Centenario Croce Rossa Svizzera sezione bellinzonese
anno internazionale del volontariato
"L’importanza del volontariato e delle associazioni nelle istituzioni"
Bellinzona, 30.05.2001
Introduzione
Quando la signora Franchini mi ha
contattato per partecipare a questa serata della Croce Rossa Svizzera ho subito
aderito con entusiasmo.
Perché il tema del volontariato, in
questo anno internazionale proclamato dall'ONU, è strettamente connesso con la
socialità e la sanità, i settori dei quali sono responsabile.
Sono già trascorsi oltre sei mesi dall’apertura
di questo anno dedicato al volontariato e il ringraziamento ai volontari è,
oltre che corale, anche molto sincero. Non solo commemorativo.
La somma dell'impegno di milioni di
persone nel mondo rappresenta una forza immensa, tale da incidere sulla qualità
di vita di chi ha la fortuna di beneficiare della loro presenza, sul benessere
collettivo.
Vale da noi come nei paesi poveri in via
di sviluppo.
Il volontariato costituisce una fonte
inestimabile di solidarietà, espressa da cittadine e cittadini motivati ad
aiutare gli altri.
Anche in Svizzera i volontari sono
numerosi. Secondo uno studio dell’Ufficio federale di statistica, una persona
su quattro è attiva nel volontariato organizzato, un milione e mezzo di
persone.
Si stima inoltre che altrettante persone
prestano il loro aiuto in modo informale in una marea di attività.
Nel nostro cantone i volontari
sarebbero più di 10'000, attivi in diversi campi: quello sociale, sanitario,
quello educativo, culturale, quello ambientale, quello ricreativo-sportivo,
quello della cooperazione internazionale.
Con una certa differenza tra i sessi:
un'importante partecipazione maschile all’associazionismo in genere e
ai gruppi di interesse;
una forte presenza femminile nel sociale
e nel sanitario;
un quarto degli adolescenti e dei giovani
mettono a disposizione una parte del loro tempo per attività di volontariato
C’è un volontariato - definito in
genere informale - ancora poco valorizzato, composto da persone che
individualmente, senza obbligo e senza compenso, aiutano chi è in difficoltà.
Spontaneamente,
si mettono a disposizione dell’altro, del parente, dell’amico, del vicino di
casa, ecc.
C’è poi un volontariato più organizzato:
Le associazioni (come la vostra per
esempio). Associazioni senza scopo di lucro, finalizzate ad interessi
collettivi sulla base di motivazioni ideali, principi etici, con obiettivi
condivisi.
Il volontariato ha comunque una lunga
tradizione che ha lasciato tracce. Qualche esempio:
Gli ospedali sono nati come opere benefiche destinate ai più indigenti. Oggi abbiamo istituti di cura aperti a tutti gestiti da personale professionalmente preparato.
Molti sono coloro che hanno dato il loro contributo per lenire la sofferenza morale e materiale. Oggi abbiamo le assicurazioni sociali.
La diffusione dell’aiuto a domicilio è una riscoperta delle possibilità di un'azione a favore della collettività: dove operatori professionali e volontari lavorano assieme.
Il volontariato ha una lunga tradizione,
con spinte religiose, filantropiche, solidali.
Potremmo dire che la dimensione
caritatevole si è trasformata in forme di solidarietà basate sulla parità
del rapporto.
Il rapporto fra chi dà e chi riceve si
è fatto più paritario.
Anche chi dà, in fondo riceve: chi fa
volontariato sa di che cosa parlo, qualcosa - forse - indescrivibile.
Ruolo dello Stato
Lo Stato riconosce l’importante attività svolta dai volontari e dalle loro associazioni con iniziative concrete:
Sussidi concessi ad associazioni senza scopo di lucro in diversi settori: il nostro cantone sostiene molte associazioni attraverso i fondi raccolti della lotteria intercantonale; penso anche al progetto Coordinamento del volontariato sociale, che diventerà operativo nei prossimi mesi anche grazie al sostegno del Fondo lotteria)
Mandati di prestazione remunerati per attività riconosciute di pubblica utilità
Congedi pagati al personale che intende svolgere attività di volontariato (un'opportunità sempre più offerta anche dalle grandi aziende)
Collaborazione con numerose associazioni che operano sul territorio in occasione di giornate di studio, congressi, conferenze, incontri ecc.
