GIORNATA DEL MALATO, 5 MARZO 2000 - "La cura dei malati - solo un affare di donna?"

Visita all’Ospedale Beata Vergine, Mendrisio

In questa giornata dedicata ai malati vorrei proporvi qualche riflessione sulla cura dei malati e sul ruolo delle donne nella cura.
Abbiamo bisogno di cure in ogni fase della vita, quando veniamo al mondo e nell’infanzia, quando ci ammaliamo, quando viene meno l'autonomia, le cure ci accompagnano fino alla fine. Ci sono due tipi di cure, ambedue indispensabili:

In italiano diciamo prendersi cura e curare
(La lingua inglese consente la bella distinzione fra to care e to cure).
Nella nostra lingua si parla indifferentemente di una madre che cura il suo bambino come di una persona che cura un malato anche se sono due cose differenti.
Ma queste due dimensioni non sono due alternative di cura, sono ambedue fondamentali, perché le cure sono indispensabili per lo sviluppo della persona, e sono indispensabili perché in ogni vita c’è, primo o poi, un momento di crisi e di malattia. Non esiste nessun essere umano che può fare a meno di essere curato. Per fortuna, perché essere curati, averne bisogno, ci permette di avere rapporti più vicini, più intimi con gli altri.
Bisogna ammetterlo senza paura di essere ingiusti, le cure sono in gran parte affari di donne, prima di tutto nel loro ruolo di madri, mogli e figlie. Ma anche quando sono date a titolo professionale o anche nel volontariato.
Oggi come ieri, le donne di ogni età e di ogni ceto sociale, continuano ad assicurare la maggior parte delle cure. Accanto al volontariato e alle cure familiari, le donne si sono specializzate in molte professioni sanitarie, laddove le terapie sono divenute sempre più complesse.
La complessità delle cure sanitarie, delle terapie è una grande ricchezza, ma c'è anche il rischio di perdere di vista l'importanza delle cure più quotidiane. Le risorse umane, finanziarie e materiali che abbiamo a disposizione per le cure sono moltema siete voi ammalati, voi personale curante a dare un senso ai progetti di cura riconoscendo il valore della vita e della persona.
Voglio concludere questa breve riflessione richiamando il progetto dell'organizzazione mondiale della salute "Salute per tutti nell'anno 2000".
L'OMS ritiene che curare è anche una responsabilità sociale: la salute come situazione di benessere fisico mentale e sociale dipende in larga misura da una politica orientata verso una migliore giustizia sociale. La salute, le risposte ai bisogni vitali, la qualità della vita sono il frutto di scelte ben precise. Sta a noi scegliere la via migliore.

Patrizia Pesenti
Consigliere di Stato