Gentili signore, egregi signori,
ho il piacere di portare a questa
vostra manifestazione il saluto del Consiglio di Stato.
I consumatori possono e vogliono
contribuire a una maggior qualità di vita e a una ripartizione più
giusta delle risorse naturali.
Le nuove Costituzioni federale e
ticinese contengono il principio della responsabilità nei confronti
delle future generazioni, in altre parole il concetto di sviluppo sostenibile.
Uno sviluppo dove la crescita economica
rafforza la solidarietà sociale e la qualità dell’ambiente.
Uno sviluppo che risponda ai bisogni
del presente senza compromettere le capacità delle generazioni future
di soddisfare i loro bisogni.
La Confederazione, con la partecipazione
alla Conferenza di Rio sull’ambiente e lo sviluppo (1992), ha accolto il
principio dello sviluppo sostenibile e sta elaborando una strategia di
applicazione coinvolgendo cantoni e comuni.
Il Ticino, nelle linee direttive
per la legislatura appena iniziata, ha tradotto in obiettivo politico un
enunciato costituzionale.
Siamo pertanto tutti chiamati a
tradurlo in realtà.
Poiché le scelte individuali
si sommano e diventano collettive.
Sviluppo sostenibile, a dimensioni
locali e globali: non possiamo oggi pretendere di agire efficacemente standocene
ripiegati nei nostri piccoli confini.
L’ecocompatibilità e la sociocompatibilità
non hanno confini.
Fra pochi giorni l’Organizzazione
mondiale del commercio (OMC, erede del GATT) terrà un vertice a
Seattle per un nuovo ciclo di negoziati per la liberalizzazione degli scambi
economici, commerciali e finanziari.
Queste scelte, dettate dai grandi
interessi, condizionano e condizioneranno la vita quotidiana di tutti gli
abitanti del pianeta, al Nord ma soprattutto al Sud.
A Seattle si vorrebbe accelerare
il processo di deregolamentazione sociale e di mondializzazione finanziaria,
moltiplicando le disuguaglianze sociali, precarizzando ed escludendo uomini
e donne, smantellando i servizi pubblici, rendendo più ineguale
l’accesso in particolare alle cure sanitarie e all’educazione.
A Seattle la democrazia, la giustizia
sociale e la dignità umana rischiano di essere sotterrate dalla
brama dei più forti a danno dei più deboli.
A ricordare che questi valori sono
prioritari, superiori, ci dovrà pensare la società civile,
le organizzazioni non governative, i movimenti, la protesta dei cittadini.
Quella società civile che
ha avuto la forza di opporsi all’Accordo multilaterale sugli investimenti
(AMI), quella società civile che vuole globalizzare la solidarietà,
non il profitto.
In un progetto di sviluppo sostenibile,
le donne e il volontariato possono avere un ruolo incisivo.
Le scelte del nostro vivere quotidiano
sono basilari nell’avanzamento o nell’arretramento di un progetto di sviluppo
sostenibile.
Il lavoro domestico non remunerato,
assicurato prevalentemente dalle donne, merita di essere valorizzato anche
perché al centro delle scelte di consumo: scelte di equità
e di qualità di vita.
Le 4 "erre" dell’ACSI - ridurre,
recuparare/riciclare, riparare, rispettare - di strada in questi 25 anni
ne hanno fatto molta e proprio grazie alle donne.
Senza il volontariato il movimento
delle consumatrici non avrebbe percorso così tanta strada.
25 anni di attività sono
un traguardo carico di contenuti per il movimento delle consumatrici e
dei consumatori.
Ma un traguardo di tappa (si direbbe
in termini ciclistici ???).
Infatti, la posizione dei consumatori
sul mercato è ancora troppo debole rispetto alla loro importanza
economica.
In Svizzera i "ménage" privati
consumano il 60% dei prodotti e dei servizi del mercato interno; costituiscono
il principale fattore economico.
Questo loro "peso" - misurato in
potere d’acquisto e necessità di consumo - può senz’altro
influire sullo sviluppo di settori come l’agricoltura, l’alimentazione,
la salute, l’educazione, la cultura, l’energia, l’ambiente.
Questo "potere" deve diventare politico.
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