L’incertezza si estende: prime frizioni sul mercato del lavoro

Ultimo aggiornamento: 15.12.2025, 09:18

©Ti-Press / Massimo Piccoli

Come ampiamente atteso, i dati del terzo trimestre confermano il rallentamento in atto, prevalentemente circoscritto al comparto manifatturiero. Inoltre, anche gli ultimi dati continuano a essere fortemente condizionati dal commercio estero. A livello nazionale si registra un nuovo calo delle esportazioni verso gli Stati Uniti, da correlare principalmente al settore farmaceutico. A livello cantonale, si osserva un calo delle esportazioni verso l’Italia, ma anche una crescita delle esportazioni verso Paesi secondari. Entrambi i casi potrebbero riflettere degli effetti indiretti dei dazi statunitensi. In Ticino, si conferma inoltre il miglioramento delle sensazioni e dei risultati nei comparti delle costruzioni e del turismo, con i pernottamenti alberghieri in chiaro aumento.

In questo clima di incertezza, destinato a perdurare anche nel 2026, il mercato del lavoro manifesta alcuni contrasti: per effetto della congiuntura, diminuiscono gli impieghi nel manifatturiero e aumentano i disoccupati. Parallelamente si registra però un paradosso nelle attività del socio-sanitario e nell’istruzione: gli impieghi crescono, ma aumenta il numero di disoccupati iscritti. Queste dinamiche, insieme all’aumento del lavoro a tempo parziale, segnalano delle prime frizioni tra domanda e offerta di lavoro.



Cifre in dettaglio

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Il contesto economico internazionale e nazionale

Gli indicatori relativi al terzo trimestre mostrano un’economia stabile, nonostante persistano alcuni segnali di rallentamento. Secondo l’ultimo rapporto congiunturale dell’OCSE, la crescita economica a livello internazionale si conferma piuttosto solida, anche se alcuni indicatori secondari svelano una certa fragilità, ad esempio: i posti vacanti calano in diversi Paesi e gli indici di fiducia rimangono bassi. In Svizzera il tasso di crescita del PIL è sceso dal +1,6% al +0,9% tra il secondo e il terzo trimestre [T. 1] e [F. 1].

Svizzera
Ticino
T. 1 Dati congiunturali, variazione annua (in %), in Svizzera e in Ticino, nel III trimestre 2025
II 2025 III 2025 II 2025 III 2025
Prodotto interno lordo (SECO)
Crescita reale, al netto dagli eventi sportivi 1,6% 0,9%
Commercio estero (UDSC)
Importazioni -1,9% 1,5% -9,3% -0,7%
Esportazioni -1,8% -2,5% -7,4% -2,8%
Mercato del lavoro (UST)
Impieghi ETP 0,2% -0,1% 0,1% 0,0%
Tasso di disoccupazione ai sensi dell’ILO* 4,6% 5,1% 6,7% 6,0%
* Tasso di disoccupazione ai sensi dell’ILO = Disoccupati ai sensi dell’ILO / Popolazione attiva di 15 anni o più
Fonti: PIL trimestrale, dati destagionalizzati e corretti dagli eventi sportivi, SECO; Statistica del commercio estero svizzero, UDSC; Statistica dell’impiego, UST; Statistica delle persone disoccupate ai sensi dell’ILO,UST

Fino a metà anno la crescita economica era stata sostenuta dalle esportazioni di beni, in particolare dai prodotti farmaceutici verso gli Stati Uniti. Molte aziende hanno cercato di attenuare l’effetto dei dazi americani anticipando le esportazioni. L’effetto anticipatorio si era già attenuato nel secondo trimestre ed è poi scomparso nel terzo con le esportazioni che sono calate sia su base trimestrale sia annua [F. 2]. I risultati del commercio estero svizzero segnano un calo sia verso gli Stati Uniti sia verso gli altri maggiori partner economici dell’economia nazionale [F. 3].

La statistica della produzione, delle ordinazioni e della cifra d’affari delle attività manifatturiere è leggermente più positiva e mostra solo dei rallentamenti. Rispetto a inizio anno, il tasso di crescita su base annua della produzione è sceso dal +10,0% al +4,9% e quello della cifra d’affari dal +5,7% al +3,1% [T. 2].

