ARTECASA

39 esima edizione

Lugano, 12 ottobre 2001


Gentili Signore, Egregi Signori,
è per me un grande onore portare questo pomeriggio i saluti dell’autorità cantonale in occasione dell’inaugurazione della 39esima edizione di Artecasa .
Un evento che si rinnova di anno in anno qui al Centro esposizioni di Lugano e che rientra ormai in una tradizione consolidata .

Circa 200 espositori, svizzeri ed esteri, sono qui riuniti per presentare e offrire i loro prodotti e, in particolare, tutto quanto serve ad arredare una casa .

Arredare una casa, si è soliti affermare, è una questione di gusto oltre che, ovviamente, di portamonete. Per me, però, è qualcosa di più.

Parlerei di vera e propria Arte dell’arredare: del resto, il nome della rassegna lo dice benissimo .

Sentirsi a proprio agio a casa è come sentirsi bene nella propria pelle. La disposizione dei locali, la divisione degli spazi, la luminosità, la scelta di un mobile piuttosto che di un altro, di un accessorio invece di un altro sono tutti fattori che contribuiscono allo "star bene" tra le mura domestiche.

La vostra rassegna dedica ampio spazio al Salone dell’antiquariato, che costituisce ormai un appuntamento fisso nel programma espositivo di Artecasa. Un mobile antico e tutti gli oggetti dell’antiquariato sono una vera e propria testimonianza storica. Ci raccontano l’abilità della mani artigiane, il gusto per la raffinatezza e l’eleganza. Veri e propri valori che meritano di essere riscoperti .

E’ infatti innegabile che la sola presenza di un mobile antico anche nel contesto di un arredo moderno e funzionale "riscalda" l’ambiente domestico, lo rende meno anonimo, meno impersonale.

Ed in fondo un rapporto meno impersonale, meno anonimo a volerlo è lo stesso consumatore che vuole essere informato, anzi ha il diritto di essere compiutamente informato prima di procedere all’acquisto di un prodotto.

Nel nostro paese molto è stato fatto a tutela dei consumatori ma se paragoniamo la legislazione svizzera alle direttive che l’Unione europea ha emanato in materia, resta ancora qualche lacuna da colmare .

Pensiamo solo all’esigenza di regolamentare tutto il settore dell’e-commerce (per scongiurare il rischio che divenga una vera e propria giungla) o ancora al problema della responsabilità civile dei produttori di apparecchi che potrebbero risultare difettosi.

Due esempi tra i vari che si potrebbero citare per ribadire che rivendicazioni e aspettative dei consumatori non vanno affatto trascurate soprattutto in un periodo di grandi trasformazioni come quelle che stiamo vivendo.

I cambiamenti in atto ci obbligano a rivedere il nostro modo di essere consumatori, imprenditori. La rivoluzione tecnologica ha infatti accorciato le distanze, accelerato i tempi non solo di produzione ma anche della nostra esistenza. La globalizzazione ha comportato la nascita di nuovi rapporti economici, politici e sociali e la loro diffusione su scala mondiale.

In questo contesto anche per gli imprenditori è più difficile affermarsi. La concorrenza sui mercati si è fatta più agguerrita per non dire spietata.

Mentre un tempo, nel contesto dell’internazionalizzazione, il problema centrale era " vendere all’estero", oggi, invece, nell’era della globalizzazione, il problema è quello di "acquisire e combinare i fattori produttivi, ovunque e con chiunque vi sia la possibilità di farlo". Senza questa possibilità diventa davvero difficile reggere la concorrenza sui mercati.

Questi cambiamenti hanno ovviamente anche una ricaduta sulla nostra realtà locale. L’apertura dei mercati comporta rischi, ma racchiude anche tante opportunità.

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Il problema è di ridurre al minimo i primi e di cogliere al massimo le seconde. Questo lo si può fare con una politica che non nega i cambiamenti, ma che li assume in modo positivo. Con questo intendo dire che occorre attenuare l’impatto sociale delle trasformazioni in atto su una parte della popolazione. E quest’ultimo è un compito che deve assumersi lo Stato: il canton Ticino lo sta facendo con una politica che coniuga efficienza economica e modernizzazione delle garanzie sociali .

Una risposta che lo Stato deve dare con l’adattamento della politica sociale alle nuove esigenze imposte dalla maggiore flessibilità del mercato del lavoro, con tutto il corollario di lavoro precario, lavoro temporaneo o su chiamata.

Ma in questa fase di profonde trasformazioni del tessuto socioeconomico un appello va fatto anche agli operatori economici affinché non perdano di vista il senso della responsabilità sociale verso i dipendenti e verso la collettività tutta. Abbiamo molto da imparare dal tracollo della Swissair.

Oggi all'orizzonte economico si addensa qualche nube nera.
La presenza qui a questa fiera di 200 espositori è una dimostrazione di fiducia verso il futuro. Le esperienze degli anni passati ci hanno insegnato che uno dei modi più efficaci per contrastare una crisi economica è quello di incentivare i consumi.

In questo senso mi auguro che anche questa edizione di Artecasa sia coronata da un grande successo di pubblico .Vi ringrazio.

Patrizia Pesenti
Consigliere di Stato