!doctype html public "-//w3c//dtd html 4.0 transitional//en"> discorsi on. Patrizia Pesenti - club 74

"La parola, l'ascolto: quale spazio nella società odierna?"

Convegno Club 74 - OSC
Lugano-Trevano, 20 gennaio 2000


 Gentili signore, egregi signori,
ho il piacere di salutare i promotori e i partecipanti a questo convegno e di augurarvi un proficuo lavoro.
Un grazie particolare ai promotori:

Mi associo ai ringraziamenti dei promotori alle società, agli enti e alle aziende che hanno voluto sostenere finanziariamente questo convegno.

La parola, l'ascolto: quale spazio nella società odierna?

E' a mio modo di vedere la domanda che ci si deve porre come donne e come uomini che vivono in questa nostra società, società detta del benessere, del progresso, ma che sta inesorabilmente creando dentro di sé sacche di emarginazione, società che riscontra un aumento del disagio, in particolare psico-sociale.
Disagio psico-sociale in buona parte correlato con il peggioramento delle condizioni socio-economiche, peggioramento determinato in parte dalla crisi occupazionale, ma soprattutto delle trasformazioni del lavoro che hanno eroso certezze e carriere lineari. Flessibilità e mobilità sono funzionari al nuovo modo di produrre, ma non sono facilmente conciliabili con la stabilità dei modelli educativi, la sicurezza emotiva di cui ha bisogno chi sta crescendo. Il deterioramento della salute psichica nell'infanzia e nell'adolescenza, è una conseguenza negativa della flessibilizzazione delle esistenze umane.
Un disagio psico-sociale in Ticino, del quale sappiamo ancora troppo poco, sul quale dobbiamo concentrare uno sforzo multisettoriale di prevenzione.

La parola, l'ascolto e la follia, quale spazio nella pratica psichiatrica del 2000?

Sarete voi a portare delle risposte a questa domanda attraverso le vostre riflessioni, portatrici di esperienze e di attese.
Sono certa che questo convegno ci porterà nuovi impulsi per migliorare la pratica psichiatrica che, per quanto riguarda il settore pubblico, è considerata un modello per altri cantoni e anche per altri stati.
Con l'inizio di questo anno è entrata in vigore la legge sull'assistenza sociopsichiatrica, riveduta dopo poco più di un decennio di applicazione, confermata nella sua validità e completata nei suoi contenuti, contenuti che hanno segnato l'inizio della sociopsichiatria e che ne hanno accompagnato il suo sviluppo e la costante evoluzione.
Inizio, sviluppo ed evoluzione che sono stati stimolati e costruiti dagli operatori della psichiatria pubblica che hanno creduto fermamente nella necessità di garantire a tutti i cittadini e alle rispettive famiglie confrontate con i problemi della malattia psichiatrica il diritto e i contenuti dell'assistenza medica e sociale adeguata alle loro condizioni.
Operatori ed operatrici che a Casvegno e sul territorio hanno concretizzato la sociopsichiatria, divenendone precursori ed attori.
Precursori ed attori sono stati il dottor Milan Monasevic, direttore della clinica psichiatrica cantonale, e Ettore Pellandini, responsabile del servizio di socioterapia che, uno dopo l'altro, a pochi giorni di distanza lasciano l'OSC per pensionamento.
La loro partenza professionale è un momento di intensa gratitudine per l'apporto personale e la convinta partecipazione al percorso della sociopsichiatria nel nostro Cantone.
Certamente pionieri, con il compianto don Ottorino Fornai, e con molti altri - medici, psicologi, infermieri, socioterapisti, animatori - che già hanno lasciato l'OSC o che ancora lavorano all'OSC, a Casvegno in particolare, di quell'approccio integrativo e garante dei principi di tutela della persona e delle libertà individuali che trovano espressione nella legge sociopsichiatrica cantonale.
A Milan Monasevic e a Ettore Pellandini la riconoscenza dell'autorità politica, di coloro che hanno avuto il privilegio di affiancarli professionalmente, ma soprattutto la gratitudine di coloro che, toccati come persona, come famigliari dalla malattia psichiatrica hanno potuto avere in loro dei terapeuti competenti ma soprattutto umani. Perché all’OSC, la parola e l’ascolto sono già ora una pratica quotidiana che ha permesso a tutti, alle persone che vi lavorano e alla struttura, di crescere positivamente. Questa "parola", questo "ascolto" sono anche occasioni di formazione professionale e individuale che fanno la ricchezza della nostra socio-psichiatria. E il Club 74 è stato, è e continuerà ad essere un’opportunità relazionale tra operatori e pazienti ma anche fra la struttura terapeutica e il mondo esterno.
Un’opportunità anche di formazione interna aperta, aperta sulla società, sulle istanze di formazione sociale.
La collaborazione scaturita con la Scuola universitaria professionale segna un passaggio importante ed auspico che possa essere l’inizio di un dialogo e di una collaborazione costante.
Gli operatori sociali in formazione sono sempre più chiamati a lavorare non più a compartimenti stagni, ma con una molteplicità e una complessità di patologie e di forme di disagio che in parte costeggiano la psichiatria.

Patrizia Pesenti
Consigliere di Stato

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