Indice
Variazione su base annua
T. 2 Indice della cifra d’affari (media 2021 = 100) e variazione annua (in %), in alcuni comparti, in Svizzera, nel III trimestre 2025
III 2025 IV 2024 I 2025 II 2025 III 2025
Attività manifatturiere (Noga 10-33) 112,7 -1,5% 5,7% 4,5% 3,1%
Industria farmaceutica (Noga 21) 133,4 10,5% 27,6% 5,4% 7,7%
Prod. di elettronica; orologi (Noga 26) 112,4 -3,7% 0,1% 4,3% 0,4%
Costruzioni (Noga 41-43) 107,3 2,5% 3,6% -0,2% -1,2%
Commercio al dettaglio (Noga 47) 100,8 1,6% 2,3% 1,5% 0,8%
Fonti: Cifra d’affari del settore secondario, UST; Cifra d’affari del commercio al dettaglio, UST

Ancora una volta spicca il ruolo del comparto farmaceutico, il cui tasso di crescita della cifra d’affari resta elevato, anche se tra il primo e il terzo trimestre è sceso dal +27,6% al +7,7%. Rispetto all’inizio dell’anno, quando l’evoluzione del comparto industriale era fortemente condizionata dalla farmaceutica, l’evoluzione degli ultimi mesi è più articolata. In particolare, nell’ultimo trimestre si notano dei segnali positivi dalle industrie attive nella fabbricazione di macchinari e in quelle attive nella fabbricazione di mezzi di trasporto. Altri comparti manifatturieri, come ad esempio l’industria dei prodotti elettronici o le attività specializzate negli apparecchi elettrici sono tornati in tendenza negativa.

I valori del settore delle costruzioni, pur rimanendo sui valori del secondo trimestre, avvertono un calo sia rispetto al primo trimestre sia su base annua. Più leggero il calo avvertito nel settore del commercio al dettaglio: qui il tasso di crescita annuo della cifra d’affari passa dal +2,3% al +0,8%.

Da una parte i dati dell’Amministrazione federale delle dogane, così come i dati congiunturali raccolti dall’Ufficio federale di statistica, attestano un prolungato rallentamento economico; dall’altra parte le indagini congiunturali del KOF, che esprimono l’umore degli imprenditori svizzeri, segnalano invece una lieve ripresa rispetto alla situazione degli affari.

Anche l’indice del clima di fiducia dei consumatori, nonostante risulti ancora relativamente basso, segna un progressivo miglioramento. La sua evoluzione continua a rimanere condizionata negativamente dalle proiezioni rispetto all’evoluzione economica generale. Gli indici inerenti alla valutazione della propria situazione finanziaria e quelli relativi alla possibilità di fare un acquisto importante denotano invece un miglioramento.


Il contesto cantonale e i comparti economici

La lettura dei dati inerenti al Ticino riflette pure il rallentamento in atto, anche se è un po’ meno immediata, in particolare la crescita del PIL. Secondo le previsioni dell’istituto CREA il PIL cantonale è cresciuto su base annua dell’1,4% nel primo trimestre, mentre appare stabile nel secondo (+0,0%).

Diverse le ultime stime del BAK, calcolate in settembre, che illustrano un quadro più positivo con un tasso di crescita del PIL cantonale relativo al 2025 attorno all’1,5%. Queste ultime stime segnano una chiara correzione al rialzo rispetto a quelle precedenti di giugno e indicano una progressione rispetto al 2024. Questa lettura risulta piuttosto ottimista, anche considerando che nessun settore mostra accelerazioni così importanti.

Infatti, anche in Ticino si avverte un calo delle esportazioni [F. 2] e [F. 3]. Rispetto alle tendenze nazionali, i dati cantonali indicano un calo importante delle esportazioni verso l’Italia, partner commerciale principale, mentre stanno crescendo quelle verso Altri paesi. Nonostante le difficoltà attraversate dal comparto manifatturiero, secondo il KOF gli altri comparti sono in crescita o relativamente stabili.

