Definizioni
Appartengono agli alpeggi tutte le superfici coltivate da aziende non occupate tutto l'anno e le superfici a pascolo coltivate da aziende con consistenza di bestiame maggiore in determinate stagioni. Sono quindi compresi gli alpeggi, i pascoli alpestri per bovini e bestiame minuto nonché i prati situati al di fuori degli insediamenti permanenti (maggesi, prati di montagna e il fieno di pendii impraticabili, oggi pressoché inutilizzato). Il grado massimo di limitazione mediante cespugli, rocce o detriti può raggiungere l'80%. In genere, i confini tra le superfici boscate, quelle improduttive e quelle agricole utili sono variabili per via dell'utilizzazione mista e delle superfici piccole; lo stesso vale per le zone di transizione dai prati ai pascoli all'interno degli alpeggi. Per delimitare gli alpeggi estivi dai pascoli locali e dalle superfici con vegetazione improduttiva sono stati utilizzati i catasti della produzione agricola e degli alpeggi dell'Ufficio federale dell'agricoltura. L'esclusione dei pascoli, tuttavia, non è avvenuta come nelle rilevazioni precedenti per superfici estese. Il metodo per campione presupponeva una omogeneizzazione interna: ecco perché le gole dei torrenti, i terreni scoscesi, le parti di roccia e le fasce detritiche (quota di roccia e sassi > 80%) nonché le aree cespugliose (grado di cespugli > 80%) sono state attribuite alle superfici prive di vegetazione, rispettivamente con vegetazione improduttiva, anche se situati all'interno degli alpeggi.