First International Conference
on Translational Research and Pre-Clinical Strategies
in Radio-Oncology

Lugano, Palazzo dei Congressi, 5 marzo 2000


Gentili signore, egregi signori,
ho il piacere di darvi il benvenuto a nome del Governo ticinese.
E’ un onore per il Cantone Ticino ospitare il vostro congresso internazionale.
Esso valorizza il patrimonio scientifico del nostro cantone, fa conoscere le nostre strutture sanitarie, è occasione di importanti scambi ad alto livello.
Ringrazio i promotori.
Sono contenta di essere tra voi oggi, di partecipare ad una giornata di studio.
Come ministro della sanità sento parlare della sanità quasi solo per i costi che provoca. Questo suppongo succeda anche ai miei colleghi all'estero.
Nelle scorse settimane mi sono occupata di attrezzature medico tecniche di diagnosi e di cura a tecnologia avanzata.
Il Governo ha proposto al Parlamento cantonale di adottare la clausola del bisogno per contenere la diffusione di attrezzature medico-tecniche di diagnosi e di cura a tecnologia avanzata.
Con questo progetto intendiamo introdurre una moderna base legale che potrà contribuire a contenere la crescita dei costi in campo sanitario e di conseguenza di quelli riguardanti le prestazioni obbligatorie a carico dell’assicurazione contro le malattie.
Il Ticino è confrontato con una dotazione esuberante di apparecchiature, globalmente del 230% rispetto a quella svizzera; in particolare 10 tomografi assiali compiuterizzati (TAC) contro 65 in tutta la Svizzera, 6 apparecchi di risonanza magnetica nucleare (RMN) su 99 a livello nazionale; di queste 16 attrezzature, 10 sono attive nel settore privato.
Questa abbondanza di attrezzature medico-tecniche sofisticate non ha nessuna giustificazione in relazione allo stato sanitario della popolazione ticinese.
Comporta un’utilizzazione non appropriata di risorse finanziarie.
Si ripercuote sull’ammontare del premio di cassa malati che il ticinese deve pagare ogni mese per essere assicurato contro la malattia. Il Ticino è il quarto cantone più caro in Svizzera, benché non disponga di cliniche universitarie.
L’elevato costo ticinese riflette anche la reale sovracapacità di strutture in particolare ospedaliere e la sovradotazione di apparecchiature medico-tecniche sofisticate.
Sulla sovracapacità di strutture potremo agire attraverso la pianificazione ospedaliera basata sull’art. 39 della Legge federale sull’assicurazione malattia.
Sulla sovradotazione di apparecchiature il Governo propone ora la clausola del bisogno per il controllo e la pianificazione della diffusione di apparecchiature medico-tecniche sofisticate.
La clausola del bisogno vuole esser uno strumento giuridico per assolvere il compito di garante del buon funzionamento e dell’adeguato sviluppo del settore sanitario in un quadro di sostenibilità economica.
In altre parole, l’obiettivo politico è di abbinare la garanzia della qualità delle cure al controllo della crescita dei costi sanitari. In questo modo si vuole proteggere il cittadino dall’erosione di una parte importante di reddito (il premio per l'assicurazione obbligatoria è di gran lunga la tassa più cospicua che paghiamo). Ma soprattutto lo scopo è anche di proteggere il cittadino dal ricorso ingiustificato ad accertamenti diagnostici.

  1. La clausola del bisogno non vuole impedire l'introduzione dell'innovazione tecnologica nel nostro settore sanitario.

    Vuole controllarne la diffusione ingiustificata, non fondata sui reali bisogni di cura del paziente.

  2. Alla base di questa decisione, oltre all'esuberanza di apparecchiature di diagnosi ad alta tecnologia (in particolare RMI + 40% rispetto alla media svizzera) presenti nel cantone, ci hanno guidato le seguenti considerazioni:

    1. Newhouse ha valutato l'impatto della diffusione dell'innovazione tecnologica sulla crescita dei costi del sistema sanitario (USA) tra il 1940 e il 1990. Ha concluso che tra il 33 e il 43% di tale crescita era imputabile alla sola diffusione di alta tecnologia.

