GIOVANI E BEVANDE ALCOLICHE

E ALTRI TEMI DI PROTEZIONE DELLA GIOVENTU’

 

INCONTRO PROMOSSO DA DSS E DI

CON I RAPPRESENTANTI DEI COMUNI

St. Antonino, 16 maggio 2002


 
Gentili signore, egregi signori,

 

è con molta soddisfazione che oggi sono qui con voi, assieme al collega Pedrazzini, per un progetto comune: prevenire la diffusione e l’abuso di alcol fra i nostri giovani.

L’alcolismo è una malattia sociale. Oserei dire di natura epidemica, perché si diffonde per emulazione, per conformismo, attraverso la ritualità, le occasioni di feste, gli incontri tra amici.

In Svizzera l’alcol è all’origine di 300’000 casi di dipendenza, con un costo sociale che ammonta al miliardo di franchi.

Questa malattia sociale non è l’unica forma di dipendenza, ce ne sono altre, nuove.

Ma da un punto di vista epidemiologico e quantitativo dobbiamo essere consapevoli che i maggiori problemi li vediamo nell’alcol e nel tabacco, sostanze che sono recepite come "normali". Il loro consumo è quotidiano. Bere al momento dell’aperitivo o a tavola è addirittura apprezzato. E’ un modo per marcare l’incontro, la socializzazione, l’amicizia, l’allegria.

Fortunatamente la maggior parte della popolazione che consuma alcol ha con questa sostanza un rapporto corretto.

Una minoranza ne abusa. Circa il 5% della popolazione ne è dipendente: l’alcol è diventato l’orizzonte della loro vita.

Per i giovani la valenza dell’alcol ha un’altra portata. Ai significati degli adulti se ne aggiungono altri che costituiscono motivo di preoccupazione.

Le ricerche condotte regolarmente sui giovani mostrano come quasi un giovane su due si ubriaca circa due volte al mese in modo intenzionale e più rapido possibile.

Questa modalità di consumo fa la differenza e avvicina pericolosamente l’alcol alle sostanze psicoattive, proprio per il modo in cui vengono consumate.

Tra l’altro, non a caso, le confezioni, i colori delle bevande richiamano da vicino le droghe sintetiche. La pubblicità, soprattutto attraverso Internet, è molto simile a quella utilizzata per altre sostanze illecite come l'ecstasy o il GHB.

Sappiamo che la legge impedisce la pubblicità dell'alcol riferita ai giovani.

Abbiamo sotto gli occhi la pubblicità aggressiva della Smirnoff che è una limonata con aggiunta di vodka.

Sull'etichetta vi è una scritta alibi: meno 18.

Sono in molti a credere che la vendita di queste bevande possa avvenire al di sotto dei 18 anni, ma è proprio il contrario. La loro vendita ai minori di 18 anni è vietata. E nonostante ciò proprio queste bevande sono molto in voga tra i giovani, anzi sembrano fatte apposta per loro!

C’è molta ambiguità creata dal mercato. E questa ambiguità mette in pericolo la salute dei più giovani. Da parte nostra - da parte dei Comuni, delle autorità cantonali, degli adulti in genere - occorre quindi la massima chiarezza. La capacità e la volontà di dire di no, di mettere dei limiti. E’ indispensabile che i giovani sappiano dove sono i limiti. E’ indispensabile per potersi orientare, per crescere.

Ricordo le conclusioni della Conferenza europea dell’Organizzazione mondiale della sanità sul tema "giovani e alcol" tenutasi a Stoccolma nel febbraio del 2001, alla quale ho partecipato con la delegazione svizzera. Ho potuto dire che facciamo molto rispetto ad altri paesi; ma ho capito che abbiamo ancora molto da fare. Ulteriori misure sono necessarie:

Per ottenere dei risultati abbiamo bisogno della collaborazione delle autorità comunali, della collaborazione di tutti gli adulti.

Per costruire un ambiente sicuro per i nostri giovani ognuno deve fare la propria parte.

Ma ne vale la pena! E’ un buon investimento!

I giovani sono il presente e il futuro della nostra società.

Una risorsa, non un problema.

Una risorsa vitale per i nostri Comuni, per il nostro Cantone.

 

Patrizia Pesenti

Consigliere di Stato

Direttrice Dipartimento sanità e socialità