Primo Forum cantonale dei giovani

Bellinzona, 6 aprile 2001


Gentili signore, egregi signori

Quando sono stata invitata a partecipare all’apertura del primo Forum cantonale dei giovani, ho accettato con entusiasmo. Purtroppo non potrò trattenermi con voi tutto il giorno. Ma non sarebbe neppure giusto, sarebbe invadente da parte mia.

Il Forum rappresenta una conquista per i giovani ma anche un elemento di coesione sociale per la società nel suo insieme.

Naturalmente mi rendo conto che un Forum non basterà a creare l’interesse per la cosa pubblica in tutti i giovani.

Noi politici attivi nelle istituzioni abbiamo una grande responsabilità in tutto questo: dobbiamo saper trasmettere una idea positiva dello Stato, come luogo di mediazione di differenti interessi, come struttura democratica dove tutti possono esprimersi, dove vi è il diritto di pensarla diversamente e convivere pacificamente.

Invece da qualche anno assistiamo ad una demonizzazione della politica come se invece di luogo di mediazione la politica - e con essa lo Stato - fosse qualcosa di estraneo agli interessi delle persone.

Tutti ammettono che i giovani hanno dei diritti. Anche la scuola e la famiglia sono più democratiche. Ma i diritti non basta proclamarli. Occorre anche garantirli ed attivarli.

Occorre garantire spazi di cultura politica dove potersi esprimere, confrontare.

Così, oggi parte questa nuova esperienza del Forum, come, domani - nei prossimi mesi - partirà il Consiglio degli anziani. Due nuovi canali di partecipazione politica si schiudono in questo nostro cantone.

Il Forum è qualcosa in più perché crea uno spazio a cittadini che non hanno ancora il diritto di voto.

In fondo sarebbe più giusto parlare di politica o meglio di cultura politica e di etica.

Ma se siete qui oggi è perché vi sentite già parte della vita sociale e politica. Non è da tutti.

E noi adulti dovremmo e potremmo fare molto di più affinché i giovani si sentano davvero di partecipare alla vita sociale e politica del paese. Invece spesso ci lamentiamo e versiamo lacrime di coccodrillo, ma andiamo avanti a occuparci della politica in un modo che farebbe scappare chiunque.

Non è facendo grandi discorsi ma forse dando a chi cresce, lungo tutto il cammino in cui l’adulto deve accompagnare il giovane che cresce, gli strumenti necessari a trovare il senso dell’appartenere ad una collettività.

Sono strumenti fondamentali che dovreste aver ricevuto in questi anni di avvicinamento all’età adulta:

Il pensiero critico inteso come capacità di riflettere sulle cose senza fidarsi del primo pensiero che ci viene o che raccattiamo da qualche parte.

Pensiero critico significa provare a superare i molti conformismi culturali, le banalizzazioni dei problemi, i pregiudizi che avvelenano la nostra vita quotidiana, scavano fosse tra le persone, ci impediscono di apprezzare l’altro, ci rendono brontoloni.

La capacità di gestire i conflitti nel senso di promuovere la cultura della pace, ma non nel senso astratto, come un buon proposito. Ma nel senso di promuovere la tolleranza come presupposto della nostra e altrui libertà. Promuovere la tolleranza non vuol dire negare la conflittualità, ma l’aggressività non deve degenerare. Promuovere la tolleranza significa essere fedeli alle proprie convinzioni, ma imparare ad ascoltare anche quelle degli altri.

La vera tolleranza è lo sforzo di capire gli altri, significa rinunciare ad usare la propria verità come una clava sulla testa degli altri.

Il senso del diritto e della legalità è uno strumento fondamentale e dovremmo preoccuparci perché quello a cui stiamo assistendo è l’eclissi della legalità. Oggi c’è una crescente sfiducia nelle istituzioni giudiziarie, nella legge. Sembra che solo i più furbi siano premiati. Chi rispetta la legge e vede premiati (o quantomeno non puniti) quelli che non la rispettano, si sente gabbato.

Ma senza leggi non vi è autentica libertà. Vi è solo la legge del più forte. Senza regole, ma soprattutto se le regole non vengono fatte rispettare da tutti, i più deboli sono destinati a naufragare.

Una delle funzioni principali dello stato è proprio quella di far rispettare le leggi, non come imposizioni ingiuste o arbitrarie, ma come insieme di regole che permettono di vivere assieme senza essere schiacciati dai più prepotenti. Una regola, qualsiasi regola, ha senso solo se tutti la rispettano (es. viaggiare a destra ha un senso se tutti lo fanno, se non ci fosse questa regola sarebbe molto pericoloso viaggiare, si può anche scegliere di viaggiare a sinistra, ma l’importante è che tutti si attengano).

Purtroppo a volte chi sbandiera un falso libertarismo - e inneggia alla trasgressione - lo fa perché spera che in assenza di regole può farla franca, perché si sente più furbo degli altri.

Il senso dell’impegno politico: una società non cresce senza l’impegno di tutti o almeno di tanti. Il vostro coinvolgimento dimostra che siete interessati a partecipare, a dire la vostra.

Spesso si dice che i giovani sono in fuga dalla politica. È vero. Sono in fuga dai partiti e dal modo in cui i partiti fanno politica. Forse perché i partiti sono sempre meno impegnati a produrre cultura politica, ma a rincorrersi sui temi della quotidianità, in una frenesia, per dire tutti almeno qualcosa sui temi del momento. Forse è questo che non attrae. Come quelle trasmissioni dove tutti parlano assieme e nessuno capisce più niente.

La politica, intesa come tentativo di mediare, di trovare soluzioni che possono essere accettate dai più, resta essenziale. Se non vi fosse il tentativo della politica come mediazione tra i differenti interessi, le differenti visioni delle cose, allora verrebbe semplicemente sempre adottata la soluzione dei più forti o più prepotenti.

In una società così complessa come la nostra, non ci vuole meno stato o meno politica, come chiedono alcuni, ma più partecipazione allo stato e alla vita politica e sociale.

La vostra presenza qui è segno di interesse per la vita sociale, per la costruzione dello stato. Segno del vostro interesse a partecipare in prima persona, senza delegare tutto ad altri.

Per progredire lo stato, la nostra società ha bisogno del vostro interesse, perché ha bisogno di mettersi in discussione, e chi meglio delle giovani generazioni può assumere questo compito?

Mettere in discussione con spirito critico, con senso della legalità, con interesse per la mediazione politica, con tolleranza per le opinioni altrui.

Da parte mia quello che vi auguro è di trovare una società all’altezza delle vostre aspirazioni.

È quello che ognuno di voi merita.

Patrizia Pesenti

Consigliere di Stato