Assemblea generale dell'Associazione svizzera degli importatori di specialità farmaceutiche 

(VIPS)

 

Intervento della Presidente del Consiglio di Stato avv. Patrizia Pesenti

Lugano, 31 maggio 2002


Signor Presidente, Signore e Signori,

E' con grande piacere che porto il saluto del Governo cantonale e mio personale all'assemblea generale della vostra associazione che riunisce gli importatori di specialità farmaceutiche sul mercato svizzero.

Scorrendo la documentazione che mi avete trasmesso ho potuto constatare con piacere che a partire dal 1996 i vostri "workshops", cui hanno fatto riscontro altrettante pubblicazioni, hanno avuto come oggetto tematiche che interessano e preoccupano non solo gli importatori di specialità farmaceutiche ma anche la politica cioè quell'istanza che, per definizione, è chiamata a svolgere un ruolo di mediazione tra efficienza, efficacia ed equità.

Mi riferisco in particolare ai temi da voi recentemente trattati concernenti la "Diagnose und Therapie des Gesundheitswesen Schweiz" ed a quello che pone l'interrogativo se "Ist die Grundversicherung noch finanzierbar?".

Inutile sottolineare che questi temi sono da tempo nell'agenda politica, inutile aggiungere che lo saranno ancora per diverso tempo.

Voi sapete benissimo, quali attenti osservatori dell'evoluzione del mercato, che la revisione della Legge sull'assicurazione obbligatoria contro le malattie attualmente in discussione alle Camere federali non porterà alcun sollievo alla spirale inflazionistica dell'aumento dei costi sanitari. La revisione proposta (a parte l'aspetto della libertà di stipulare contratti tra assicuratori e medici) non fa che trasferire oneri dai premi assicurativi alla fiscalità! Ci si può interrogare sul perché in un momento di tale emergenza riguardo ai costi della sanità il legislatore federale si limiti a proporre l'alleggerimento dell'onere finanziario sopportato attraverso i premi per trasferirlo alla fiscalità, anche se, quest'ultimo obiettivo è condivisibile in quanto, tramite la fiscalità, ognuno paga proporzionalmente alla propria forza finanziaria. Ma un tale trasferimento non risolve il problema del controllo della crescita dei costi.

Motivi di ordine ideologico?

Conflitti di interesse che non emergono mai nel dibattito politico?

O la spada di Damocle rappresentata dal dover passare davanti al popolo sovrano?

Certo è che il dibattito politico è a dir poco pietrificato attorno agli stessi elementi e il processo decisionale che molti cittadini attendono, di fatto, è inibito.

Il settore sanitario, come ben sapete, è un mercato dominato dall'offerta e di conseguenza il controllo della crescita della spesa non può non passare che attraverso una regolazione dell'offerta.

Credo che sia nell'interesse di tutti i partners affinché ciò avvenga attraverso soluzioni concertate, dove il profitto possa essere paradossalmente massimizzato anche tramite un rallentamento della crescita, poiché il rischio da evitare è quello di una crisi acuta di finanziamento che potrebbe aprire la porta a soluzioni prese sotto l'assillo dell'urgenza.

Dalle statistiche risulta che la vostra fetta di mercato è cresciuta dal 1995 al 2000 di ben cinque punti, oggi controllate circa il 70 % del mercato svizzero delle specialità farmaceutiche. La maggioranza dei vostri collaboratori, sempre secondo le statistiche, si occupa di marketing e devo dire che la loro opera è stata molto efficace. Una vostra pubblicazione del 1995 mette in guardia dal procedere a confronti internazionali dei prezzi dei medicamenti e di tirare da ciò affrettate conclusioni. Permettetemi comunque, nel reciproco rispetto dei ruoli e dei mandati ricevuti, di esternarvi, quale responsabile della sanità cantonale e quale presidente del programma di politica sanitaria nazionale, una preoccupazione maggiore.

Se l'indice svizzero dei prezzi dei medicamenti è perfino diminuito dal 1995 ad oggi, la spesa a carico della LAMal per specialità farmaceutiche è, al contrario, cresciuta dal 1996 al 2000 del 40 %, il che, se rappresenta motivo di sicura soddisfazione per voi, è invece fonte di preoccupazione per il futuro dell'assicurazione malattia sociale.

Un nostro confronto sui prezzi praticati in ospedali ticinesi e della vicina Italia per l'acquisto di una trentina di specialità farmaceutiche ci mostra come da noi i prezzi siano tra il 30 e il 90 % superiori.

Due logiche, altrettanto legittime, sembrano qui profondamente divergere: da un lato quella della crescita "infinita" della cifra d'affari, dall'altro quella, che intende perseguire l'efficienza economica alfine di evitare l'esplosione di un'assicurazione che permette ai cittadini un accesso equo a cure e prestazioni. Ma anche a tutti gli altri partners del sistema sanitario di avere il loro beneficio.

Questo messaggio vuol essere non solo una riflessione ma soprattutto un augurio per una collaborazione tra attori privati e pubblici che, credo, perseguono, anche se con finalità diverse, l'obiettivo di evitare, da un lato, l'adozione di provvedimenti d'urgenza che, una volta adottati, possono durare nel tempo e, dall'altro, il razionamento dei servizi, delle cure e delle prestazioni.

 
 
Patrizia Pesenti
Presidente del Consiglio di  Stato