Congresso dell'Unione Italiana Chimici Igienisti

Como, 17 maggio 2000


Gentili signore, egregi signori,
ho il piacere di portare alle autorità italiane presenti in questa sala e ai partecipanti a questo congresso il saluto del Governo ticinese.
Ringrazio il presidente dell'Unione italiana chimici igienisti e tutti coloro che in qualità di promotori di questo convegno hanno permesso di incontrarci qui, oggi, a Como, confermando così la collaborazione tra i nostri Paesi. Il vostro invito ci onora.
E' una manifestazione del consolidamento dell'apertura scientifica verso la Svizzera della vostra associazione e in particolare verso gli organismi di controllo ambientale e alimentare del Ticino.
Di questa costruttiva collaborazione, il protagonista principale è la commissione internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere. Con le sue qualificate ed estese attività di ricerca contribuisce alla salvaguardia dei laghi Maggiore e Ceresio, beni ambientali e paesaggistici di valore inestimabile. Ma la collaborazione è fatta anche di scambi spontanei ed informali di esperienze e di informazioni fra le Unità operative chimiche dei Presidi Multizonali di Igiene e Prevenzione di Varese, Parabiago e Como e il nostro Laboratorio cantonale di Lugano.
Il Ticino incoraggia e promuove le relazioni transfrontaliere, in particolare nell'ambito della Regio Insubrica e gli accordi con la Lombardia e il Piemonte, con la comunità Arge Alp.
Un Ticino regione europea: è questo uno degli obiettivi programmatici del Governo ticinese.Proprio questa fine settimana le cittadine e i cittadini svizzeri saranno chiamati alle urne per esprimersi sugli accordi bilaterali con l'Unione europea. La Svizzera si confronta così con il processo di integrazione europea iniziato negli anni Cinquanta e maturato negli Stati che ci circondano con la nascita dell'Unione europea.
La Svizzera ha finora rinunciato ad aderire all’UE ma non ad aprirsi alla libera circolazione delle persone e delle merci.
Questi accordi bilaterali, di carattere essenzialmente economico, contemplano sette settori:

Gli accordi sono stati oggetto di laboriosi negoziati sfociati in misure accompagnatorie, in particolare a tutela dell'ambiente, per contenere l'impatto dei trasporti terrestri, e contro il pericolo di dumping salariale che deriverebbe dalla libera circolazione delle persone. Notoriamente i salari in Svizzera sono più alti e la concorrenza con la manodopera estera potrebbe divenire acuta. Non vogliamo inoltre che l’accordo sui trasporti costituisca un passo indietro nella tutela dell’ambiente.
Le autorità federali come quelle cantonali auspicano che gli accordi bilaterali vengano accettati e sperano in un voto di apertura e di partecipazione, un voto che porrebbe la Svizzera nella dimensione geografica, storica, culturale che le appartiene: l'Europa.
Il Governo ticinese sostiene questa apertura. Gli accordi comportano grandi opportunità ma anche rischi per una regione di frontiera come il nostro cantone. Il Governo ha scelto di impegnarsi per sostenere le opportunità e minimizzare i rischi.
E' una sfida - una sfida che oserei definire obbligata - nel complesso processo di globalizzazione.
Nel ventesimo secolo, le relazioni fra Svizzera ed Italia, fra Svizzeri ed Italiani, hanno scritto diverse pagine di storia e in queste pagine la frontiera ha segnato in modo preponderante il divenire degli avvenimenti come i percorsi delle persone.
Oggi, le frontiere fra i due Stati si sono allentate. Ed è giusto che sia così perché in molti campi - come in quello dell'ambiente per esempio - nessuna frontiera è concepibile né realizzabile.
Nessuna frontiera può impedire l'esportazione di elementi e fenomeni inquinanti.
Qualche esempio.

In qualità di responsabile della sanità pubblica del Canton Ticino, questa situazione mi preoccupa in quanto la salute dell'ambiente è direttamente connessa con quella delle persone.
Nessuna politica di prevenzione e di promozione della salute potrà avere un influsso positivo sul benessere sanitario delle persone se non viene accompagnata da una seria e mirata politica ambientale. Proprio perché l'ambiente - e lo riconosce l'Organizzazione mondiale della sanità - è un fattore determinante della salute.
Gli esempi che vi ho portato sono certamente a vostra conoscenza.
Da parte ticinese, il mio collega ministro dell'ambiente, on. Borradori, li ha già ripetutamente sottoposti alle vostre competenti autorità.
In un'ottica di sviluppo sostenibile - strategia scaturita dalla conferenza sull'ambiente e sullo sviluppo di Rio del 1992, strategia che il nostro Paese ha adottato, vincolandola ad enunciato costituzionale - occorrerà trovare la volontà politica di tutti i Governi e di tutti gli abitanti del mondo per globalizzare la responsabilità ecologica.
La creazione delle Agenzie Regionali di Protezione dell'ambiente, che da alcuni anni occupa l'Unione italiana dei chimici igienisti potrebbe essere un passo determinante: le vostre campagne di monitoraggio, le vostre denunce, potranno alimentare la formazione di una decisa volontà politica verso il recupero ambientale della vostra Italia.

Auguro ai protagonisti di questo congresso di produrre nuove conoscenze e idee nei campi della salute dell'ambiente e della sicurezza alimentare, fondamentali per la salvaguardia del territorio e dei cittadini. Auguro soprattutto che questa collaborazione possa stimolare una più decisa politica ambientale italiana.

Patrizia Pesenti
Consigliere di Stato