Gentili signore, egregi signori
Vi ringrazio per aver accettato la nostra proposta di discutere, assieme, del futuro della struttura sanitaria di Cevio.
Presento i collaboratori del Dipartimento:
Giovanni Petazzi, coordinatore del dipartimento
Ignazio Cassis, medico cantonale
Carlo Denti, capo sezione sostegno a enti e attività sociali
La Delegazione dell’Ente ospedaliero cantonale:
Sulla vostra lettera di convocazione scrivete che la volontà dei sindaci della valle rimane quella di salvare dalla chiusura l’Ospedale di Cevio. Questa è anche la volontà espressa dalle molte persone che hanno firmato la petizione dal titolo: Salviamo l’Ospedale di Cevio dalla chiusura.
Sono qui per dirvi che se qualcuno avesse proposto di chiudere l’Ospedale di Cevio sarei stata la prima a firmare la petizione.
Chiudere una struttura sanitaria che dà lavoro a molte persone, che assicura alla Vallemaggia, tramite i salari dei dipendenti, un notevole indotto, ma che soprattutto permette di rispondere ai bisogni sanitari della popolazione, sarebbe una proposta inaccettabile.
Ma il Governo non ha mai proposto la chiusura dell’Ospedale.
Assieme al progetto di pianificazione ospedaliera il Governo ha proposto di mantenere in Vallemaggia una struttura con una serie di servizi ospedalieri, gestiti dall’Ente Ospedaliero cantonale, completati da altri servizi sanitari, gestiti, come avviene già ora, per la metà dei letti di Cevio, dalla Casa per anziani.
Abbiamo discusso molto con alcuni dei vostri rappresentanti su questo progetto, che del resto era stato presentato alla stampa immediatamente dopo l’approvazione della pianificazione ospedaliera da parte del Consiglio di Stato (20 dicembre 2000).
Il mio obiettivo di questa sera non è tanto riuscire a convincervi della bontà della pianificazione ospedaliera, perché non abbiamo scelta: è imposta dall’autorità federale ed è necessaria
Cercherò di spiegarvi perché dobbiamo fare la pianificazione ospedaliera, ma....
Il mio obiettivo è molto più modesto: voglio almeno riuscire a rassicurarvi che il Governo non ha mai inteso chiudere l’Ospedale di Cevio.
In altri Cantoni le chiusure degli Ospedali in seguito alla pianificazione ospedaliera (ormai siamo gli ultimi a doverla portare a termine) sono state molto più drastiche: gli ospedali sono stati chiusi e basta. Ad esempio a Zurigo ne sono stati chiusi 6, di dimensioni in media come un nostro Ospedale regionale! Lo stesso vale per gli altri Cantoni, ad esempio il Vallese.
Ma l’Ospedale di zona della Vallemaggia non deve chiudere:
deve anzi pensare al proprio futuro, diversificando le proprie attività in ambito sanitario per non soccombere nella prossima fase pianificatoria. Quello che vi propone il Governo è proprio di salvare i posti di lavoro e l’attività economica dell’istituto, mantenendolo come struttura sanitaria.
Si tratta di una responsabilità nei confronti della Vallemaggia che il Governo, magari con una proposta che non piace ad alcuni di voi, ha pensato di assumere facendo una proposta costruttiva.
Proponendo di consolidare l’attività futura dell’Ospedale con servizi che dovevano essere costruiti altrove.
Per questo sono contenta di essere qui stasera: perché possiamo discutere approfonditamente del futuro dell’Ospedale di Cevio con, spero, la stessa preoccupazione e lo stesso obiettivo:
garantire nel futuro l’attività di questa importante struttura in ambito sanitario e sociale.
Il Consiglio di Stato ha approvato il progetto di pianificazione ospedaliera proposto dal Gruppo di lavoro che comprende tutti i rappresentanti del mondo sanitario del cantone. I lavori pianificatori sono stati lunghi e laboriosi. Il progetto è ora in discussione in Gran Consiglio.
Il Consiglio federale impone al cantone di ridurre il numero di posti letto, allineandosi alla media nazionale, entro il 30 giugno 2001. Se ciò non avvenisse gli assicuratori malattia potrebbero disdire le convenzioni con gli ospedali e le cliniche ticinesi e abbassare le tariffe con grave pregiudizio economico per i pazienti.
