Intervento nel dibattito parlamentare del 5 giugno 2000

Messaggio 4773 e 4773a
LEGGE ARMONIZZAZIONE PRESTAZIONI SOCIALI


Il progetto di legge di cui discute oggi il Parlamento ha l’obiettivo di creare un sistema di gestione delle prestazioni sociali cantonali più semplice, più trasparente e anche meno costoso.
Lo scopo della legge è innanzi tutto quello di armonizzare e coordinare le prestazioni sociali erogate dal Cantone.

L’obiettivo principale è però ricordato all’art. 1 del disegno di Legge, anche se solo al cpv. 2, ed è quello di sostenere l’integrazione sociale.
L’obiettivo è quindi quello di garantire un esistenza dignitosa a tutti i cittadini del cantone e alle famiglie evitando che ricorrano all’assistenza sociale.

La protezione sociale in uno stato federalista come la Svizzera è organizzata a livello federale e cantonale con la partecipazione attiva dei comuni. Per semplificare possiamo dire che i grandi sistemi mutuali, come l’AVS, l’Assicurazione Invalidità, l’Assicurazione disoccupazione, e l’Assicurazione malattia sono federali, mentre le altre prestazioni sociali sono cantonali. I sussidi ai premi dell’Assicurazione malattia e le prestazioni complementari sono rette da Leggi federali, ma sono erogate dai cantoni.
I Cantoni hanno sviluppato nel corso degli anni una panoplia di prestazioni e sussidi secondo una logica causale: per ogni bisogno una nuova prestazione. Con le prestazioni dell’assistenza sociale ad aiutare chi non raggiunge il minimo vitale. La protezione sociale è stata costruita progressivamente, senza una visione d’insieme. Ad ogni rischio (malattia, disoccupazione, invalidità, vecchiaia) corrisponde uno strumento specifico.
La situazione attuale è il frutto di un’evoluzione storica, non di una pianificazione omogenea e armoniosa.
Il Messaggio del 1.7.1998, sottoposto alla vostra attenzione, parla di frammentazione e dispersione delle norme, dei criteri e dei dispositivi dell’aiuto sociale che rende difficile l’individuazione di chiari principi di giustizia sociale (Messaggio 4773 pag. 3).
Un giudizio molto severo, forse troppo severo, sulla situazione attuale della socialità nel nostro Cantone: è però vero che la normativa in materia sociale è cresciuta nel tempo, e come ogni crescita non è stata sempre omogenea, ci sono incongruenze, forse una mancanza di trasparenza, ma detto questo la situazione attuale poggia comunque su solide basi legali. La socialità attualmente non è amministrata in modo caotico o inefficiente o peggio ancora arbitrario. Le prestazioni sociali che vengono erogate oggi ai cittadini sono codificate in Leggi, vengono quindi erogate sulla base di criteri, requisiti legali e certamente non arbitrari. Una premessa doverosa per non destare l’impressione, che sarebbe ingiusta, di una socialità arbitraria e caotica.

Riordinare i criteri e le modalità di erogazione delle prestazioni sociali vuol dire creare un sistema più semplice, più trasparente e meno costoso di gestione delle prestazioni sociali.

In questo senso questo disegno di Legge vuole riordinare e codificare meglio i criteri sulla base dei quali vengono elargite le prestazioni sociali. Criteri più chiari rappresentano una garanzia di equità per il cittadino. Per il cittadino vi è maggior trasparenza, con una maggior certezza del diritto.
Per lo Stato il vantaggio di fondare l’erogazione di prestazioni sociali su criteri omogenei e chiari è quello di un maggior controllo sugli abusi. Maggior certezza di aver fatto beneficiare quei cittadini che veramente hanno bisogno dell’aiuto dello Stato.
Le risorse dello stato sono limitate, ad ogni spreco di risorse per un cittadino corrisponde un ammanco per un l’altro che ne ha bisogno.

Obiettivo della riforma è quello di procedere ad un riordino della legislazione in materia di prestazioni finanziarie a favore delle persone in condizioni economiche modeste attraverso la definizione di criteri comuni di accesso ed erogazione delle prestazioni sociali.

Armonizzare valorizzando i sussidi specifici come il

  1. sussidio al premio dell’Assicurazione malattia

  2. l'indennità straordinaria di disoccupazione

  3. gli assegni familiari integrativi

  4. gli assegni familiari di prima infanzia

  5. i sussidi di formazione

  6. i sussidi per la riqualifica professionale

Un cittadino che ha accesso ai sussidi specifici, non deve chiedere l’assistenza sociale se non quando le altre forme di sussidio non sono sufficienti per vivere in condizioni economicamente dignitose.
Le prestazioni dell’assistenza sociale sono quindi garantite solo se il cittadino ha esaurito le prestazioni settoriali alle quali ha diritto e con queste non ha superato il minimo vitale stabilito per legge.

Perché è stato proposto questo disegno di legge :

L’unità economica di riferimento e il calcolo del reddito computabile affinano il diritto alle prestazioni rendendo il sistema più equo.
Il diritto a tutte le prestazioni sociali sussiste fino a quando il reddito disponibile residuale più le prestazioni sociali non raggiungono la soglia d’intervento (cfr. tabella).

Riflessione conclusiva
La legge all’esame del parlamento rappresenta un passo nella direzione di una maggior giustizia nella socialità cantonale.
Il disegno di legge propone di amministrare la socialità cantonale in modo più equo. Ma il contenuto della proposta del Governo va anche nella direzione di mirare maggiormente la socialità. In altre parole di concentrare gli aiuti dello stato a chi ne ha più bisogno. Il risultato di questa riforma sarà di aiutare meglio, cioè di più, chi ne ha maggiormente bisogno. Lo stato aiuterà di più, però meno persone.
Esiste la necessità di ridefinire la socialità, e questo disegno di legge risponde a questo bisogno, ma se vogliamo ridefinire la socialità occorre farlo con la consapevolezza che mirando le prestazioni sociali solo sui più bisognosi, si rischia di parcellizzare il welfare state. Una parcellizzazione che può essere preoccupante dal punto di vista dell’affievolimento degli elementi di solidarietà presenti nello stato sociale, così come lo conosciamo in Svizzera. Forse la forza dei grandi sistemi assicurativi (come l’AVS) sta proprio nel loro essere mutuali, nel loro rivolgersi a tutti i cittadini, e non solo a quelli che ne hanno molto bisogno.
Il disegno di legge proposto risponde al bisogno di ridefinire la solidarietà.
Non può essere considerato un passo conclusivo.
Il dibattito futuro - non solo nel nostro Paese - sarà attorno alle dimensioni dello Stato sociale e degli effetti della dimensione dello stato sociale sulla crescita economica.
Un Welfare sottodimensionato frena la crescita economica, spreca risorse umane.
Un Welfare sovradimensionato frena la crescita economica, grava sui salari.
Occorre trovare le giuste dimensioni del Welfare: soprattutto al giorno d’oggi non vanno sprecate risorse umane che rappresentano la vera ricchezza delle nazioni ma neppure si può intrattenere uno stato sociale che diventa una zavorra per la crescita economica.