INAUGURAZIONE ALA EST OSPEDALE LA CARITÀ

Locarno,  3 giugno 2000


Gentili signore, egregi signori,
partecipo con particolare piacere a questa cerimonia di inaugurazione dell'ala est dell’Ospedale La Carità.
La soddisfazione è duplice:
come locarnese e come responsabile della sanità:

Permettetemi qualche considerazione su questo ospedale:

Ieri come oggi in ospedale si nasce e si muore, si apre e si chiude il ciclo della vita. Del resto io sono nata proprio in questo Ospedale.
E per questo che, accanto al progresso sanitario e a strutture sempre più attrezzate, di fronte al tema dei costi sanitari, non bisogna mai perdere di vista l’aspetto fortemente umano delle vicende all’interno di un Ospedale. Non devono dimenticarlo gli operatori sanitari, ma non lo devono dimenticare neppure i politici.
L'inaugurazione dell'ala est della "Carità" avviene in un momento in cui la nostra politica sanitaria cantonale affronta nuovi progetti, tre in particolare:

Il Consiglio Federale ci chiede un'indagine approfondita della domanda e dell'offerta nel settore sanitario in modo da eliminare quell'esubero di letti che concorre ad un tasso di ospedalizzazione rilevante, ad un consumo più facile di prestazioni e conseguentemente alla lievitazione dei costi della sanità. Nei prossimi anni dovremo attuare un ridimensionamento graduale sulla base di criteri vincolanti. Come indicato dall’autorità federale questo dovrà avvenire prevalentemente nel settore privato.
Fra un paio di settimane la commissione di pianificazione ospedaliera cantonale dovrà proporre al Consiglio di Stato la riduzione di circa 400 letti ospedalieri e decidere quali Istituti potranno essere ammessi ad esercitare a carico dell’assicurazione malattia. I criteri di esclusione dalla lista sono stati precisati dal Consiglio Federale nella sua recente decisione. Si tratta di criteri vincolanti, ai quali il cantone non può sottrarsi.

Se oggi il settore pubblico non dovrà subire ridimensionamenti imposti da Berna è grazie al raggiungimento di importanti obiettivi da parte dell’Ente ospedaliero cantonale. L’EOC infatti si è sottoposto ad una pianificazione prima ancora che fosse imposta dalla LAMal. Il numero di letti negli Ospedali pubblici del cantone è stato fortemente ridotto nel corso dalla metà degli anni 80 ad oggi. Mentre il settore privato aumentava il numero dei letti e degli istituti di cura.
Scelte strategiche dell’Ente Ospedaliero che si sono rivelate azzeccate, tanto più che non hanno intaccato la qualità dell’offerta sanitaria, in costante miglioramento.
Proprio per poter continuare su questa strada, abbiamo proposto al parlamento una revisione della legge sugli ospedali pubblici con l’obiettivo di rafforzare e migliorare la struttura pubblica, rendendone più agile la gestione nel rispetto della missione pubblica. La legge dovrà essere discussa prossimamente dal parlamento cantonale.
Un altro grande cantiere, il progetto di rete sanitaria, ha lo scopo di migliorare il coordinamento delle risorse sanitarie del cantone - ospedaliere, semi stazionarie, ambulatoriali e di cure a domicilio - ottimizzando l’impiego delle risorse ed evitando gli sprechi.
Oggi qui un cantiere si chiude, ma la sanità, se mi permettete questa metafora, resterà ancora per qualche tempo un grande cantiere. Progetti importanti e diversificati, con un unico importante obiettivo: garantire al cittadino-paziente l’equità di accesso a cure di qualità.
La qualità dell’ospedale di domani - della sanità di domani -
dipenderà da quanta convinzione la nostra generazione metterà nel difendere le garanzie sociali e la giustizia sociale, l’equità di accesso alle cure, la missione sociale degli ospedali pubblici, la qualità delle prestazioni, le condizioni di lavoro del personale sanitario ma soprattutto la relazione umana fra operatore sanitario e paziente.

Patrizia Pesenti
Consigliere di Stato