Non riusciremo a rientrare nella media svizzera in così poco tempo: in Ticino vi sono 8,5 letti per ogni mille abitanti, mentre la media svizzera è ora attualmente di circa 4,5 letti per mille abitanti. Ma gli assicuratori malattia sono stati disposti ad accettare un compromesso di procedere in due fasi: riduzione di 454 letti ora e altri 300 in una seconda fase.
Capirete quanto é difficile per il Governo e per il Parlamento assicurare che l’Ospedale di Cevio possa superare indenne la prossima riduzione di posti letto, a scapito di un grosso ospedale acuto!
Con questa prima fase di pianificazione arriviamo ad abbassare la media a 7 letti per mille abitanti. Come sapete il cantone è reduce di una bocciatura da parte del Consiglio federale del primo tentativo di pianificazione (1997). Nella sua decisione inappellabile del maggio 2000 il Consiglio Federale ha chiaramente detto che nel caso non si riuscisse a presentare una pianificazione più incisiva entro il giugno del 2001, gli assicuratori malattia sarebbero stati autorizzati a non rimborsare interamente le tariffe di degenza in ospedale, e questo per tutto il settore ospedaliero cantonale, pubblico e privato senza distinzione.
La decisone del Consiglio federale è inappellabile. Non abbiamo nessuna scelta come Governo se non procedere alla riduzione dell’offerta ospedaliera. Altrimenti a partire dal 1 luglio di quest’anno la situazione sarà drammatica: chi andrà all’Ospedale si vedrà rimborsata solo una parte del costo, a meno che non sia l’ospedale stesso o la clinica ad assumere la differenza. Vi lascio immaginare cosa può significare questo. Naturalmente esiste una alternativa ed è quella di aumentare molto i premi di assicurazione malattia che paghiamo, ma a noi non sembra una alternativa!
Ecco spiegato il perché di questa operazione dolorosa che il Governo propone: se non si procede alla riduzione dei letti la fattura viene pagata dalle cittadine e cittadini del cantone. Tra l’altro lo stiamo già facendo adesso: pensate che in Vallese, dove la pianificazione è stata fatta anni fa, pagano un premio mensile di cassa malati di 100.- fr. Inferiore (al mese !) Per una famiglia di quattro persone all’anno sono ca. 4'000.--/5'000.- fr.
Lo stesso vale per il Cantone Grigioni, di cui alcuni di voi parlano volentieri. Bisogna leggerla tutta la sentenza del Consiglio federale sul Canton Grigioni: la media della densità dei letti è la metà che in Ticino, inferiore a 4,5 letti per mille abitanti. E infatti i premi di assicurazione malattia che vengono pagati nel Canton Grigioni sono molto inferiori ai nostri!
Per un politico presentare un progetto di pianificazione ospedaliera è oltremodo sgradevole. Ma non possiamo fare altrimenti, il Consiglio federale è stato tassativo nella sua decisione dove tra l’altro pone la condizione di ridurre l’offerta dei letti non tramite riduzioni lineari ma con la chiusura di istituti e precisi criteri vincolanti.
Gli assicuratori malattia sono stati altrettanto chiari nell’accettare la proposta di pianificazione presentata dal Governo come il compromesso minimo, in attesa della prossima fase di pianificazione che dovrebbe diminuire altri 300 letti ospedalieri circa. Adesso capite perché al Governo sta sinceramente a cuore il consolidamento dell’attività sanitaria al vostro Ospedale. Come potrà essere sicuro l’Ospedale di Cevio nella prossima fase di pianificazione? Pensate sinceramente che in alternativa potremo chiudere uno o due reparti all’Ospedale di Locarno? E poi sarebbe nell’interesse dei pazienti chiudere strutture ospedaliere che garantiscono davvero cure adeguate? L’Ospedale di Cevio non ha più le sale operatorie dalla fine degli anni settanta. E da allora si è trasformato in un convalescenziario.
Tra l’altro non vi è da aspettarsi alcuna comprensione per il Ticino dagli assicuratori malattia, che ora sono raggruppati nel CAMS (Concordato degli Assicuratori malattia svizzero) con sede a Soletta; la Federazione Ticinese Assicuratori Malattia (FTAM) non esisterà più da quest’anno.
Ho detto che la proposta del Governo è stata accettata come compromesso minimo dalle Casse malati, ma non è esatto: la prima proposta del gruppo di lavoro è il compromesso minimo che accettano. Infatti contro la decisione del Governo di prolungare l’attività ospedaliera di Cevio fino alla fine del 2003 gli assicuratori hanno già annunciato ricorso (dopo la discussione parlamentare e dopo la ratifica del Consiglio di Stato).