In particolare, nel comparto delle costruzioni la statistica delle transazioni immobiliari ripropone un’ulteriore crescita [T. 3]. Le domande di costruzione sono invece complessivamente in diminuzione, questo calo è da addebitare al comparto dell’edilizia non abitativa. Gli ultimi dati del KOF, che indicano in particolare un progressivo miglioramento del genio civile, aprono all’ipotesi di un certo ritardo tra la domanda di costruzione e l’avvio dei lavori. I dati inerenti alle domande di costruzione dell’edilizia abitativa risultano in aumento anche nel terzo trimestre, +10,8%.

Ass.
Variazione su base annua
T. 3 Dati economici cantonali e variazione annua (in %), settore delle costruzioni, per trimestre
III 2025 IV 2024 I 2025 II 2025 III 2025
Costruzioni
Domande di costruzione (in mio di fr) 534,7 -24,4% 9,2% 2,8% -12,2%
Transazioni immobiliari (in mio di fr) 1.251,0 22,8% 4,0% 34,4% 6,7%
Fonti: Statistica della costruzione e della costruzione di abitazioni, Ustat; Statistica delle transazioni immobiliari, Ustat

Sempre secondo i dati del KOF, anche il settore del commercio al dettaglio sembra dare un contributo positivo alla crescita. Risulta invece leggermente negativo il contributo del settore bancario, che, probabilmente, oltre a subire il progressivo abbassamento del tasso di riferimento da parte della Banca Nazionale Svizzera (BNS), si sta confrontando con un contesto finanziario estremamente volatile. Una nota positiva arriva dai dati relativi al mercato ipotecario ticinese, che dopo diversi segnali negativi, indicano un aumento dei volumi delle domande dei crediti.

Infine, una spinta positiva arriva dal comparto del turismo. I pernottamenti sono aumentati nel terzo trimestre (+5,4% su base annua), grazie agli ottimi risultati di luglio e agosto. Questa tendenza positiva è confermata anche dagli ultimi dati di ottobre che, nonostante siano relativi a un mese di fine stagione, segnano pure un aumento [T. 4]. Inoltre, anche in ottobre, il miglioramento non concerne esclusivamente i dati inerenti al turismo interno e agli arrivi dalla Germania, ma anche i pernottamenti di ospiti che arrivano da più lontano come i Paesi Bassi e, inoltre, si conferma anche la crescita degli ospiti dall’Asia, in particolare dalla Cina.

Ass.
Variazione su base annua
T. 4 Pernottamenti e variazione annua (in %), in Svizzera e in Ticino
ott 2025 gen 2025 apr 2025 lug 2025 ott 2025
Turismo
Pernottamenti, in Svizzera (in ’000) 3.474,5 3,5% 4,4% 2,7% 4,1%
Pernottamenti, in Ticino (in ’000) 250,0 0,0% -4,1% 12,9% 9,2%
Fonte: Statistica della ricettività turistica, HESTA, UST


Il mercato del lavoro

I dati del mercato del lavoro ticinese, approfonditi nell’ultimo notiziario statistico dell’Ustat, confermano queste dinamiche contrastanti. Da una parte si nota un leggero calo delle persone occupate secondo il concetto interno (-1,2%), mentre sono relativamente stabili gli impieghi e il numero della manodopera frontaliera. Nonostante il calo delle persone occupate, risulta stabile anche la disoccupazione: nel terzo trimestre il tasso di disoccupazione ai sensi dell’ILO si attesta attorno al 6,0% e quello degli iscritti agli URC al 2,6%.

Dietro a queste tendenze contrastanti troviamo diversi cambiamenti in corso. Gli ultimi dati confermano ad esempio l’aumento di impieghi a tempo parziale, così come si ripropone l’evoluzione molto diversa dei vari comparti economici. I dati dell’impiego per divisione economica, che sono disponibili solo su scala nazionale, confermano un aumento degli impieghi in alcuni settori. Sanità e assistenza sociale; istruzione e servizi di supporto alle aziende, che spiccano per il loro contributo positivo all’evoluzione degli impieghi [F. 4]. Mentre tra i comparti che segnalano una diminuzione ci sono le Attività manifatturiere, le imprese attive nella fornitura di personale, ma anche alcune attività del commercio.

