DIPARTIMENTO DELLE OPERE
SOCIALI
GIORNATA INTERNAZIONALE DIRITTI DEI BAMBINI
FAMIGLIA E MINORI:
DALLA PREVENZIONE AL SOSTEGNO ALLA PROTEZIONE
Linee direttive per la politica famigliare in Ticino
Consigliere di Stato Patrizia Pesenti
Gentili signore, egregi signori,
ho il piacere di aprire questo pomeriggio di studio sulla famiglia proprio nella giornata internazionale dei diritti dei bambini.
Nel novembre 1989, le
Nazioni Unite hanno adottato, senza voto, per acclamazione, la Convenzione sui
diritti del fanciullo. Una Convenzione che riconosce ad ogni bambino e a tutti i
membri della famiglia, l'eguaglianza e il carattere alienabile dei loro diritti.
Ma non solo e aggiunge: i diritti riconosciuti a tutti i membri della famiglia
sono i fondamenti della libertà, della giustizia e della pace nel mondo
(Convenzione ONU, Preambolo).
La Convenzione delle Nazioni Unite non è purtroppo un punto d’arrivo, anche
se nel frattempo è stata sottoscritta da tutti i paesi membri. Piuttosto un
punto di partenza.
La Convenzione si scontra con la cruda realtà del nostro mondo dove la
maggioranza dei bambini vive in condizioni di povertà, di sfruttamento, senza
diritti.
Da una parte le Nazioni Unite e la Convenzione con il meglio che il diritto
internazionale abbia saputo dire in termini di garanzie e valori umani; dall’altra
la brutalità delle condizioni esistenziali di molti bambini, coinvolti nelle
guerre, vittime di boicottaggi internazionali, ma vittime anche della miseria e
dell’ignoranza di chi dovrebbe prendersi cura di loro.
A dimostrazione del fatto che non basta affermare il diritto per avere la
giustizia. Non bastano i Tribunali per garantire ai bambini migliori condizioni
di vita, e reale parità nelle opportunità di partenza.
Ai diritti umani non basta essere proclamati, devono essere garantiti, protetti
e attuati.
In questa giornata
dedicata ai diritti dell’infanzia, vogliamo dirvi cosa fa il nostro cantone
per i bambini e per le famiglie che vivono in Ticino.
Ringrazio i servizi del Dipartimento che hanno organizzato questo incontro.
Grazie anche a voi per aver aderito a questa proposta di discutere - insieme -
sui nuovi orientamenti e progetti di sostegno alla famiglia e di protezione dei
minori.
Una discussione che deve essere allargata oltre la cerchia degli specialisti:
perché la politica della famiglia può solo essere una risposta ai bisogni
reali dei bambini e dei genitori.
La politica a favore
della famiglia costituisce una delle priorità del Dipartimento delle opere
sociali. E’ uno degli obiettivi di questa legislatura.
Il Consiglio di Stato ha incaricato un Gruppo di lavoro di preparare un nuovo
quadro legislativo, una revisione della Legge maternità e infanzia.
(Con piacere saluto alcuni membri del gruppo.)
Una nuova legge per confermare il ruolo centrale della famiglia nella nostra
società e nel contempo per considerare i cambiamenti culturali, sociali e nelle
relazioni di questi ultimi decenni.
Solo se teniamo conto di questi cambiamenti potremo offrire alla famiglia
sostegno economico (quando ne ha bisogno) ma anche opportunità (per esempio per
conciliare famiglia e lavoro) e soprattutto una maggiore libertà individuale.
La famiglia è cambiata radicalmente, perché sono cambiati i rapporto tra
partner, tra figli e genitori. Si può dire che la famiglia moderna è più
democratica: le scelte individuali (nello stile di vita, nel lavoro, nella
ripartizione dei compiti) avvengono in modo più democratico. La tradizionale
figura del pater familias è tramontata.
Più democrazia vuole dire più fragilità. Le famiglie di oggi sono più
esposte a cambiamenti (divorzi, ricomposizioni).
La libertà di scegliere la propria vita ha un prezzo, un prezzo alto, per
l'individuo e anche per la società.
Non bisogna dimenticare che anche in passato (quando prevaleva il mito della
famiglia tradizionale) spesso le donne rimanevano vedove quando i bambini erano
ancora piccoli. Le aspettative di vita nella metà dell'Ottocento erano molto
più basse. In Ticino l'emigrazione di molti uomini creava di fatto altrettante
famiglie monoparentali.