    2. Weisbrod nel 1991 ha constatato che esiste una relazione dinamica tra il volume di risorse investite in ricerca e sviluppo nel campo medico e l'esistenza di una copertura assicurativa per le cure sanitarie. Il fatto che per decenni gli ospedali siano stati rimborsati con metodi retrospettivi (pagamento per prestazioni e/o giornata di cura) ha fatto in modo che il settore della ricerca non ricevesse alcun incentivo a valutare i costi e i benefici marginali dei nuovi prodotti. In ogni caso le nuove tecnologie sarebbero state infatti rimborsate.

    3. Usualmente si è soliti distinguere, in economia, tre forme diverse di sviluppo tecnologico:

      • Le innovazioni di prodotto (lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi, che soddisfano nuove esigenze per esempio attraverso un incremento della qualità).

      • Le innovazioni di processo (l'ideazione di nuovi procedimenti per produrre beni già disponibili attualmente sul mercato, ma con tecnologie che consentono una riduzione dei costi medi di produzione).

      • Le innovazioni nell'organizzazione (variazioni dell'assetto organizzativo volte ad una razionalizzazione del processo produttivo o ad un risparmio di risorse).

    Le caratteristiche dei sistemi sanitari (in particolare il pagamento garantito da assicurazioni sociali "universali") hanno stimolato fortemente le innovazioni di prodotto e inibito quasi completamente le innovazioni di processo e quelle di organizzazione.

  3. Il futuro, anche prossimo, sarà vieppiù caratterizzato dal controllo dell'innovazione tecnologica nel campo medico-sanitario e in particolare della sua diffusione all'interno dei settori sanitari i cui costi vengono socializzati.
    Nei prossimi decenni, dal punto di vista sanitario, come individui e come collettività saremo confrontati a "scelte tragiche": potremo ancora pagare a tutti l'accesso a qualsiasi prestazione o nuova tecnologia sanitaria che sarà immessa sul mercato?
    Temo che l'universalismo diverrà un abito sempre più stretto.

Lo scollamento tra le attese di benessere, indotte dalle esplosive realtà e potenzialità della medicina del ventunesimo secolo, e le risorse disponibili, per definizione limitate, costringeranno ad operare delle scelte e a definire delle priorità di cura.
Questo, per mantenere in vita l'universalità dell'accesso almeno a quelle prestazioni che saranno giudicate efficaci, adeguate e necessarie per risolvere o gestire problemi sanitari ritenuti prevalenti.
Da un lato avremo quindi l'industria ed i centri di ricerca che, grazie a biologi, chimici, fisici, ingegneri e medici produrranno nuove tecnologie da immettere sul mercato medico-sanitario.
Dall'altro avremo la politica che dovrà decidere quali innovazioni, quante, a che prezzo, ma soprattutto a scapito di quali altre prestazioni e tecnologie, potranno essere incluse nel pacchetto "universale" di prestazioni sanitarie a cui tutti potranno avere accesso a costo socializzato.
I medici, gli economisti, i giuristi, gli esperti di etica, le multinazionali della "consulenza" saranno consiglieri per queste tragiche scelte.
I futuri sistemi sanitari a costo socializzato funzioneranno nel quadro di rigidi "budgets" che saranno gestiti con gli strumenti ormai globalizzati del "managed care".
La preoccupazione probabilmente più urgente è quella di agire sulle attese, ormai mitiche, che la gente ha verso l'efficacia della medicina. Un cambiamento di cultura sembra più che mai indispensabile. Messaggi credibili presso l'opinione pubblica devono essere emessi dalla razionalità medica e non da quella economica o da quella politica.

Gentili signore, egregi signori,
vi ringrazio per l’attenzione e vi auguro un proficuo lavoro.

Patrizia Pesenti
Consigliere di Stato

 

Ulteriori informazioni sul tema a livello cantonale
Messaggio concernente la pianificazione delle attrezzature medico-tecniche di diagnosi e di cura a tecnologia avanzata o particolarmente costose (clausola di bisogno)