L'industria chimico-farmaceutica, la tecnologia medica e la biotecnologia.
I potenziali di sviluppo e le opportunità di finanziamento di nuove iniziative.

Convegno del 27 settembre 2001 Centro di Studi Bancari, Villa Negroni, Vezia


Gentile Collega, Gentili signore, egregi signori,

ringrazio gli organizzatori di questo Convegno.
In particolare:
il direttor René Chopard e il Dr. Pierluigi Ciccone del Centro Studi Bancari
il prof. Marco Bernasconi,
il signor Charles Barras della Sez. promovimento economico
il farmacista cantonale Dr. Pierfranco Livio.

Gli obiettivi di questa giornata sono 4:

Il lucido no. 1 illustra questo settore nelle sue componenti, aziende di cui il cantone è particolarmente fiero per il loro contributo al benessere cantonale e dei pazienti.

  1. Invecchiamento della popolazione

Il grafico riprodotto dal lucido no. 2 è eloquente sui cambiamenti intervenuti rispetto ad un secolo fa.
Con l'invecchiamento aumentano le malattie: si accresce così il fabbisogno di farmaci per la cura delle patologie e quello dei dispositivi medici, in particolare quelli destinati alla medicina riparativa e sostitutiva (protesi per l'ortopedia, apparecchi acustici, ecc.).
Collegati a questi sviluppi ve ne sono alcuni, talvolta poco noti. Sono poco conosciute le aziende per la produzione di motori elettrici per i letti degli anziani non autosufficienti, per la produzione di penne per la somministrazione di insulina, per la sorveglianza a distanza delle funzioni cardiache e pressorie (telemedicina).

Il grafico no. 3 illustra le principali cause di morte nel nostro paese. Cause differenti da quelle di altri Continenti.
In Africa, ad esempio, i problemi principali non sono i tumori o le malattie cardiovascolari, ma l'AIDS.

Questo grafico (no. 3) lascia intravedere le ragioni delle strategie delle industrie farmaceutiche, di consacrare le risorse per i prodotti destinati alle patologie più correnti, un indirizzo più che comprensibile dal punto di vista economico, ma che suscita anche qualche preoccupazione per chi si interessa di malattie poco diffuse.

  1. Progressi scientifici

Non si tratta solo di progressi della medicina, anche se questi rappresentano la componente principale. Bisogna includere anche quelli in altri campi, p. es. nella microelettronica e la tecnologia medica.
Più di tutto ritengo che gli sviluppi legati alla mappatura del genoma umano caratterizzeranno il nostro futuro, e penso allo sviluppo di medicamenti destinati a curare patologie per le quali oggi non troviamo un'adeguata risposta terapeutica.
Le applicazioni di genomica e di proteomica sono al riguardo affascinanti e gettano una luce di speranza per tanti malati.
Le luci hanno sempre un ombra, e in questo caso la prevedibilità delle patologie non ispira solo sentimenti di speranza, ma anche inquietudine: primo perché non sapere di quale malattia moriremo è fondamentale al vivere, secondo perché non riesco ad immaginarmi un sistema assicurativo che "sappia" quali sono i rischi di ogni singolo assicurato.

Il lucido no. 4 illustra alcune delle possibili applicazioni.

Questo genere di sviluppi si estende anche ad altri aspetti meno conosciuti della cosiddetta farmacogenomica: stabilire cioè le relazioni fra le nostre caratteristiche genetiche e la metabolizzazione dei farmaci.
Si stanno sviluppando delle società, anche in Lombardia, che studiano l'influenza delle caratteristiche genetiche di ognuno sull'attività dei farmaci. Si va quindi, se così possiamo dire, verso una medicina personalizzata.
Forse riusciremo a capirne di più sulle differenti risposte individuali ai medicamenti, risposte che p. es. talvolta dipendono dal sesso. Le donne sembrano in effetti metabolizzare e riassorbire meglio alcuni prodotti degli uomini. Mentre gli uomini sarebbero invece favoriti per altri.
Tra l'altro la differenza fra donne e uomini non concerne solo la farmaceutica. Poiché parliamo di sviluppo e opportunità di finanziamento: uno studio recente dice che le donne sarebbero migliori investitrici degli uomini. Non si sa se ha a che fare con i geni, ma le donne sembrano preferire investimenti più a lungo termine.

  1. Politica delle multinazionali farmaceutiche

Fino agli inizi degli anni '90, il settore chimico-farmaceutico svizzero è stato caratterizzato, analogamente a quello degli altri paesi, da acquisizioni.
Poi, negli ultimi anni, queste aziende, hanno realizzato delle fusioni scorporando quello che non è considerato il core business, delegando a terzi certe attività non strategiche, favorendo la nascita di loro settori (talvolta tramite management buy out). Un esempio è la Novartis: lucido no. 5

La parentela con il settore bancario è evidente.

Queste dismissioni e la creazione di nuove società hanno accelerato parallelamente lo sviluppo del venture capital, dei fondi d'investimento di vario tipo, di società di partecipazione in settori specifici della farmaceutica e della biotecnologia (lucido no. 6).
Naturalmente un fenomeno che ha riflessi importanti per la creazione di nuove società. Per la biotecnologia e per gli investimenti sono significativi i dati dei prossimi lucidi.

lucidi 6 e 7.

