantellando i servizi pubblici, rendendo più ineguale l’accesso in particolare alle cure sanitarie e all’educazione.
A Seattle la democrazia, la giustizia sociale e la dignità umana rischiano di essere sotterrate dalla brama dei più forti a danno dei più deboli.
A ricordare che questi valori sono prioritari, superiori, ci dovrà pensare la società civile, le organizzazioni non governative, i movimenti, la protesta dei cittadini.
Quella società civile che ha avuto la forza di opporsi all’Accordo multilaterale sugli investimenti (AMI), quella società civile che vuole globalizzare la solidarietà, non il profitto.
In un progetto di sviluppo sostenibile, le donne e il volontariato possono avere un ruolo incisivo.
Le scelte del nostro vivere quotidiano sono basilari nell’avanzamento o nell’arretramento di un progetto di sviluppo sostenibile.
Il lavoro domestico non remunerato, assicurato prevalentemente dalle donne, merita di essere valorizzato anche perché al centro delle scelte di consumo: scelte di equità e di qualità di vita.
Le 4 "erre" dell’ACSI - ridurre, recuparare/riciclare, riparare, rispettare - di strada in questi 25 anni ne hanno fatto molta e proprio grazie alle donne.
Senza il volontariato il movimento delle consumatrici non avrebbe percorso così tanta strada.
25 anni di attività sono un traguardo carico di contenuti per il movimento delle consumatrici e dei consumatori.
Ma un traguardo di tappa (si direbbe in termini ciclistici ???).
Infatti, la posizione dei consumatori sul mercato è ancora troppo debole rispetto alla loro importanza economica.
In Svizzera i "ménage" privati consumano il 60% dei prodotti e dei servizi del mercato interno; costituiscono il principale fattore economico.
Questo loro "peso" -  misurato in potere d’acquisto e necessità di consumo - può senz’altro influire sullo sviluppo di settori come l’agricoltura, l’alimentazione, la salute, l’educazione, la cultura, l’energia, l’ambiente.
Questo "potere" deve diventare politico.

Patrizia Pesenti
Consigliere di Stato

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