Il Governo si è trovato in questa la situazione:
Questa responsabilità ora grava anche sul Parlamento, dove due commissioni (la Gestione e la Petizioni) si sono occupate del tema, che sarà probabilmente discusso in plenum nella sessione di maggio.
Ma questa responsabilità grava in un certo senso anche su di voi.
Abbiamo sentito spesso l’argomento: perché proprio Cevio ? Oppure Cevio offre prestazioni a poco prezzo, le degenze a Cevio costano poco. Oppure ancora per l’Ente ospedaliero non cambia molto, 3 mio in più o in meno …
Avremo modo di affrontare questi temi approfonditamente, lo faranno anche i miei collaboratori e i rappresentanti dell’Ente ospedaliero.
Da parte mia voglio sottolineare che, con la pianificazione ospedaliera, assieme a Cevio cessano l’attività come ospedali acuti a carico dell’assicurazione malattia altre sei Cliniche per un totale di 240 letti (Clinica St. Agnese, Clinica Opera Charitas, Clinica Villa Verde, Clinica S. P. Stabio, Clinica al Parco e Clinica S. Lucia).
Inoltre, vengono chiusi reparti ospedalieri in cliniche private (184 posti letto) e non riconosciuti 30 posti letto negli ospedali pubblici, per un totale di 214 letti.
La pianificazione porterà complessivamente alla riduzione di 454 letti.
La riduzione nel settore ospedaliero privato è preponderante.
Queste strutture - tutte hanno meno di 45 posti letto - da sole non contribuiscono a frenare la crescita dei costi sanitari. Ognuna di queste strutture, se il Governo non avesse applicato in modo equo il criterio della dimensione dell’Istituto, potrebbe ricorrere contro la decisione. Così come hanno dichiarato di ricorrere gli assicuratori malattia nel caso venissero fatte eccezioni nell’applicazione dei criteri definiti vincolanti dal Consiglio federale.
Nella sanità è fondamentale rispondere ai bisogni reali dei pazienti. Le strutture sanitarie devono offrire servizi e cure sanitarie che le persone hanno realmente bisogno e non ottengono in altra forma. In altre parole le strutture sanitarie devono servire ai bisogni dei cittadini e non i cittadini ai bisogni delle strutture!
Tra l’altro la pianificazione ospedaliera non si limita a tagliare i posti letto in esubero per frenare la crescita dei costi sanitari. Collocandosi dalla parte dei pazienti, la pianificazione migliora l’offerta sanitaria in tutte le regioni del cantone e promuove la complementarietà tra gli ospedali pubblici e le cliniche private.
In particolare, vengono fissate le dimensioni minime degli istituti di cura, sono attribuiti mandati di prestazione (distribuendo le varie specializzazioni) e si cerca di potenziare i settori carenti, per esempio le case per anziani e gli istituti per invalidi.
Per questi motivi, in Vallemaggia verrà potenziata la struttura di casa per anziani, con una nuova offerta sanitaria di assistenza agli invalidi e migliorata la cura a domicilio. Mantenendo però a Cevio alcuni servizi ospedalieri: il pronto soccorso, il servizio di radiologia e di ergo e fisioterapia, con un supporto per il servizio medico di montagna.
Questi servizi ospedalieri verranno gestiti dall’Ente Ospedaliero Cantonale: per questo la nuova Legge sull’Ente Ospedaliero, in vigore dallo scorso febbraio, continuerà a menzionare l’Ospedale di Cevio tra le strutture gestite dall’Ente.
Come è nato il progetto:
Obiettivo
L’autorità federale impone di procedere alla riduzione di posti letto e il Governo intende salvaguardare il futuro dell’istituto di Cevio proponendo attività sanitarie alternative alle cure acute e non finanziate principalmente dall’assicurazione malattia.
Il Governo non intende aspettare che l’Ospedale di Cevio sia costretto a chiudere, ma intende garantire i posti di lavoro e la possibilità di servire come convalescenziario per le persone, specialmente anziane, che ne avessero bisogno.
Situazione attuale
La Vallemaggia dispone della seguente rete sanitaria stazionaria
l’Ospedale di zona di Cevio (32 posti);
la Casa per anziani di Cevio/Someo (34 + 18 posti);
- due istituti privati per anziani: Gordevio e Maggia.
