GIORNATA CANTONALE DELLA
PERSONA ANZIANA
ASSOCIAZIONE TICINESE TERZA ETA'
Lugano, Palacongressi, 11 ottobre 2001
Gentili signore e signori
Ringrazio il vostro presidente signor Alberto Gianetta e la vostra segretaria signora Maria Spiga per l'invito, per il lavoro che fanno e per come lo fanno, per il loro entusiasmo nel promuovere questi incontri.
Per me è un vero piacere
partecipare a questi incontri: per
una rappresentante politica è molto importante incontrare le cittadine e i
cittadini, per poter parlare, ma soprattutto ascoltare. Ma la cosa più
importante è avere tempo per stare assieme.
Sono venuta qui
stamattina con particolare piacere: le vostre giornate hanno una caratteristica
particolare: esprimono serenità, partecipazione, saggezza. La saggezza di chi
ha lavorato e costruito il benessere del nostro Paese.
In questo momento
particolare a livello internazionale e nazionale è importante non perdere di
vista gli obiettivi, ma soprattutto i valori sui quali si fonda uno stato, una
società.
* * *
So che tra voi c’è molta attesa per l’istituzione del Consiglio degli anziani. Il progetto - come sapete - è stato approvato in primavera dal Consiglio di Stato.
La fase parlamentare si
è prolungata di parecchi mesi rispetto al previsto. La commissione parlamentare
inizierà l’esame vero e proprio solo la prossima settimana.
Per cui i tempi
prospettati per l’insediamento del Consiglio non potranno essere rispettati.
* * *
L'ATTE ha voluto dedicare la giornata cantonale dell'anziano al volontariato, all'Anno internazionale che sta per chiudersi.
La somma dell'impegno di
milioni di persone nel mondo rappresenta una forza immensa, tale da
incidere sulla qualità di vita di chi ha la fortuna di beneficiare della
loro presenza, sul benessere collettivo.
Vale da noi come nei
paesi poveri in via di sviluppo.
Il volontariato costituisce una fonte inestimabile, di solidarietà, espressa da cittadine e cittadini motivati ad aiutare gli altri.
Secondo uno studio dell’Ufficio
federale di statistica, una persona su quattro in Svizzera è attiva nel
volontariato organizzato, un milione e mezzo di persone.
Si stima inoltre che
altrettante persone prestano il loro aiuto in modo informale in una marea
di attività.
Nel nostro cantone i volontari sarebbero più di 10'000, attivi in diversi campi.
Un'importante partecipazione maschile all’associazionismo in genere e ai gruppi di interesse;
una forte presenza femminile nel sociale e nel sanitario;
un quarto degli adolescenti e dei giovani mettono a disposizione una parte del loro tempo per attività di volontariato; questo è un buon segnale!
C’è un volontariato - definito in genere informale - ancora poco valorizzato, composto da
persone che individualmente, senza obbligo e senza compenso, aiutano chi è in
difficoltà.
Spontaneamente,
si mettono a disposizione dell’altro, del parente, dell’amico, del vicino di
casa, ecc.
C’è poi un volontariato più organizzato: le associazioni (come la vostra per esempio). Associazioni senza scopo di lucro, finalizzate ad interessi collettivi sulla base di motivazioni ideali, principi etici, con obiettivi condivisi.
Voi stessi costituite un potenziale di volontariato che si traduce nelle attività della vostra associazione quanto nelle vostre azioni quotidiane di solidarietà. Grazie per questo vostro impegno sociale!
Il volontariato ha comunque una lunga tradizione che ha lasciato tracce. Qualche esempio:
Gli ospedali sono nati come opere benefiche destinate ai più indigenti. Oggi abbiamo istituti di cura aperti a tutti gestiti da personale professionalmente preparato.
Molti sono coloro che hanno dato il loro contributo per lenire la sofferenza morale e materiale. Oggi abbiamo le assicurazioni sociali.
La diffusione dell’aiuto a domicilio è una riscoperta delle possibilità di un'azione a favore della collettività: dove operatori professionali e volontari lavorano assieme.
Il volontariato ha una lunga
tradizione, con spinte religiose, filantropiche, solidali.
Potremmo dire che la dimensione
caritatevole si è trasformata in forme di solidarietà basate sulla
parità del rapporto.
Il rapporto fra chi dà e
chi riceve si è fatto più paritario.
Anche chi dà, in fondo
riceve: chi fa volontariato sa di che cosa parlo, qualcosa - forse -
indescrivibile.
Ho partecipato a diverse manifestazioni nel corso di questo anno del volontariato. Ho percepito molto entusiasmo e un giusto orgoglio. Ma anche il sentimento di non sentirsi riconosciuti, di non essere valorizzati.
Allora credo che se c'è una cosa che mi ha insegnato questo anno del volontariato è che occorre approfondire la riflessione sulla relazione fra servizi o professionisti e volontari.
Occorre migliorare la
collaborazione fra professionisti e volontari - una relazione non sempre
semplice - per trovare un'interazione equilibrata.
La linea di ripartizione
dei compiti e delle competenze oscilla, non è sempre nitida.
A volte è fonte di conflitti,
altre di grande progettualità, altre ancora di una confusa convivenza
per parare la carenza di personale, a volte anche per risparmiare.
Credo sia compito dello
Stato e delle vostre associazioni, o di voi volontari individualmente, ricercare
il giusto equilibrio, la complementarietà.
Vegliare affinché il
ricorso al volontariato non camuffi o legittimi la riduzione dell'intervento
professionale.
O che il volontario non
serva a tamponare le falle della socialità.
Non è facile trovare questo equilibrio nella complementarietà dei ruoli.
Nel settore sanitario come in quello sociale occorre trovare delle convergenze e degli equilibri fra lavoro professionale e volontariato, in modo trasparente e nel rispetto del reciproco ruolo.
Così come non è opportuno escludere il volontario dalla formazione. Ma anche qui occorre fare attenzione, a non creare figure in concorrenza fra loro oppure a "sotto-professioni" nelle quali relegare pseudo-volontari.
Qualcuno ha detto che
la storia del volontariato è scritta con l'inchiostro
invisibile.
Vorrei che si cominciasse
ad usare l'inchiostro indelebile per scrivere quanto il volontariato sia
elemento di coesione sociale, capitale sociale della nostra comunità, promotore
di equilibri sociali e di relazioni umane che nutrono la quotidianità.
Vorrei che questo desiderio fosse anche il vostro e il desiderio di tutti i volontari.
Patrizia Pesenti
Consigliere di Stato