GIORNATA DEL MALATO
3 marzo 2002

 LA MALATTIA RIGUARDA ANCHE LE PERSONE IN SALUTE

 Intervento della Consigliere di Stato Patrizia Pesenti durante la visita all’Ospedale distrettuale di Faido


Gentili Signore,
egregi Signori,
questa giornata testimonia la solidarietà con chi soffre, con chi quotidianamente è confrontato con la malattia e lotta per riconquistare la salute. Ma la giornata non può lasciare affatto indifferente chi è in buon salute, chi sta bene, chi nella sua vita non ha mai visto un letto di ospedale. Non dobbiamo infatti dimenticarci della nostra vulnerabilità: che lo vogliamo oppure no, la malattia è una componente della vita. La salute può venire meno in qualsiasi momento e cambiare radicalmente il nostro vissuto quotidiano.
E’ quindi importante e necessario che tra sano e malato si instauri un vero e proprio rapporto di solidarietà. Oggi chi parla di salute, è solito parlare di costi della salute. Quale responsabile politico della sanità in questo cantone, ne so qualcosa. Questo approccio mi sembra però riduttivo. Certo, è importante che sul piano assicurativo sani e ammalati paghino gli stessi premi di cassa malati (c’è chi vorrebbe però rimettere in discussione questo sacrosanto principio) e che ognuno abbia diritto a servizi e a prestazioni di qualità indipendentemente dalla sua situazione economica e a costi sostenibili per la collettività.
Ma questo non è tutto. La componente umana vuole, giustamente, la sua parte. Una componente fondamentale nonostante i progressi della medicina. Anzi forse per questo tanto più necessaria.
Per chi è malato, è infatti importante sapere di essere circondato dall’affetto delle persone più care che si prendono cura di lui. Non possiamo infatti delegare esclusivamente alle autorità, ai medici, agli ospedali e al personale sanitario il compito e la responsabilità di occuparsi dei malati. La politica sanitaria non può e non deve limitarsi alla discussione sui premi di cassa malati, sul prezzo dei farmaci o sulla pianificazione ospedaliera. La politica sanitaria è fatta anche di aiuto, partecipazione e impegno.
Anche nel nostro cantone molte sono le persone che si dedicano al volontariato sociale, assumendosi così delle responsabilità verso il prossimo. E’ questo un contributo essenziale, arricchente per tutta la società. Ad esempio, una persona anziana che può contare sull’aiuto dei vicini per fare la spesa, figli che si dedicano ai genitori anziani, passando con loro qualche ora alla settimana . Assumersi una responsabilità verso queste persone non è un peso. Il fatto di potersi occupare di qualcuno dà alla nostra esistenza il senso di appartenere ad una collettività, di non essere soli.
I ritmi sempre più stressanti della nostra vita - sul posto di lavoro con accresciute esigenze oppure in famiglia con strutture più fragili - ci fanno dimenticare che la malattia è sempre lì dietro l’angolo, che da un momento all’altro può scatenarsi. Una società fatta più a misura delle persone è probabilmente la miglior premessa per una migliore salute.
Recenti studi hanno infatti dimostrato che le condizioni di salute di una persona dipendono non tanto dal consumo di prestazioni sanitarie ma dall’ambiente in cui vive, dal grado di integrazione sociale, dalla situazione socioeconomica. Chi vive in condizioni sfavorevoli dal profilo economico e sociale ha una minore aspettativa di vita. Ecco perché una migliore salute delle persone passa inevitabilmente da un miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro e, in definitiva, da una maggiore giustizia sociale.
Questi sono obiettivi da perseguire giorno per giorno affinché la giornata del malato, che deve riguardare anche le persone in salute, non resti una ricorrenza da celebrare una volta all’anno. Il pensiero della malattia ci aiuta a capire quali sono le priorità e il senso della nostra vita.

Patrizia Pesenti
Consigliere di Stato