L’Ospedale di Cevio non risponde a un bisogno di degenze di breve e media durata. Bastano 2 posti per degenze inferiori a 10 giorni e altri 4 per degenze fra i 10 ed i 21 giorni.
Più dell’80% delle degenze in Ticino dei valmaggesi avviene altrove.
La struttura per anziani di Someo, 18 posti letto, è venuta meno alla sua missione di soggiorno temporaneo. In Valle non è più possibile per un anziano usufruire di un collocamento solo temporaneo.
La logistica della struttura per anziani di Cevio, 34 posti letto per ricoveri stabili, necessita di un evidente miglioramento.
Gli istituti privati di Gordevio e di Maggia accolgono in modo stabile persone anziane provenienti da altre parti del Cantone.
Per assicurare una attività futura alla struttura emergono le seguenti indicazioni:
Mancano spazi diurni collettivi sia a Cevio che a Someo;
È venuta meno la funzione di soggiorno temporaneo a Someo
Non c’è un bisogno di nuovi posti letto per i ricoveri stabili di anziani
Non c’è l’esigenza di un aumento dell’offerta di posti letto per ricoveri stabili di anziani:
È giustificato procedere a un recupero della funzione originaria di Someo (soggiorno temporaneo) e ad un riorientamento delle attività svolte a Cevio.
La proposta per un utilizzo della struttura ospedaliera di Cevio alternativo alla sua attuale destinazione quale Ospedale di zona consiste nell’accostamento mirato e coerente di più strutture e servizi ubicati a Cevio e Someo, che possono collaborare nelle rispettive prese a carico. Tra l’altro questa è una rete che ha senso:
continuità di servizi ospedalieri coerenti con le altre prestazioni previste a Cevio e Someo: Pronto soccorso, comprendente la radiologia, e Servizio di ergo e fisioterapia. Con il Pronto soccorso si garantisce il mantenimento di una solida base per il Servizio medico nelle zone di montagna.
riorientamento della Casa per anziani di Cevio/Someo: contenimento della quantità e miglioramento della qualità per i ricoveri stabili; ripristino dei posti di soggiorno temporaneo a Someo; (tra l’altro consideriamo i soggiorni temporanei fondamentali per una persona anziana, perché non tutti hanno voglia di lasciare per sempre la propria casa!)
creazione a Cevio di un’Unità di accoglienza per invalidi adulti affetti da polipatologie e che necessitano anche di un’importante presa a carico di tipo sanitario;
complementarità con la ristrutturazione dei Servizi di assistenza e cura a domicilio.
- A livello di posti letto, per la struttura per anziani di Cevio, tecnicamente sussistono due varianti.
- Globalmente, a Cevio si disporrà:
- da 45 (+11) a 42 (+8) posti letto per anziani;
- di 11 posti letto per invalidi.
I posti letto di Someo sono riservati ai soggiorni temporanei e sono ridotti, pure per esigenze logistico-sanitarie, di 4 unità (da 18 a 14).
Complessivamente, per le strutture di Cevio (ricoveri stabili di anziani e invalidi) e di Someo (soggiorni temporanei di anziani), rispetto alla situazione attuale con l’Ospedale, si registra una diminuzione di 14 posti letto (da 84 a 70) rispettivamente di 17 posti letto (da 84 a 67), a dipendenza della variante logistica di Cevio.
A Cevio i posti letto diminuiscono di 10 unità (da 66 a 56), rispettivamente di 13 (da 66 a 53).
Le diminuzioni sia a Cevio sia a Someo sono determinate da esigenze logistico-sanitarie (creazione di spazi diurni per anziani ed invalidi, trasformazione di camere ospedaliere doppie in camere singole per invalidi).
In base alle direttive del programma quadro per le case per anziani e per il settore degli invalidi adulti, per il fabbisogno di personale emergono le seguenti indicazioni:
nel settore della presa a carico degli ospiti (personale di cura), il fabbisogno di personale diminuisce di circa 7 unità a tempo pieno; la diminuzione è dovuta al minor numero di posti letto;
negli altri settori (servizi amministrativi e generali), il fabbisogno di personale si riduce di circa 2 unità a tempo pieno;
complessivamente, la riduzione del fabbisogno di personale corrisponde a 9 unità di lavoro a tempo pieno (da 81 a 72).