Recentemente il Consiglio di Stato,
rispondendo ad un’interrogazione, ha confermato il suo apprezzamento per il
volontariato:
"la forza rappresentata da questi
cittadini motivati ed animati da spinte ideali può offrire molto nel campo
della solidarietà sociale".
Però occorre ancora approfondire la
riflessione sulla relazione fra servizi o professionisti e volontari. Spero di
avere altre occasiono oltre questa sera, per discutere con voi.
Perché limitarsi all’apprezzamento non
è sufficiente, occorre migliorare la collaborazione fra professionisti e volontari - una
relazione non sempre semplice - per trovare un'interazione equilibrata.
La linea di ripartizione dei compiti e
delle competenze oscilla, non è sempre nitida.
A volte è fonte di conflitti,
altre di grande progettualità, altre ancora di una confusa convivenza per
parare la carenza di personale, a volte anche per risparmiare.
In un recente studio il prof. Wallimann
dell'Università di Friburgo ha affermato che"i volontari impediscono la
creazione di posti di lavoro". Una
tesi un po’ azzardata !
Credo sia compito dello Stato e delle
vostre associazioni, o di voi volontari individualmente, ricercare il giusto
equilibrio, la complementarietà.
Vegliare affinché il ricorso al
volontariato non camuffi o legittimi la riduzione dell'intervento professionale.
O che il volontario non serva a tamponare
le falle della socialità.
Non è facile trovare questo equilibrio
nella complementarietà dei ruoli.
Nel settore sanitario come in quello
sociale occorre trovare delle convergenze e degli equilibri fra lavoro
professionale e volontariato, in modo trasparente e nel rispetto del reciproco
ruolo.
Così come non è opportuno escludere il
volontario dalla formazione. Ma anche qui occorre fare attenzione, a non creare
figure in concorrenza fra loro oppure a "sotto-professioni" nelle
quali relegare pseudo-volontari.
E' un pericolo che si pone soprattutto
per le donne nella fase in cui vorrebbero riprendere un'attività professionale
compatibile con la famiglia. O anche per i giovani che non trovano subito una
attività professionale.
D’altra parte il volontariato è stato
determinante negli ultimi anni proprio nella creazione di nuovi lavori, forse
anche di un nuovo modo di lavorare.
Un modo più vicino alle aspirazioni
individuali. Molti giovani sono alla ricerca di lavoro con un contenuto etico.
Un modo anche più flessibile di lavorare, forse anche più precario.
Precarietà e flessibilità, che sono due modi di lavorare piuttosto tipici dei
giovani e delle donne, non devono essere sinonimo di condizioni di lavoro
sfavorevoli. Oppure di mancanza di sicurezza sociale.
Giustamente le associazioni di volontari
chiedono l'introduzione di un bonus nell'AVS, simile a quello educativo
riconosciuto alle donne per gli anni dedicati alla famiglia.
Peccato che questa proposta non trova
l'accordo del Consiglio federale.
Si parla anche di introdurre un
certificato dell'impegno sociale: mi sembra una buona iniziativa che
avrà un senso se effettivamente la società saprà dare un riconoscimento
effettivo a questo impegno.
Conclusione
Questa relazione ha privilegiato alcuni
aspetti.
Non ho certamente la pretesa di essere
stata esaustiva.
La signora Pia Pagani, reagendo alle tesi
dello studio di Walliman, ha scritto:
"il volontariato mette a disposizione tempo, energie e sentimenti che molte volte sono messi a dura prova da situazioni difficili da capire ed accettare, ma lo fanno con il desiderio del dono".
Un grazie particolare alla Croce Rossa per la sua opera ormai riconosciuta da tutti, un grazie particolare a tutti voi che operate in un campo delicato, che intervenite a volte in situazioni di disagio.
Grazie per quanto fate per il nostro cantone.
Patrizia
Pesenti
Consigliere di Stato