Guardando gli ultimi dati cantonali di novembre, tra i disoccupati iscritti agli URC emergono pure delle dinamiche settoriali: calano le iscrizioni da edilizia e alberghiero, aumentano quelle da manifatturiero e istruzione [F. 5]. Nel manifatturiero e, in misura minore, nel commercio gli incrementi riflettono le difficoltà congiunturali viste in precedenza. Nell’istruzione si registra invece un paradosso: gli impieghi crescono, almeno a livello nazionale, ma parallelamente aumentano i disoccupati iscritti.

In Svizzera, come in Ticino, le attività che mostrano una crescita maggiore di disoccupati iscritti sono le attività manifatturiere ad alta intensità tecnologica. Però anche a livello nazionale segnano un aumento dei disoccupati iscritti anche settori meno toccati dalla congiuntura come il settore dell’istruzione e anche quello dei servizi socio-sanitari. Questi risultati suggeriscono delle frizioni tra domanda e offerta di lavoro riconducibili a dei cambiamenti strutturali.


Le previsioni

Secondo le ultime previsioni economiche del Gruppo di esperti della Confederazione la crescita del PIL svizzero si attesterà attorno all’1,4% nel 2025 e all’1,1% nel 2026, ritoccando leggermente al rialzo le previsioni di ottobre. Come indicato anche dall’OCSE i fattori di incertezza si accumulano: pochi segnali di crescita, possibili nuovi ostacoli commerciali, aumento dei rischi sui mercati finanziari.

Sempre secondo l’ultimo bollettino della SECO, rimangono relativamente stabili le previsioni relative all’impiego e alla disoccupazione. Anche se, come abbiamo visto, dietro a questa apparente stabilità c’è una forte eterogeneità tra i settori economici.

Infine, a livello cantonale abbiamo a disposizione i dati raccolti dal KOF riguardo all’evoluzione degli affari nei prossimi sei mesi, che attualmente appaiono più positive e relativamente più vicine ai risultati nazionali [F. 6]. Secondo il BAK il tasso di crescita del PIL nel 2026 sarà invece relativamente basso e si fermerà attorno al +0,6% [F. 7].




Altre informazioni

Informazioni (FAQ)

Cosa si intende per analisi congiunturale?
È uno strumento informativo che in modo semplice e conciso offre un quadro attuale e completo dell’andamento congiunturale dell’economia ticinese. L’analisi è elaborata a partire da dati e informazioni provenienti dalle principali fonti ufficiali.

A chi si rivolge?
Tramite la diffusione pubblica, questo prodotto si rivolge alle aziende, ai lavoratori, ai media, alle associazioni, alle istituzioni e all’opinione pubblica in generale quale strumento di attualità statistico-economica sull’andamento congiunturale dell’economia cantonale.

Quali sono gli indicatori scelti?
La selezione dei temi e degli indicatori inclusi in questo prodotto di analisi è avvenuta tenendo conto della necessità di disporre di informazioni su tutti i fenomeni economici rilevanti in ottica congiunturale per i quali sono disponibili dati statistici ufficiali relativi al nostro cantone e con una frequenza di pubblicazione adeguata. Vi trovano posto informazioni sul PIL, sui consumi, sull’import/export, sull’andamento di alcuni settori economici (quelli coperti da rilevamenti statistici) e sul mercato del lavoro. L’analisi prende spunto dal contesto congiunturale internazionale e nazionale, per poi concludersi con un paragrafo dedicato alle previsioni.

Quali sono le fonti dei dati?
I dati provengono esclusivamente da fonti di statistica pubblica (fatta eccezione per il PIL del BAK e le indagini congiunturali del KOF). Alcuni dati sono di carattere qualitativo (le indagini KOF o l’indice del clima di fiducia dei consumatori della Seco) e, come tali, vanno interpretati come informazioni relative al parere di una maggioranza (ad es. prevalenza di pessimisti o di ottimisti).

Quando viene aggiornato?
Questo prodotto di analisi congiunturale è aggiornato trimestralmente.

Altre domande?

Eric Stephani
Settore Economia, Ufficio di statistica
Tel: +41 (0)91 814 50 35



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