Incontro Comuni Vallemaggia

"Ospedale di zona di Cevio"

Cevio, 25 aprile 2001


Gentili signore, egregi signori

Vi ringrazio per aver accettato la nostra proposta di discutere, assieme, del futuro della struttura sanitaria di Cevio.

Presento i collaboratori del Dipartimento:

La Delegazione dell’Ente ospedaliero cantonale:

Sulla vostra lettera di convocazione scrivete che la volontà dei sindaci della valle rimane quella di salvare dalla chiusura l’Ospedale di Cevio. Questa è anche la volontà espressa dalle molte persone che hanno firmato la petizione dal titolo: Salviamo l’Ospedale di Cevio dalla chiusura.

Sono qui per dirvi che se qualcuno avesse proposto di chiudere l’Ospedale di Cevio sarei stata la prima a firmare la petizione.

Chiudere una struttura sanitaria che dà lavoro a molte persone, che assicura alla Vallemaggia, tramite i salari dei dipendenti, un notevole indotto, ma che soprattutto permette di rispondere ai bisogni sanitari della popolazione, sarebbe una proposta inaccettabile.

Ma il Governo non ha mai proposto la chiusura dell’Ospedale.

Assieme al progetto di pianificazione ospedaliera il Governo ha proposto di mantenere in Vallemaggia una struttura con una serie di servizi ospedalieri, gestiti dall’Ente Ospedaliero cantonale, completati da altri servizi sanitari, gestiti, come avviene già ora, per la metà dei letti di Cevio, dalla Casa per anziani.

Abbiamo discusso molto con alcuni dei vostri rappresentanti su questo progetto, che del resto era stato presentato alla stampa immediatamente dopo l’approvazione della pianificazione ospedaliera da parte del Consiglio di Stato (20 dicembre 2000).

Il mio obiettivo di questa sera non è tanto riuscire a convincervi della bontà della pianificazione ospedaliera, perché non abbiamo scelta: è imposta dall’autorità federale ed è necessaria

Cercherò di spiegarvi perché dobbiamo fare la pianificazione ospedaliera, ma.... 

 

 Il mio obiettivo è molto più modesto: voglio almeno riuscire a rassicurarvi che il Governo non ha mai inteso chiudere l’Ospedale di Cevio.

In altri Cantoni le chiusure degli Ospedali in seguito alla pianificazione ospedaliera (ormai siamo gli ultimi a doverla portare a termine) sono state molto più drastiche: gli ospedali sono stati chiusi e basta. Ad esempio a Zurigo ne sono stati chiusi 6, di dimensioni in media come un nostro Ospedale regionale! Lo stesso vale per gli altri Cantoni, ad esempio il Vallese.

Ma l’Ospedale di zona della Vallemaggia non deve chiudere:

deve anzi pensare al proprio futuro, diversificando le proprie attività in ambito sanitario per non soccombere nella prossima fase pianificatoria. Quello che vi propone il Governo è proprio di salvare i posti di lavoro e l’attività economica dell’istituto, mantenendolo come struttura sanitaria.

Si tratta di una responsabilità nei confronti della Vallemaggia che il Governo, magari con una proposta che non piace ad alcuni di voi, ha pensato di assumere facendo una proposta costruttiva.

Proponendo di consolidare l’attività futura dell’Ospedale con servizi che dovevano essere costruiti altrove.

Per questo sono contenta di essere qui stasera: perché possiamo discutere approfonditamente del futuro dell’Ospedale di Cevio con, spero, la stessa preoccupazione e lo stesso obiettivo:

garantire nel futuro l’attività di questa importante struttura in ambito sanitario e sociale.

Il Consiglio di Stato ha approvato il progetto di pianificazione ospedaliera proposto dal Gruppo di lavoro che comprende tutti i rappresentanti del mondo sanitario del cantone. I lavori pianificatori sono stati lunghi e laboriosi. Il progetto è ora in discussione in Gran Consiglio.

Il Consiglio federale impone al cantone di ridurre il numero di posti letto, allineandosi alla media nazionale, entro il 30 giugno 2001. Se ciò non avvenisse gli assicuratori malattia potrebbero disdire le convenzioni con gli ospedali e le cliniche ticinesi e abbassare le tariffe con grave pregiudizio economico per i pazienti.

Non riusciremo a rientrare nella media svizzera in così poco tempo: in Ticino vi sono 8,5 letti per ogni mille abitanti, mentre la media svizzera è ora attualmente di circa 4,5 letti per mille abitanti. Ma gli assicuratori malattia sono stati disposti ad accettare un compromesso di procedere in due fasi: riduzione di 454 letti ora e altri 300 in una seconda fase.

Capirete quanto é difficile per il Governo e per il Parlamento assicurare che l’Ospedale di Cevio possa superare indenne la prossima riduzione di posti letto, a scapito di un grosso ospedale acuto!

Con questa prima fase di pianificazione arriviamo ad abbassare la media a 7 letti per mille abitanti. Come sapete il cantone è reduce di una bocciatura da parte del Consiglio federale del primo tentativo di pianificazione (1997). Nella sua decisione inappellabile del maggio 2000 il Consiglio Federale ha chiaramente detto che nel caso non si riuscisse a presentare una pianificazione più incisiva entro il giugno del 2001, gli assicuratori malattia sarebbero stati autorizzati a non rimborsare interamente le tariffe di degenza in ospedale, e questo per tutto il settore ospedaliero cantonale, pubblico e privato senza distinzione.

La decisone del Consiglio federale è inappellabile. Non abbiamo nessuna scelta come Governo se non procedere alla riduzione dell’offerta ospedaliera. Altrimenti a partire dal 1 luglio di quest’anno la situazione sarà drammatica: chi andrà all’Ospedale si vedrà rimborsata solo una parte del costo, a meno che non sia l’ospedale stesso o la clinica ad assumere la differenza. Vi lascio immaginare cosa può significare questo. Naturalmente esiste una alternativa ed è quella di aumentare molto i premi di assicurazione malattia che paghiamo, ma a noi non sembra una alternativa!

Ecco spiegato il perché di questa operazione dolorosa che il Governo propone: se non si procede alla riduzione dei letti la fattura viene pagata dalle cittadine e cittadini del cantone. Tra l’altro lo stiamo già facendo adesso: pensate che in Vallese, dove la pianificazione è stata fatta anni fa, pagano un premio mensile di cassa malati di 100.- fr. Inferiore (al mese !) Per una famiglia di quattro persone all’anno sono ca. 4'000.--/5'000.- fr.

Lo stesso vale per il Cantone Grigioni, di cui alcuni di voi parlano volentieri. Bisogna leggerla tutta la sentenza del Consiglio federale sul Canton Grigioni: la media della densità dei letti è la metà che in Ticino, inferiore a 4,5 letti per mille abitanti. E infatti i premi di assicurazione malattia che vengono pagati nel Canton Grigioni sono molto inferiori ai nostri!

Per un politico presentare un progetto di pianificazione ospedaliera è oltremodo sgradevole. Ma non possiamo fare altrimenti, il Consiglio federale è stato tassativo nella sua decisione dove tra l’altro pone la condizione di ridurre l’offerta dei letti non tramite riduzioni lineari ma con la chiusura di istituti e precisi criteri vincolanti.

Gli assicuratori malattia sono stati altrettanto chiari nell’accettare la proposta di pianificazione presentata dal Governo come il compromesso minimo, in attesa della prossima fase di pianificazione che dovrebbe diminuire altri 300 letti ospedalieri circa. Adesso capite perché al Governo sta sinceramente a cuore il consolidamento dell’attività sanitaria al vostro Ospedale. Come potrà essere sicuro l’Ospedale di Cevio nella prossima fase di pianificazione? Pensate sinceramente che in alternativa potremo chiudere uno o due reparti all’Ospedale di Locarno? E poi sarebbe nell’interesse dei pazienti chiudere strutture ospedaliere che garantiscono davvero cure adeguate? L’Ospedale di Cevio non ha più le sale operatorie dalla fine degli anni settanta. E da allora si è trasformato in un convalescenziario.