Come potete constatare l'Europa sta recuperando rispetto agli USA. Questi dati trovano pure riscontro nel numero di brevetti che l'Europa sta depositando (sono pubblicati dall'apposita agenzia europea) e nell'aumento degli investimenti con i cosiddetti capitali a rischio.
Si veda al riguardo il lucido nr. 7 relativo ai dati pubblicati dal EVCA (European Private Equity & Venture Capital Association).

Questi dati comprendono evidentemente anche i fondi con limiti di garanzia, una forma di capitale a rischio che presenta degli aspetti interessanti. Ne parleranno altri relatori.

  1. Politiche sanitarie per il contenimento della spesa.

Allo sviluppo del settore farmaceutico e della tecnologia medica, al crescente consumo di prodotti, si accompagnano preoccupazioni per la sicurezza dei pazienti e per l'aumento delle spese.

Se ne parla molto in questi giorni: c'è chi suggerisce che il forte aumento dei premi delle assicurazioni malattia sia dovuto all'aumento del consumo (o della vendita) di farmaci. (l'aumento nel 2000 del 11% ca. della spesa per farmaci "produce" ca. 3 punti percentuali di aumento dei premi assicurativi).
Personalmente sono piuttosto contraria a dibattere attorno al tema dell'aumento dei costi nella sanità dando la colpa prima all'uno poi all'altro attore del sistema sanitario.

Non sono questi i temi del Convegno. Ma possono interessare gli interventi introdotti recentemente a livello federale per cercare di contenere i costi farmaceutici.

Modifica del sistema di fissazione del prezzo del farmaco per disporre di prezzi che rientrino nella media europea, prendendo in considerazione quali paesi di riferimento delle nazioni con un Prodotto interno lordo simile al nostro.

Incentivazione dell'uso dei generici.

La nostra legislazione assicurativa è stata modificata, dal 1. gennaio 2001, in modo da permettere al farmacista di sostituire i prodotti originali con generici, a meno che il medico non si opponga. Gli assicuratori malattia studiano ora una soluzione per incoraggiare i farmacisti attenti al contenimento delle spese farmaceutiche.
Tra l'altro questo indirizzo verso i medicinali generici, che ha lo scopo di contenere la spesa sanitaria, si riflette sulle quotazioni borsistiche delle aziende che li producono, rispettivamente di quelle che commercializzano degli originali.

lucido no. 8. Il caso della Società Sicor è rappresentativo: Si tratta infatti di una nota azienda americana di generici che ha tra l'altro radici anche in Ticino ed in Lombardia.

Non voglio parlare oltre di costi del sistema sanitario, ma se riflettiamo sullo sviluppo dell'industria chimico farmaceutica e delle biotecnologie in Ticino è opportuno tenere d'occhio anche quanto succede al sistema di finanziamento della sanità in Svizzera.

Tra gli specialisti di economia sanitaria sta diventando popolare il concetto di "numero di anni di vita corretti dal fattore qualità" (quality adjusted life years) per esprimere l'efficienza di una terapia rispetto ad un'altra. Si tratta quindi di un ragionamento che tiene conto non solo degli anni aggiunti alla vita di una persona, ma della loro qualità.

Si tratta di un criterio che dovrebbe aiutare i politici a prendere delle decisioni riguardo alle priorità nel sistema sanitario, le cui risorse non sono infinite. In realtà non si può dimenticare che la richiesta delle persone, del paziente verso la medicina è decisamente complessa e va al di là della massimizzazione dei benefici in termini medici. Il paziente ha anche bisogno di informazione, di rassicurazione, di essere sostenuto nelle decisioni (o di evitarle), di non essere esposto al rimpianto e in particolare di essere trattato equamente.

Ho parlato all'inizio della mia introduzione dei criteri economici che guidano lo sviluppo medico e tecnologico. Occorrerebbe però prestare attenzione anche alle malattie cosiddette orfane, malattie rare dove i rimedi terapeutici potrebbero essere messi a punto. Ma per evidenti ragioni commerciali l’industria farmaceutica non investe alcuna o pochissime risorse nella ricerca di medicinali adeguati.
Scelte di carattere economico prevalgono, dunque, sulla missione della medicina di trovare risposte alle patologie curabili.

Questo solleva un problema di equità di accesso alle cure che non può lasciare indifferente nessuno di noi. Un paziente affetto da una patologia rara, che sa di essere curabile, per il quale il sistema sanitario non mette però a disposizione una terapia (perché ineconomica) prova un sentimento di vera deprivazione. È più facile accettare il destino di una patologia incurabile, che rassegnarsi al fatto che la cura ci sarebbe, non è disponibile per considerazioni economiche o strategie di mercato.

Anche perché non è obbligatorio che l'economia sia in conflitto con l'equità. Tra l'altro è proprio Adam Smith, considerato il padre degli economisti, a scrivere nella sua Teoria delle opinioni morali che per quanto un uomo possa essere egoista, vi sono nella sua natura elementi di altruismo necessari al suo benessere.
Personalmente spero che lo sviluppo medico e farmaceutico non sia ispirato solo da criteri di immediata utilità economica.

Non sarebbe un vero sviluppo.

Avv. Patrizia Pesenti
Consigliere di Stato

     

Referenze: