Congresso svizzero "Die Qualität in der Mental Health Arbeit"

Promuovere la salute mentale

Landquart, 17 maggio  2001


 

Gentili signore, egregi signori,

 

Quando il vostro presidente mi ha invitato a partecipare a questa giornata di studio ho aderito immediatamente con molto piacere. La salute mentale è oggi al centro dell’interesse perché i grandi cambiamenti che stiamo vivendo hanno reso più fragile, più vulnerabile una parte della popolazione.

Nel mondo 400 milioni di persone soffrono di disturbi mentali, neurologici o di problemi psicosociali.

Questo disagio psichico sembra destinato a crescere.

Tanto più che l’aumentata speranza di vita rende particolarmente visibili tutte le forme di demenze senili e depressioni.

Anche in Svizzera il disagio mentale costituisce un problema di salute pubblica in rapida evoluzione: sia per l’ampiezza che per le conseguenze sociali e sanitarie che comporta.

Esistono cause biologiche o genetiche, ma occorre anche cercare di capire le complesse interazioni tra fattori psicologici e sociali. La malattia mentale esplode in situazioni problematiche: condizioni sociali sfavorevoli, aumento della solitudine, pressione psicologica eccessiva, disoccupazione, insufficiente livello d’istruzione.

Il modo di vivere, il modo di produrre e quindi il modo di lavorare sono molto cambiati negli ultimi vent’anni. La vita ha ritmi sempre più frenetici, occorre fare tanto e il tempo si accorcia. Non solo i mercati e il modo di produrre diventano sempre più turbolenti, ma la vita stessa diventa più agitata.

Il tempo per elaborare quello che accade è poco.

La calma è un lusso.

Il contesto economico diventa sempre più competitivo e quindi per alcuni molto emarginante.

La vita familiare non offre le stesse certezze del passato, il che è anche un bene perché permette di sfuggire a situazioni opprimenti.

Ma il sentimento di incertezza può essere angosciante.

E non tutti riescono a vivere nel rischio continuo.

Il lavoro non garantisce più quella sicurezza che metteva al riparo dalle sorprese della vita. L’Ufficio di statistica federale, due settimane fa, ha segnalato l’aumento dei working poor.

Povertà, disoccupazione ed esclusione sono tre facce di un unico fenomeno: la mancata partecipazione alla vita sociale ed economica.

Lo sviluppo attuale non mi pare né umano né sostenibile.

E’ uno sviluppo "a basso contenuto umano". Un modello di sviluppo che spreca troppe risorse umane.

In Svizzera, come altrove, le persone sono convinte che la loro salute dipenda soprattutto dal consumo di prestazioni sanitarie: non è così. La ricerca scientifica è sempre più attenta ai fattori che determinano la salute, anche la salute mentale. Le vere differenze nello stato di salute della popolazione non sono date dal consumo più o meno elevato di prestazioni sanitarie, ma dalle condizioni di vita, di lavoro, dalle condizioni ambientali, dalla qualità dell’abitazione.

In Ticino abbiamo deciso di lanciare una campagna di promozione della salute mentale.

Questa campagna vuole innanzitutto occuparsi della salute mentale e rendere visibile l’influenza dei fattori sociali, economici e ambientali che determinano la salute mentale delle persone. La malattia, non solo mentale, colpisce particolarmente chi si sente in balia degli avvenimenti, chi non ha nessun controllo sulla propria vita. Chi vive nella costante paura, per esempio di perdere il posto di lavoro. Occorre da parte di tutta la popolazione una maggior consapevolezza su cosa determina la salute.

La campagna si occupa anche della malattia mentale.

E’ vero che in tutta la Svizzera i servizi sanitari sono di qualità e rispondono ai bisogni degli utenti, ma la qualità delle cure può essere ancora migliorata. Soprattutto si potrebbero fare dei passi avanti nel riconoscimento precoce dei disturbi psichiatrici, psicologici e neurologici.

Inoltre le strutture di cura residenziali sono molto, troppo, sollecitate. Probabilmente, lungo la catena terapeutica, non tutte le possibilità di cura ambulatoriali sono sfruttate. Anche questo è un aspetto verrà affrontato dalla campagna di promozione della salute mentale che intendiamo lanciare in Ticino.

Recentemente Confederazione e Cantoni hanno deciso di unire le proprie forze per occuparsi di alcuni temi cruciali di politica sanitaria. Infatti il sistema sanitario svizzero è troppo frammentato e le competenze della Confederazione e dei Cantoni si intersecano sempre di più. Il finanziamento del sistema sanitario è federale, mentre l’offerta delle cure sanitarie è competenza dei cantoni. In realtà in Svizzera vi sono 26 sistemi sanitari diversi. Questo rende molto difficile affrontare le sfide complesse della sanità.

Nell’ambito del Projekt Nationale Gesundheitspolitik la salute mentale è stato designato come un problema prioritario che Confederazione e Cantoni si impegnano ad affrontare assieme.

 

 

Patrizia Pesenti

Consigliere di Stato