Tra l’altro non vi è da aspettarsi alcuna comprensione per il Ticino dagli assicuratori malattia, che ora sono raggruppati nel CAMS (Concordato degli Assicuratori malattia svizzero) con sede a Soletta; la Federazione Ticinese Assicuratori Malattia (FTAM) non esisterà più da quest’anno.

Ho detto che la proposta del Governo è stata accettata come compromesso minimo dalle Casse malati, ma non è esatto: la prima proposta del gruppo di lavoro è il compromesso minimo che accettano. Infatti contro la decisione del Governo di prolungare l’attività ospedaliera di Cevio fino alla fine del 2003 gli assicuratori hanno già annunciato ricorso (dopo la discussione parlamentare e dopo la ratifica del Consiglio di Stato).

Il Governo si è trovato in questa la situazione:

Questa responsabilità ora grava anche sul Parlamento, dove due commissioni (la Gestione e la Petizioni) si sono occupate del tema, che sarà probabilmente discusso in plenum nella sessione di maggio.

Ma questa responsabilità grava in un certo senso anche su di voi.

Abbiamo sentito spesso l’argomento: perché proprio Cevio ? Oppure Cevio offre prestazioni a poco prezzo, le degenze a Cevio costano poco. Oppure ancora per l’Ente ospedaliero non cambia molto, 3 mio in più o in meno …

Avremo modo di affrontare questi temi approfonditamente, lo faranno anche i miei collaboratori e i rappresentanti dell’Ente ospedaliero.

Da parte mia voglio sottolineare che, con la pianificazione ospedaliera, assieme a Cevio cessano l’attività come ospedali acuti a carico dell’assicurazione malattia altre sei Cliniche per un totale di 240 letti (Clinica St. Agnese, Clinica Opera Charitas, Clinica Villa Verde, Clinica S. P. Stabio, Clinica al Parco e Clinica S. Lucia).

Inoltre, vengono chiusi reparti ospedalieri in cliniche private (184 posti letto) e non riconosciuti 30 posti letto negli ospedali pubblici, per un totale di 214 letti.

La pianificazione porterà complessivamente alla riduzione di 454 letti.

La riduzione nel settore ospedaliero privato è preponderante.

Queste strutture - tutte hanno meno di 45 posti letto - da sole non contribuiscono a frenare la crescita dei costi sanitari. Ognuna di queste strutture, se il Governo non avesse applicato in modo equo il criterio della dimensione dell’Istituto, potrebbe ricorrere contro la decisione. Così come hanno dichiarato di ricorrere gli assicuratori malattia nel caso venissero fatte eccezioni nell’applicazione dei criteri definiti vincolanti dal Consiglio federale.

Nella sanità è fondamentale rispondere ai bisogni reali dei pazienti. Le strutture sanitarie devono offrire servizi e cure sanitarie che le persone hanno realmente bisogno e non ottengono in altra forma. In altre parole le strutture sanitarie devono servire ai bisogni dei cittadini e non i cittadini ai bisogni delle strutture!

Tra l’altro la pianificazione ospedaliera non si limita a tagliare i posti letto in esubero per frenare la crescita dei costi sanitari. Collocandosi dalla parte dei pazienti, la pianificazione migliora l’offerta sanitaria in tutte le regioni del cantone e promuove la complementarietà tra gli ospedali pubblici e le cliniche private.

In particolare, vengono fissate le dimensioni minime degli istituti di cura, sono attribuiti mandati di prestazione (distribuendo le varie specializzazioni) e si cerca di potenziare i settori carenti, per esempio le case per anziani e gli istituti per invalidi.