Occorre ora riconoscere che non si torna indietro, che le donne oggi vivono in
un modo diverso dalle loro nonne. Ed è certamente il diverso ruolo femminile ad
aver cambiato la famiglia.
L'entrata in massa delle donne nel mondo del lavoro e la lontananza delle coppie
dalle loro famiglie di origine hanno creato nuovi bisogni per i bambini (che
devono essere accuditi) e per i genitori anziani (che devono essere curati).
Ma indietro non si torna neppure appellandosi in modo nostalgico (e demagogico)
ad ipotetici "valori" della famiglia perché, donne e uomini non
rinunceranno tanto facilmente alla libertà di determinare la propria vita.
La politica della e per la famiglia deve tenere conto di questi cambiamenti
irreversibili e guardare avanti piuttosto che indietro.
Anticipare i problemi che si pongono e rispondere ai bisogni reali.
Si tratta di concretizzare una politica per tutte le famiglie e non solo per la
famiglia in difficoltà.
Probabilmente occorre guardare alla realtà familiare con occhi più femminili,
tenendo conto della promozione della parità tra donna e uomo anche nel contesto
familiare (rispettando le scelte della coppia).
Una moderna politica familiare deve:
dare una risposta ai bisogni finanziari, ma anche organizzativi e relazionali delle famiglie;
sostenere e promuovere la famiglia come presupposto al benessere del bambino;
promuovere la parità fra donna e uomo;
promuovere la compatibilità fra responsabilità familiari e professionali;
definire nuovi strumenti e nuove opportunità che le famiglie potranno cogliere nella libera scelta;
considerare sempre l’intervento dello stato come sussidiario.
Una politica, dunque, per
tutte le famiglie, indipendentemente dallo stato civile dei genitori, dalla
provenienza e dalla cultura.
Una politica per agevolare la famiglia nello svolgimento delle proprie funzioni
nelle diverse fasi di vita familiare (non solo pensata per quando i bambini sono
piccoli, ma anche per quando in questo nucleo ci sono persone bisognose di cure,
invalide o anziane).
Una politica per la famiglia, per migliorare le condizioni generali di vita
familiare e promuovere il benessere e la solidarietà fra le famiglie.
Contemporaneamente, consolidare e migliorare le misure rivolte alle famiglie che
vivono situazioni di povertà.
La politica della famiglia deve oggi prioritariamente promuovere la famiglia
dandole i presupposti per essere autonoma e vivere in modo equilibrato nella sua
dimensione privata e in quella sociale.
Ma senza tenere conto della realtà in cui effettivamente le famiglie vivono,
questo obiettivo non potrà essere raggiunto.
Per questo dovremo considerare l'impatto di ogni decisione sulla realtà
familiare e dei loro singoli membri con particolare attenzione ai bambini e alle
madri.
Affinché la politica familiare non rimanga un bel progetto elaborato a
tavolino, distante dalla realtà, occorrerà dotarla della necessaria
flessibilità per rispondere veramente ai problemi delle famiglie - dall'assenza
di tempo per vivere delle relazioni affettive, alle difficoltà materiali -
rispettando comunque sempre scelte e volontà individuali.
Una politica a favore della famiglia e la protezione dell’infanzia sono una
responsabilità dello Stato. Ma sono anche un investimento perché dare a tutti
i bambini le stesse opportunità di partenza vuole dire non sprecare risorse
umane, intelligenze.
Un investimento indispensabile per mantenere questo livello di coesione sociale.
Le caratteristiche principali di una politica familiare moderna sono la
compensazione degli oneri delle famiglie con figli e l'attivazione degli
strumenti di politica familiare, in particolare con i congedi parentali e le
misure d'appoggio, che conciliano famiglia e lavoro.
Il consolidamento della Legge sugli assegni familiari, con la sua prima
revisione, e la revisione della Legge maternità ed infanzia sono i prossimi
traguardi.
La preparazione della revisione Legge assegni familiari è quasi ultimata e
verrà presentata nelle prossime settimane al Governo e successivamente al
Parlamento.
La revisione della Legge maternità e infanzia è in fase di avanzamento. Verrà
presentata al Consiglio di Stato in primavera.
Nei primi due anni di legislatura ci siamo concentrati sulla protezione dell’infanzia.
Con l’adozione del "Regolamento d'applicazione LMI concernente le
condizioni di affidamento dei minorenni a famiglie e ad istituti", abbiamo
riorientato la politica dei collocamenti presso famiglie o istituti sociali e
delle forme di aiuto alle situazioni familiari in difficoltà (violenza, abusi,
trascuratezza, abbandono, conflitti, fughe, incidenti).