Da un punto di vista economico, come evidenziato dallo studio dell’IRE, per principio l’impatto rispetto agli interessi della Vallemaggia è determinato dal numero di posti di lavoro (massa salariale e relativo gettito fiscale).
A questo riguardo, in base alle precedenti indicazioni relative al fabbisogno di unità di personale, rispetto alla situazione attuale, la nuova struttura di Cevio e Someo comporta una riduzione di 9 posti di lavoro a tempo pieno, da 81 a 72.
Il numero di posti di lavoro varia comunque secondo il grado di dipendenza degli ospiti, per cui questa flessione potrebbe essere anche più contenuta.
In ogni caso, questa diminuzione tenderà ad essere compensata da altre iniziative, si ricorda:
potenziamento del Servizio di assistenza e cura a domicilio (+ 5 unità)
ripristino della lavanderia nello stabile di Cevio e potenziamento della distribuzione dei pasti a domicilio
sostegno dell’EOC: ricollocamento del personale presso la Carità di Locarno; lavori di riordino dello stabile per 2 mio.; cessione proprietà dello stabile di Cevio (risparmio del canone di locazione);
acquisto di medicamenti effettuabile in Vallemaggia (ricaduta sull’economia della Valle):
Casa Faro per invalidi a Maggia: si prevedono da 5 a 8 posti di lavoro;
Il calcolo dei posti di lavoro, ma anche quello dell’indotto economico è a favore della Vallemaggia.
Per quanto riguarda il finanziamento a carico dei Comuni della Vallemaggia, si osserva che:
il finanziamento dell’Ospedale di zona di Cevio dall’1.1.2000 è interamente a carico del Cantone e degli assicuratori malattia; Tra l’altro poiché già ora gli assicuratori non rimborsano la stessa quota che per gli altri ospedali dell’Ente ospedaliero, l’EOC deve contribuire annualmente con ca. di mezzo milione di fr. in più che in un altro ospedale pubblico.
l’assestamento della Casa per anziani di Cevio e Someo non determina nuovi oneri per i Comuni valmaggesi;
la nuova Unità di accoglienza per invalidi è interamente a carico di assicurazione invalidità, quindi della Cassa Federale
il Pronto soccorso e il Servizio di ergo e fisioterapia, che vengono mantenuti a Cevio, continuano ad essere finanziati, tramite l’EOC, da Cantone e assicuratori malattia.
Si può pertanto affermare che, complessivamente, il riorientamento delle strutture di Cevio e di Someo non comporta oneri supplementari a carico dei Comuni della Vallemaggia.
Con la ristrutturazione proposta nell’ambito della pianificazione ospedaliera LAMal e le altre iniziative sociosanitarie in corso si rileva che:
da un punto di vista sanitario, si continua ad assicurare le cure di cui necessita la popolazione della Vallemaggia;
complessivamente, con il nuovo Centro sociosanitario di Cevio/Someo la Vallemaggia disporrà di un’offerta di prestazioni sociosanitarie corrispondente a bisogni reali;
si consolida il futuro della struttura e si tende a mantenere i posti di lavoro, per cui si risponde alle esigenze di economia regionale della Vallemaggia;
per i Comuni della Vallemaggia non si registrano nuovi oneri finanziari.
Riassumendo
Il Consiglio di Stato ha approvato il progetto di riconversione dell’ospedale pubblico di Cevio in centro socio-sanitario. Il progetto si muove su tre obiettivi:
assicurare un solido futuro alla struttura
rispondere ai bisogni sanitari effettivi della popolazione
salvaguardare i posti di lavoro in Vallemaggia.
In sostituzione dell’attuale Ospedale di zona si propongono le seguenti attività:
mantenimento
di servizi ospedalieri gestiti dell’EOC quali il pronto soccorso
(con prestazioni di radiologia, fungerà pure da sostegno al servizio medico
nelle
zone di montagna) e il servizio di ergo-fisioterapia;
rafforzamento degli attuali istituti per anziani per ricoveri stabili;
insediamento di una unità di accoglienza per persone invalide;
collocamento più adeguato della sede del Servizio di assistenza e cura a domicilio.
In questo progetto si intende ripristinare la funzione originaria della sede di Someo come struttura destinata a soggiorni temporanei per persone anziane, mentre attualmente per la carenza di posti viene utilizzata come casa per anziani per ricoveri stabili.
Patrizia
Pesenti
Consigliere di Stato