Per questi motivi, in Vallemaggia verrà potenziata la struttura di casa per anziani, con una nuova offerta sanitaria di assistenza agli invalidi e migliorata la cura a domicilio. Mantenendo però a Cevio alcuni servizi ospedalieri: il pronto soccorso, il servizio di radiologia e di ergo e fisioterapia, con un supporto per il servizio medico di montagna.

Questi servizi ospedalieri verranno gestiti dall’Ente Ospedaliero Cantonale: per questo la nuova Legge sull’Ente Ospedaliero, in vigore dallo scorso febbraio, continuerà a menzionare l’Ospedale di Cevio tra le strutture gestite dall’Ente.

Come è nato il progetto:

  1. Obiettivo

L’autorità federale impone di procedere alla riduzione di posti letto e il Governo intende salvaguardare il futuro dell’istituto di Cevio proponendo attività sanitarie alternative alle cure acute e non finanziate principalmente dall’assicurazione malattia.

Il Governo non intende aspettare che l’Ospedale di Cevio sia costretto a chiudere, ma intende garantire i posti di lavoro e la possibilità di servire come convalescenziario per le persone, specialmente anziane, che ne avessero bisogno.

  1. Situazione attuale

La Vallemaggia dispone della seguente rete sanitaria stazionaria

L’Ospedale di Cevio non risponde a un bisogno di degenze di breve e media durata. Bastano 2 posti per degenze inferiori a 10 giorni e altri 4 per degenze fra i 10 ed i 21 giorni.

Più dell’80% delle degenze in Ticino dei valmaggesi avviene altrove.

La struttura per anziani di Someo, 18 posti letto, è venuta meno alla sua missione di soggiorno temporaneo. In Valle non è più possibile per un anziano usufruire di un collocamento solo temporaneo.

La logistica della struttura per anziani di Cevio, 34 posti letto per ricoveri stabili, necessita di un evidente miglioramento.

Gli istituti privati di Gordevio e di Maggia accolgono in modo stabile persone anziane provenienti da altre parti del Cantone.

Per assicurare una attività futura alla struttura emergono le seguenti indicazioni:

La proposta per un utilizzo della struttura ospedaliera di Cevio alternativo alla sua attuale destinazione quale Ospedale di zona consiste nell’accostamento mirato e coerente di più strutture e servizi ubicati a Cevio e Someo, che possono collaborare nelle rispettive prese a carico. Tra l’altro questa è una rete che ha senso:

  1. Posti letto
  1. Unità di personale

In base alle direttive del programma quadro per le case per anziani e per il settore degli invalidi adulti, per il fabbisogno di personale emergono le seguenti indicazioni:

  1. Conseguenze economiche

Il calcolo dei posti di lavoro, ma anche quello dell’indotto economico è a favore della Vallemaggia.

  1. Conseguenze finanziarie

Per quanto riguarda il finanziamento a carico dei Comuni della Vallemaggia, si osserva che:

Si può pertanto affermare che, complessivamente, il riorientamento delle strutture di Cevio e di Someo non comporta oneri supplementari a carico dei Comuni della Vallemaggia.

  1. Valutazione conclusiva

Con la ristrutturazione proposta nell’ambito della pianificazione ospedaliera LAMal e le altre iniziative sociosanitarie in corso si rileva che:

Riassumendo

Il Consiglio di Stato ha approvato il progetto di riconversione dell’ospedale pubblico di Cevio in centro socio-sanitario. Il progetto si muove su tre obiettivi:

In sostituzione dell’attuale Ospedale di zona si propongono le seguenti attività:

In questo progetto si intende ripristinare la funzione originaria della sede di Someo come struttura destinata a soggiorni temporanei per persone anziane, mentre attualmente per la carenza di posti viene utilizzata come casa per anziani per ricoveri stabili.

 

 

Patrizia Pesenti
Consigliere di Stato