L’obiettivo, raggiunto pienamente, era di rafforzare l’intervento con la
famiglia e non contro la famiglia. E’ stato possibile grazie alla
collaborazione e all’interazione fra servizi pubblici, enti e associazioni
private.
L’idea di base è stata quella di non moltiplicare le proposte di fronte a
ogni nuovo bisogno, ma di adattare gli istituti esistenti ai nuovi bisogni.
Per ogni affidamento residenziale o diurno viene elaborato un progetto educativo
da parte della famiglia, del servizio sociale e dell’istituto.
Un operatore è responsabile di tenere il filo di un percorso educativo per
evitare situazioni di abbandono dovute alle situazioni.
Abbiamo rafforzato le misure la protezione dell’infanzia in situazione di pericolo. Presso l’Istituto Torriani di Mendrisio è stato creato un Centro di pronta accoglienza e osservazione di base (PAO). Ce ne parlerà il responsabile del Centro, signor Roberto Saredi. Il PAO offre un aiuto a bambini e a giovani adolescenti in grave difficoltà, ma anche ai loro genitori .
Abbiamo migliorato l’aiuto ai minorenni e ai loro genitori in situazione di bisogno, attraverso il sostegno educativo da parte degli istituti sociali riconosciuti dallo Stato. Si tratta degli istituti tradizionalmente attivi in Ticino: Vanoni di Lugano, Von Mentlen di Bellinzona, Torriani di Mendrisio. Il signor Mario Zappa, coordinatore del servizio, ci presenterà le prime valutazioni.
Stiamo lavorando alla creazione di una rete di famiglie affidatarie, come alternative agli istituti, per poter disporre di un diverso tipo di accoglienza, a dipendenza della situazione del bambino..
Abbiamo adottato alcune regole minime per un’accoglienza adeguata negli asili nido. Per garantire ai bambini da 0 a 3 anni, alle famiglie che devono conciliare famiglia e lavoro, cure rispettose dei bisogni dell’infanzia.
Questi a grandi linee i nuovi progetti.
Oggi è la giornata che
l'ONU dedica ai bambini.
La Convenzione della Nazione Unite ci indica quale strada percorrere per
tutelare e affermare i diritti dell'infanzia.
Ma lo stato da solo non può dare una risposta alle esigenze fondamentali dei
bambini.
Nessuna tutela giuridica e giudiziaria sarà sufficiente senza una attenzione da
parte di tutta la società nei confronti delle generazioni future. Lo Stato o il
diritto non sono onnipotenti. Nulla può contro l’indifferenza delle famiglie
nei confronti delle difficoltà di chi cresce senza stimoli, di chi non viene
educato a sviluppare le proprie potenzialità di essere umano. Il diritto può
solo sanzionare casi estremi di trascuranza e maltrattamenti. Il diritto non è
in grado di affermarsi contro gli interessi economici che utilizzano la
disperazione o l’ignoranza di chi dovrebbe prendersi cura dei bambini. Non
basta affermare il diritto per avere la giustizia.
Non vi è giudice o sentenza che possano imporre a un genitore di essere quel
maestro di vita che un bambino ha bisogno per crescere, che sappia dargli amore
e un ambiente positivamente strutturante e stimolante, che gli permetta di
capire il senso della sua esistenza e di trovare il suo posto nel mondo.
Ecco perché molti dei diritti e dei principi statuiti nella Convenzione delle
Nazioni Unite non possono e quindi non devono essere concretizzati non solo
attraverso i tribunali, ma grazie alla società nel suo insieme. E quando penso
alla società, penso alle responsabilità sociali che non possono essere
demandate solo agli uffici amministrativi preposti, ma a tutta la società
reale.
È indispensabile capire l’importanza dell’accompagnare le nuove generazioni
sulla strada del divenire esseri umani. Un compito educativo che non può essere
demandato solo allo Stato e alle sue istituzioni scolastiche.
Il filosofo del diritto Lombardi Vallauri ha scritto: Nessun
diritto, neppure l’ottimo, potrà mai essere esonerato dall’impegno diretto
per la persona, con la persone, faccia a faccia, vita a vita, lungo gli anni,
attraverso fallimenti, rialzamenti e ricadute. Il miglior diritto non potrà mai
essere quello che rende superfluo questo impegno, ma sarà quello che lo rende
necessario.
Grazie a tutti per la vostra partecipazione e il vostro contributo in riflessioni ed esperienze.
L. Lombardi Vallauri, Marginalità civilistiche, in: Tecniche giuridiche e sviluppo della persona, a cura di N. Lipari, Bari 1974, p.566